Il cancro ci ha fatto capire che si deve vivere, non sopravvivere. Poi siamo partiti

Amber e Keenan sono una coppia australiana che fino a un paio di anni fa aveva una vita come tante altre. Una vita che scorreva velocemente tra il poco tempo da dedicare alle figlie, gli obblighi, le tasse, il lavoro e la burocrazia.

Nonostante avessero tutto ciò che nell’immaginario comune rappresenta il successo, non erano convinti di aver sfruttato nel migliore dei modi il tempo a loro disposizione.

Ma si sa che questi pensieri non trovano spazio nella frenesia quotidiana. Almeno finché non arriva una notizia così sconvolgente da costringerti a fermarti e pensare.

Il cancro

Le certezze che si era costruiti sono crollate quando un medico ha comunicato a Keenan che i risultati della tac mostravano un tumore nel suo cervello.

Una notizia tremenda, che ha inevitabilmente frenato quella routine in cui tutti i membri della famiglia erano immersi ogni singolo giorno.

“Prima eravamo una giovane famiglia australiana come tante altre”, racconta Amber, la moglie. “Vivevamo di fretta, dovevamo lavorare entrambi 60 ore a settimana, pagare il mutuo e crescere i nostri figli. Qualche anno fa, però, a Keenan è stato diagnosticato un tumore cerebrale, e lì abbiamo capito che era arrivato il momento di cambiare“.

Il tumore di Keenan è risultato essere benigno: pur restando potenzialmente mortale, in questo caso può essere tenuto sotto controllo. L’aspettativa di vita di Keenan è ancora molto lunga.

Cambiare vita

Questa buona notizia nella cattiva notizia ha spinto Amber e Keenan a cambiare vita. Completamente.

“Ci siamo resi conto che volevamo vivere, non sopravvivere. Volevamo tornare a sentirci pieni di vita. Eravamo così intrappolati nella routine da dimenticarci di vivere. Volevamo stare più tempo insieme, più tempo con le nostre due figlie. Volevamo essere avventurosi, spontanei e innamorati. Quindi abbiamo cercato una soluzione”.

Come si torna a vivere secondo le proprie passioni dopo così tanti anni di letargo? Ci sono molteplici strade per farlo. Nel mio caso è stato un biglietto di sola andata per l’Australia. Per Amber e Keenan è stato un van.

La Vanlife

“Ci siamo resi conto che niente ci rendeva più felici di prendere le nostre figlie, salire in macchina e guidare alla scoperta del mondo. Anche solo per un weekend. Ma poi ci siamo detti: perché non farlo ogni anno per qualche mese? E così è iniziata la nostra VanLife“.

La Vanlife è la vita da van: scegliere di abbandonare un luogo fisso per vivere in una casa su ruote e godersi un orizzonte nuovo ogni giorno.

In questo modo, Amber, Keenan e le due figlie sono tornati a vivere davvero. E quando gli viene chiesto se sia stato difficile prendere la decisione di mollare tutto, questa è la loro risposta:

Una vita normale e sicura non ci dava abbastanza. Non ricevevamo quello che volevamo davvero, quindi è stata una decisione semplice. Dovevamo fare un cambiamento forte e lo abbiamo fatto. È facile mettere sempre tutto in dubbio e cercare scuse come i soldi, il lavoro, la scuola… Se avessimo pensato solo agli aspetti negativi, ora non saremmo qui. Ci siamo detti che lo avremmo fatto, che ci avremmo provato. Oggi sappiamo che tutto è possibile se lo vuoi davvero”.

Viaggiatori part-time

Amber, Keenan e le due figlie passano ogni momento libero in giro per il mondo con il loro van. Lo fanno imbarcare quando vogliono scoprire nuovi continenti come il Sud America, ma sono anche consapevoli della bellezza straordinaria della loro terra – l’Australia – e della vicina Nuova Zelanda.

La famiglia non ha però deciso di lasciarsi completamente alle spalle la vecchia vita. I due genitori lavorano tra i 6 e i 9 mesi all’anno, quando le figlie vanno a scuola, ma si riservano sempre almeno 3 mesi per il viaggio.

Siamo viaggiatori part-time. Cerchiamo di trovare un equilibrio tra il lavoro e le nostre passioni. Tra un viaggio e l’altro lavoriamo duramente e risparmiamo anche i centesimi per poter finanziare il prossimo viaggio”.

Less is more

Come molte altre persone che hanno scelto la Vanlife, anche questa famiglia ha adottato la filosofia del Less is More.

“Passare del tempo insieme on the road ci ha fatto capire che siamo più felici se viviamo con meno. Molti non sanno che basta pochissimo per stare bene. E non si tratta di sacrifici, ma di scelte: abbiamo scelto di avere meno oggetti e più tempo“.

Il bene più prezioso che abbiamo è il tempo

Dalla scoperta del tumore di Keenan, la loro vita è diventata molto alternativa rispetto agli standard della nostra società. C’è chi lavora duramente per comprarsi una casa più grande o un’automobile più potente, e poi ci sono loro, che lavorano per comprarsi il bene più prezioso in assoluto: il tempo.

… il tempo è l’unica cosa che non possiamo comprare o accumulare, ma solo valorizzare.

Le coordinate della felicità

La loro storia sta ispirando moltissime persone, non necessariamente a seguire esattamente il loro percorso, ma anche solo a ritagliarsi più tempo per se stessi, le proprie passioni e i propri cari.

Il messaggio più forte che questa famiglia può dare riguarda proprio il tempo: non aspettare che succeda qualcosa di brutto per iniziare a vivere come vorresti.

La vita è tua, vivila secondo le tue regole. Loro lo hanno fatto e oggi sono più felici che mai.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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