Viviamo in una società che ci porta a credere che la realizzazione personale debba passare necessariamente da un percorso normale e sicuro. Studia, lavora, compra una casa, fai una famiglia, vai in pensione e muori.
Fine.
Questo è il percorso “giusto”, quello che almeno sulla carta dovrebbe portarti a essere sereno, se non addirittura felice. Per qualcuno funziona davvero. Per me e per molti, al contrario, è la ricetta per una vita piena di insoddisfazione e rimpianti.
Come spiego nel mio libro “Le coordinate della felicità”, il nostro desiderio di essere a tutti i costi “giusti” è spesso contrapposto alla nostra idea di felicità. E io, come tanti altri, a un certo mi sono stufato: non volevo più essere “giusto“, volevo essere “felice“.
Perché ognuno di noi è diverso. Ci sono quelli che si trovano bene a vivere nella sicurezza del conformismo e altri che possono trovare la vera felicità solo quando rompono gli schemi e trovano il coraggio di ribellarsi.
La storia di Lauren, uno spirito libero
Il mondo è pieno di folli, ribelli e sognatori. Persone che sfidano i pregiudizi con la consapevolezza che la felicità, per uno spirito libero, esista solo ed esclusivamente se costruita con le proprie mani.
Lauren appartiene a questa categoria. È una donna che ha cercato in tutti i modi di vivere secondo le proprie regole e alla fine ce l’ha fatta. Grazie a un van e a una visione molto alternativa della vita.
“Tutto ha avuto inizio tanto tempo fa”, racconta. “Avevo 14 anni e mi trasferii a vivere nella nostra casa sull’albero. Passai tutta l’estate lì. Ho sempre avuto un forte desiderio per l’indipendenza, volevo a tutti i costi avere i miei spazi. Vivere in quella casetta di legno fu di grande ispirazione”.
Quell’esperienza convinse Lauren che non avrebbe mai potuto essere serena e sentirsi realizzata confinata in un’esistenza normale. Aveva bisogno di emozioni, adrenalina e soprattutto di una totale libertà.
Quando vivere in un van è libertà
Ha impiegato diversi anni a trovare il modo giusto per vivere secondo le sue regole. Alla fine ha individuato la libertà e l’indipendenza nella Vanlife.
“Una delle ragioni per cui vivo in un van è di natura economica: spendo molto meno in questo modo. Ma alla fine è tutta una questione di libertà. Non potrei mai pensare di scegliere un quartiere in cui vivere per il resto della mia vita o una casa a cui fare ritorno ogni singola notte. La monotonia di una vita del genere, insieme a un classico lavoro dalle 9 alle 17, era semplicemente troppo per me”.
Lauren ha capito che per essere felice doveva tagliare una delle due cose. Poteva tenere la casa e licenziarsi per avere del tempo per sé oppure continuare a lavorare per mantenersi ma trasferirsi a vivere in un van. Ha scelto la seconda opzione.
Lavorare come tutti, vivere come pochi
“Ho scelto di continuare a lavorare. Per tre anni ho lavorato 5 giorni su 7, dalle 9 di mattina alle 5 del pomeriggio. Ma poi quando staccavo non andavo a casa: salivo sul van e andavo ovunque volessi. E nei weekend potevo viaggiare e scoprire ciò che desideravo. Così sono riuscita a far bilanciare tutto. Non funziona per tutti, ma per me ha funzionato alla grande”.
Lauren vive in un Volkswagen Vandura del 1977. Una scelta che molti giudicano assurda, ma lei invece reputa geniale. Non solo per la libertà e la possibilità di viaggiare che ne derivano, ma anche per motivi estremamente pratici.
Un investimento di $500 per diventare più ricchi
“Quando sono andata a visitare il van faceva fatica a partire. Così ho iniziato a contrattare e alla fine l’ho pagato appena $500“, dice con orgoglio.
Con questo investimento iniziale bassissimo e qualche altra spesa per trasformarlo in una casa su ruote, Lauren si è liberata per sempre di quelle spese che affliggono la maggior parte delle persone.
Niente bollette della luce, del gas e dell’acqua; niente affitto o mutuo della casa; niente spese condominiali o ristrutturazioni.
Anche questa è una forma di libertà, di cui molti non si rendono conto quando giudicano chi fa una scelta di vita del genere.
La legge dell’LRV: lavora, risparmia, viaggia
È proprio grazie ai costi bassissimi della Vanlife che Lauren è riuscita ad accumulare una cifra notevole con il suo lavoro (era responsabile delle risorse umane di un ospedale).
Non dovendo spendere gran parte del suo stipendio in bollette e affitti, ha potuto lavorare per tre anni risparmiando come mai avrebbe immaginato. Recentemente ha deciso di “rompere il salvadanaio”, prendersi un anno sabbatico e viaggiare per godersi davvero la vita.
“Il mio piano è di guidare verso sud. Andrò in California, poi forse in Messico. Poi forse venderò il van e partirò per le Filippine e l’Asia. Ma non lo so ancora, non ne ho idea. Vivo giorno per giorno”.
Questa scelta potrebbe sembrare una pazzia. Ma in realtà nasce da una mentalità molto analitica e razionale.
“Non è la prima volta che faccio qualcosa del genere”, ammette”. “Generalmente imposto la mia vita in questo modo: lavoro duramente per cinque anni e poi mi prendo un anno sabbatico“.
In base alla sua esperienze e alle sue inclinazioni, questo è il modo migliore per godersi la vita.
“Chiunque può farlo e non è necessario trasferirsi a vivere in un van: si può benissimo fare da casa, svolgendo anche tre lavori per accumulare più denaro possibile. Vivere in un van per tre anni mi ha permesso di risparmiare un sacco di soldi“.
Il tuo tempo è limitato; come lo stai sfruttando?
Infine, Lauren fa una riflessione molto interessante sulla società in cui viviamo e su quanto sia insensato il modo in cui sfruttiamo il nostro tempo su questa terra.
“Io ho scelto di vivere così perché non mi ritrovo nella struttura convenzionale del tempo. Immagina la tua vita come una linea. La maggior parte delle persone lavora per decenni e poi va in pensione per 15 o 20 anni prima di morire“, spiega la 32enne a bordo del suo van.
Lauren non vuole accettare questa imposizione a ha scelto di vivere diversamente: cinque anni di lavoro e uno per fare ciò che vuole. Così si è ribellata a quella che nel mio libro chiamo “La grande legge dell’Uno”.
“Invece io sono convinta che ognuno di noi dovrebbe lavorare per cinque anni e averne uno completamente libero. Questa è la mia idea di pensione. Vivere in un van mi ha permesso di farlo. Posso assicurare che se provi tante cose diverse, riempi la tua vita e diventi una persona più completa. A 32 anni ho già vissuto almeno quattro vite diverse“.