Si dibatte in continuazione su quali siano i problemi più grandi dei tempi in cui viviamo. Eppure ce n’è uno di cui non sembriamo renderci conto, o di cui forse non vogliamo parlare. Perché affrontarlo richiederebbe una certa onestà intellettuale e ci porterebbe di fronte a un’unica soluzione: cambiare radicalmente.
Qual è questo problema? Il fatto che oggi vogliamo tutto subito.
A questo ci ha abituati la tecnologia, uno strumento straordinario che però sotto molti punti di vista ci ha impigriti. Come essere pazienti al giorno d’oggi? Per molti è un’impresa impossibile.
È proprio così che ci siamo fatti portare lontano dalla realtà della vita:per certe cose non esistono scorciatoie.
Non si possono conquistare in nessun modo, se non con molto tempo e molta pazienza.
La brutta abitudine di volere tutto subito
Blaise Pascal scriveva che il più grande problema dell’essere umano è la sua incapacità di stare seduto in una stanza vuota, senza fare nulla, per almeno mezz’ora. Lo scriveva più di cinquecento anni fa, eppure questa sua osservazione è più attuale che mai.
Pensaci: su cosa è strutturato il modo di vivere odierno? Sull’abitudine ad avere tutto subito. Sulla (falsa) certezza che l’attesa non sia più necessaria, come se in qualche modo fossimo riusciti a “risolverla”. Questa ci impedisce di coltivare doti fondamentali, come essere pazienti.
D’altronde, oggi con una ricerca su Google possiamo ottenere una risposta a qualsiasi nostra domanda. Possiamo ordinare un prodotto che si trova dall’altra parte del continente e riceverlo a casa nel giro di un paio di giorni. Possiamo ordinare cibo da qualsiasi ristorante della città e farcelo consegnare in tempi sempre più brevi. Possiamo metterci in contatto con chiunque, in qualsiasi momento, senza dover aspettare nemmeno un minuto.
Tutto questo non è sbagliato a priori. Anzi, la tecnologia ci è utile sotto molti punti di vista. Non potrei mai fare una critica generalizzata, visto che è proprio grazie a un computer e a una connessione a internet che mi sono costruito una vita in cui sono costantemente in viaggio.
Al tempo stesso, però, la tecnologia ci ha resi impazienti e perennemente agitati.
Siamo viziati dall’immediatezza e quando ci scontriamo con la realtà per cui non tutto si può avere subito, andiamo in crisi. Quando la vita ci blocca, ci chiediamo come sia possibile non poter fare qualcosa nell’immediato per avvicinarci a quello che vorremmo.
Il motivo è che… non c’è un motivo. Molto semplicemente, certe cose della vita richiedono tempo. Ed è fondamentale imparare come essere pazienti, perché, quasi sempre, sono le più importanti.
Bisogna accettare che certe cose richiedono tempo
Mettere in atto grandi cambiamenti, rimettersi in forma, diventare esperti in un determinato settore, coltivare una relazione sana, ottenere la fiducia di qualcuno, rimediare a un errore, realizzare un sogno…
C’è un modo per velocizzare questi processi? Non c’è.
Non ci sono scorciatoie. Non c’è una somma di denaro che ti permetta di fare prima. Non c’è una formula magica che ti consenta di avere subito una di queste cose.
Facciamo una fatica tremenda ad accettarlo. Anzi, spesso non ci riusciamo. Ci sentiamo bloccati e ci disperiamo. Ci lamentiamo, ci agitiamo, cerchiamo disperatamente una soluzione che non esiste.
Alla fine, quando capiamo che non c’è davvero alcun modo per velocizzare un processo, scivoliamo in una rassegnazione piena di amarezza.
Questo sentimento non solo ci toglie la gioia di vivere, ma ci impedisce anche di essere lucidi. Di fronte a una situazione di stallo, ci convinciamo con troppa facilità che questa, d’ora in poi, sarà la nostra vita. Per sempre.
Vuoi capire la vita? La metafora del fiume
La pandemia che purtroppo ha colpito il mondo intero ci offre un esempio quanto mai calzante: è iniziata da meno di un anno, eppure milioni di persone si sono ormai convinte che la situazione attuale sia destinata a durare per sempre.
Mascherine, restrizioni, bollettini sui morti ogni giorno, litigate e discussioni infinite sui vaccini… c’è chi, di fronte all’impossibilità di velocizzare il processo e avere una soluzione rapida a questo problema, si è arreso all’idea che nulla tornerà più alla normalità.
Se rientri in questa categoria, sappi che non è così. La vita è un costante e inarrestabile cambiamento. È un continuo alternarsi di alti e bassi. La tua capacità di gestirne le sue infinite oscillazioni ha molto in comune con la tua capacità di essere felice.
Come scrivo nel mio nuovo libro “Succede sempre qualcosa di meraviglioso“, la vita è come un fiume che scorre incessante. Dinnanzi a questa sua natura impermanente, noi abbiamo due sole opzioni:
- possiamo scorrere con il flusso della vita;
- oppure possiamo provare a opporci e resistere.
Nel primo caso impariamo a vivere con leggerezza, facendo nostra la capacità di capire come essere pazienti. Nel secondo soffriamo tremendamente. Oltretutto senza poi ottenere nulla, perché non c’è niente che possiamo fare per fermare il cambiamento. Tutto nasce, evolve, muore e rinasce. Esattamente come il sole che ogni giorno sorge, splende e tramonta.
Questa metafora è utile ad accettare l’imprevedibilità della vita, ma anche a fare nostra una consapevolezza molto rassicurante: se qualcosa non sta succedendo adesso, non vuol dire che non accadrà mai.
Tutto arriverà, ma bisogna imparare come essere pazienti
Tutto arriverà, ma al momento giusto. Che sia la fine di una pandemia, l’inizio di un nuovo amore, la realizzazione di un sogno a cui stai lavorando duramente, avere un figlio e costruire una famiglia.
Tutto arriverà prima o poi, sia per i nostri meriti sia perché la vita ci offre sempre un assaggio di tutto quello che può offrirci.
Ognuno di noi è stato felice almeno una volta sena aver fatto nulla per “meritarselo”. E viceversa: quante volte siamo stati puniti dal destino senza avere alcuna colpa? Proprio come il fiume che scorre, proprio come il sole che sorge e tramonta: nulla resta mai uguale, tutto è destinato a cambiare.
Un proverbio zen per capire perché è importante essere pazienti
La vera domanda che dovremmo porci non è se la situazione sarà sempre questa, perché è evidente che non lo sarà. Dovremmo invece chiederci è: come si fa ad accettare una situazione di stallo con serenità?
A tal proposito, c’è un antico proverbio zen che dice:
Il modo migliore per pulire l’acqua fangosa è non fare niente e aspettare che il fango si depositi
Significa che se una situazione è al di fuori del nostro controllo, dovremmo abbandonarla e lasciare che sia il tempo a sistemarla. Dovremmo solo imparare come essere pazienti, nient’altro.
So che sembra un concetto assurdo per noi occidentali, che non solo siamo abituati ad essere impazienti ma ci siamo anche fatti convincere di essere al centro dell’Universo.
Il nostro ego ci porta a credere che tutto dipenda da noi, sempre. Come se fossimo una sorta di Dio in Terra. Molta della nostra sofferenza nasce proprio da questa visione distorta: quanta tensione e agitazione si genera in noi quando crediamo di essere responsabili per ogni cosa che ci accade?
La realtà è che la maggior parte delle cose sono al di fuori del nostro controllo. E va benissimo così, perché ce ne sono tante altre che invece possiamo controllare.
Mai vivere in attesa: c’è sempre qualcosa di buono che puoi fare
Di fronte a una situazione di stallo (come questa pandemia) non dovremmo certamente deprimerci e credere che durerà per sempre. Però non dovremmo nemmeno commettere l’errore di “vivere in attesa”. Anche questa attitudine è uno dei modi migliori per assicurarsi ansia e sofferenza.
La soluzione è ricordarci sempre ciò che ho scritto poco fa: dovremmo concentrarci solo su ciò che possiamo controllare. Ho dedicato un intero capitolo del mio ultimo romanzo a questo tema (la storia dell’anziana monaca buddhista); se soffri per questo motivo, ti consiglio di leggerlo.
La verità è che c’è sempre qualcosa di buono che possiamo fare. Per noi e per gli altri. Questa possibilità esiste in qualsiasi situazione e momento della nostra esistenza.
Possiamo aiutare un nostro parente o amico in difficoltà, possiamo imparare meglio l’inglese per quella grande esperienza all’estero che faremo quando si potrà tornare a viaggiare liberamente, possiamo rimetterci in forma, iniziare nuovi progetti, coltivare nuovi sogni.
Possiamo anche imparare come essere pazienti. Possiamo fare tutto ciò per cui abbiamo sempre pensato di non avere abbastanza tempo. Ora ce l’abbiamo.
A volte l’ostacolo diventa la strada
Possiamo tenerci impegnati in tanti modi che ci fanno crescere come esseri umani e portano luce e miglioramenti nella nostra vita, anche se siamo bloccati su altri fronti.
Se adotti questa mentalità, non ti renderai nemmeno conto di aver superato lo stallo in cui ero finito. Molto semplicemente, quando il tempo avrà fatto il suo corso e il fango si sarà depositato rendendo l’acqua nuovamente limpida, tu sarai prontissimo per proseguire sulla tua vecchia strada.
O chissà, magari grazie a quell’ostacolo inaspettato che ti ha costretto a cambiare direzione, ne avrai trovata una persino migliore. Molte volte, l’ostacolo è la soluzione a un problema che non sapevi di avere.