Cos’è la Vanlife: meno comfort, più tempo, soldi, libertà e viaggi

IG @gianluca.gotto

La maggior parte delle persone segue un percorso di vita ben definito, basato su quello che nel mio libro chiamo “La grande legge dell’Uno“: una casa, un lavoro, una serie di abitudini intoccabili, una sola passione a cui dedicarti, un solo sogno da continuare a rimandare e lo stesso orizzonte ogni singolo giorno.

Chi vive seguendo la Grande Legge dell’Uno gode di grandi sicurezze e ha una vita con molti comfort. Proprio per questo motivo, però, si perde tutto ciò che si trova al di là dalla bolla della comfort zone e fuori dai rigidi schemi di una vita considerata “normale”: non solo i rischi, ma anche la libertà.

La libertà di poter gestire il proprio tempo con molta più autonomia. La libertà di viaggiare e non ristagnare sempre nello stesso posto. La libertà di essere se stessi sempre, incuranti del giudizio altrui perché disinteressati a piacere a tutti e rientrare per forza in certe categorie. La libertà di sentirsi padroni della propria vita e delle proprie scelte.

Per alcuni, libertà è sinonimo di felicità

Personalmente, è stato proprio seguendo questa libertà che  ho trovato la felicità. Ci sono riuscito con un percorso di vita sicuramente alternativo e non convenzionale (quello che racconto proprio nel mio primo libro “Le coordinate della felicità“) che mi ha portato prima a vivere in Australia, poi in Canada e infine a diventare un nomade digitale perennemente in viaggio.

Ma il mio percorso è solo uno dei tanti che si possono intraprendere per scappare dalla Grande Legge dell’Uno. Alla fine è tutta una questione di prendere decisioni controcorrente, assumere una mentalità un po’ ribelle e un po’ sognatrice, trovare il coraggio di provarci. Ognuno può costruirsi il proprio percorso, unico e irripetibile.

Ho aperto questo blog anche per raccontare questi stili di vita alternativi e mostrare a chi si sente sbagliato in un’esistenza “normale” che la normalità non esiste. Per ognuno di noi la felicità ha una forma diversa e c’è un movimento globale di persone per cui ha una forma ben precisa: quella di un van.

Cos’è la Vanlife?

Uno degli stili di vita alternativi che affascina sempre più persone è la Vanlife. Letteralmente si traduce come “Vita da Van” ed è una scelta che sempre più persone stanno prendendo, soprattutto negli Stati Uniti.

Si tratta di uomini e donne che vogliono scappare dalla cosiddetta “ruota del criceto“, quell’esistenza infernale fatta esclusivamente di lavoro, noia e azioni ripetitive.

Loro hanno trovato una via di fuga in un van, che diventa al tempo stesso un mezzo di trasporto e una casa.

E se è vero che rinunciano a quelle comodità che ci sembrano necessarie per vivere bene, è altrettanto vero che guadagnano sotto tre aspetti. La libertà, come già detto, ma non solo.

Cosa ti dà la Vanlife:

  • più libertà
  • più viaggi
  • più soldi

Perché la Vanlife ti fa avere più soldi

Molti rimangono colpiti soprattutto dall’ultimo punto. Ebbene sì, la Vanlife permette di risparmiare soldi, e nemmeno pochi. Ho raccontato, ad esempio, la storia di una giovane coppia che si è trasferita a vivere in un van e da quel momento risparmia $18.000 all’anno. Ma posso confermare in prima persona che viaggiando e vivendo in un van per settimane intere a Fuerteventura sono riuscito a spendere pochissimo.

Com’è possibile? Semplice: pensa a dove finisce gran parte del tuo stipendio ogni mese.

Se hai una casa di proprietà devi pagare tasse di ogni tipo, se sei in affitto una buona parte del tuo stipendio si volatilizza prima ancora di arrivare sul conto in banca.

Le bollette, poi, le devono pagare tutti. Tra luce, acqua e gas, si tratta di altre centinaia di euro che spariscono ogni mese.

Vivere in un van ti permette di abbattere molti costi fissi, come un affitto e/o le tasse e le spese tipiche di una casa (le spese condominiali, lavori di ristrutturazione, spese dell’ascensore etc).

 

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La stragrande maggioranza dei van o camper (come il mio) ha pannelli solari che alimentano gli elettrodomestici all’interno. Non ci sono tasse da pagare, se non bollo e assicurazione che pagheresti comunque possedendo un’automobile.

Oltretutto coloro che scelgono questo stile di vita alternativo acquistano vecchi van per pochi soldi e li ristrutturano personalmente. Se si stufano della Vanlife, possono rivendere la loro creatura guadagnandoci qualcosa, visto che il mercato dei furgoni camperizzati sta diventando sempre più ampio. In Australia conobbi personalmente un ragazzo che si occupava proprio di questo: acquistare vecchi van, rimetterli in sesto, camperizzarli e poi rivenderli.

Sicuramente vivere in un van è una scelta con meno comfort, ma al tempo stesso è molto più economica di una vita tradizionale. Significa vivere con meno, e quindi spendere meno.

La maggior parte dei vanlifers lavora, non vive di rendita. C’è chi ha attività da freelance, chi è un nomade digitale e anche chi ha un lavoro normalissimo ma alla fine della giornata, invece di tornare in una casa normale, torna sulla sua casa su ruote. In questo modo, ci si ritrova con molti più soldi alla fine del mese.

Scegliere la Vanlife, scegliere la libertà

Il discorso sulla libertà è ciò che spinge molti ad adottare questo stile di vita alternativo.

Vivere la Vanlife significa avere la possibilità straordinaria di parcheggiare la propria casa ogni giorno in un luogo diverso.

Si può scegliere di dormire in mezzo ai boschi e trascorrere la giornata in città, e se hai bisogno di staccare da tutto e tutti, ti basta guidare il tuo van lontano dal caos e fermarti dove preferisci.

Può sembrare un fattore da poco, ma in realtà chi assapora questa sensazione non riesce più a farne a meno. La libertà dà dipendenza, ed è ciò che spinge i vanlifers a rinunciare a qualche comodità per vivere su una casa su ruote.

Più viaggi: per chi sogna di esplorare il più possibile

Il punto più scontato, forse, è proprio quello che riguarda i viaggi.

Chi vive in un van può trascorrere ogni weekend in viaggio. Basta girare la chiave e partire.

Non devi preoccuparti di fare le valige, pagare taxi e prenotare treni o aerei: viaggiare in un van significa portarti dietro la tua casa.

In America molte persone scelgono la Vanlife per poter diventare dei “professionisti del weekend“, ovvero poter viaggiare ogni singolo fine settimana spendendo solo il costo della benzina.

Cosa significa vivere in un van

Ogni volta che qualcuno racconta la propria scelta di vivere in un van per un periodo più o meno lungo (a volte per sempre), si leggono tanti commenti carichi di scetticismo. Lo noto personalmente quando spiego che in Europa vivo a bordo di un camper per poter essere libero di muovermi quanto e come voglio.

Molti reazioni nascono dall’immagine stereotipata di chi compie questa scelta di vita.

Si pensa che si tratti di persone che non hanno legami e non vogliono responsabilità, che siano eremiti o figli di papà. Non è così per la maggior parte dei vanlifers.

Per vivere la Vanlife è necessario essere creativi, minimalisti e flessibili.

  • Creativi perché è fondamentale valorizzare i piccoli spazi. Bisogna capire come dormire, lavarsi, cucinare e passare il proprio tempo libero (quando fuori piove) all’interno di un piccolo spazio.
  • Minimalisti perché chi sceglie la Vanlife non può riempire il proprio furgoncino di oggetti inutili. C’è spazio solo ed esclusivamente per il necessario, il superfluo è destinato a sparire.
  • Flessibili perché la flessibilità è una bella opportunità ma anche una necessità. Non puoi pensare di trascorrere inverni gelidi dentro il tuo van, devi spostarti in modo tale da essere il più comodo possibile.

Come mantenersi con la Vanlife?

Come scritto in precedenza, chiunque può scegliere la Vanlife.

Lo si può fare in una grande città, mentre si continua a lavorare in ufficio. Ciononostante, molti vanlifers hanno scelto di sposare a pieno la filosofia di una vita alternativa.

Spesso si tratta di persone che si sono licenziate e hanno mollato tutto per lanciarsi in un nomadismo basato su una libertà totale di tempo e spazio.

Per questo motivo, tra coloro che scelgono la Vanlife troviamo soprattutto due categorie di persone: i lavoratori stagionali e i nomadi digitali.

  • I lavoratori stagionali sono coloro che conducono un’esistenza nomade, fermandosi in quei luoghi dove hanno la possibilità di lavorare e risparmiare per poi ripartire verso nuove avventure. C’è chi parcheggia il van e lavora nelle fattorie biologiche, chi si ferma nello località turistiche per dare lezioni di surf e chi diventa un insegnante di Yoga itinerante. Ci sono tante persone (molte più di quanto si creda) che hanno condotto questa esistenza per anni, scoprendo il mondo e vivendo al massimo ogni esperienza.
  • I nomadi digitali sono invece coloro che si sono costruiti la possibilità di lavorare in remoto utilizzando il proprio computer (come faccio io, qui puoi leggere la mia storia). Rappresentano un’idea di lavoro che diventerà sempre più popolare in tutto il mondo. Sono scrittori, graphic designer, programmatori, assistenti virtuali… insomma, se si può svolgere al computer, è un lavoro da nomade digitale.

Per quanto riguarda le distinzioni sociali, semplicemente non ce ne sono.

C’è chi sceglie la Vanlife nonostante sia un fotomodello affermato e chi ha iniziato perché voleva risparmiare; ci sono single, coppie e famiglie numerose.

La Vanlife, proprio come il viaggio, è democratica: chiunque può abbracciare questa filosofia di vita.

 

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Perché la Vanlife è molto meno folle di quanto pensi

È normale, leggendo questo articolo, che tu abbia dei dubbi.

Ma al tempo stesso, è giusto che tu sappia una cosa: questa scelta di vita è molto meno folle di quanto si possa pensare.

D’altronde viviamo in una società che ci permette di avere tutte le comodità possibili e immaginabili, eppure c’è un senso di infelicità e insoddisfazione che aleggia su di noi.

Quante persone si possono definire veramente felici in questa società?

Quante, invece, si sentono ingabbiate nella routine di un lavoro noioso e ripetitivo? Quante si sentono frustrate perché obbligate a trascorrere il 90% del proprio tempo sempre nello stesso luogo?

La Vanlife è lo stile di vita di quei ribelli e sognatori che si rifiutano di condurre un’esistenza grigia e totalmente priva di soddisfazioni.

Vogliono inseguire la propria felicità, viaggiare per il mondo e godere di una libertà che non può appartenere a chi segue ciecamente il sentiero canonico.

È folle colui che sceglie di abbandonare una casa per vivere su una piccola casa su ruote è folle?

Forse sì. Ma in fin dei conti è meglio essere folli che profondamente infelici.

Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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