Uno degli effetti più spiacevoli e al tempo stesso sottovalutati del vivere rinchiusi nella comfort zone riguarda l’incapacità di riuscire a vedere oltre al proprio metro quadro di vita.
Quando diventi schiavo delle abitudini e ti ritrovi a fare le stesse cose tutti i giorni, anno dopo anno, credi che la realtà in cui vivi sia l’unica possibile. Ti auto-convinci che esista una sola strada nella vita, ed è quella su cui ti trovi. Tutte le altre sono automaticamente sbagliate.
Magari nemmeno ti piace dove sei e cosa fai, ma sei così limitato nella tua visione delle cose della vita da non riuscire a intravedere nient’altro.
Questa falsa convinzione porta a molte conseguenze. Una delle più comuni è provare una paura viscerale. E se un tempo la paura era importante perché ti permetteva di sopravvivere davanti a un pericolo, al giorno d’oggi, senza predatori o reali pericoli intorno, la paura innesca un sentimento differente: l’odio.
La paura genera odio
Chi vive pensando che non esista niente al di fuori del proprio piccolo quadrato di vita ha una paura totale di tutto ciò che non conosce. Teme il diverso, l’alternativo, il nuovo, l’ignoto, i cambiamenti. Tutto ciò di cui spesso rifiuta persino l’esistenza ma che comunque non andrebbe mai a scoprire perché troppo impaurito.
Ecco allora che la risposta a questa paura diventa l’odio.
L’odio per tutto ciò che non fa parte della comfort zone: gli sconosciuti, gli stranieri, i “diversi”, gli innovatori, i ribelli, i sognatori. Chi vuole migliorare la situazione, propria e degli altri. Ma è una forma di odio che non riguarda solo le persone, perché si rivolge anche alle culture, le tradizioni e gli stili di vita alternativi.
Un odio spesso che i politici alimentano da sempre perché hanno capito quanto sia profonda e confusa la paura delle persone. Basta indirizzarla verso il bersaglio giusto per ottenere consensi, come dimostra la recente “paura dell’immigrato”, semplicemente assurda in un paese di emigranti come il nostro.
Ma c’è un esempio ancora più calzante: Greta Thunberg. La paura di dover cambiare stile di vita e rinunciare a tradizioni sbagliate ma consolidate spinge migliaia di persone a rivolgere tutto il loro odio su questa ragazzina che, in fondo, non sta cercando di impartirci una lezione di vita ma di salvare il pianeta.
Oppure pensiamo a Silvia Romano. Una ragazza che lascia una vita sicura e facile in Italia per andare ad aiutare gli altri in Africa e diventa il bersaglio di un’infinità di cattiverie, insulti e minacce.
L’odio è la risposta più facile a qualsiasi tipo di problema. Perché odiare, in fondo, significa aggrapparsi alle proprie convinzioni e mettersi nella posizione di giudicare e screditare tutto il resto. È molto più facile questo comportamento rispetto al confronto, perché il confronto richiede molte di più. I deboli odiano, i forti si confrontano.
Una lezione di vita imparata viaggiando
Come scrivo nel mio libro “Le coordinate della felicità“, sono tanti i motivi per cui viaggiare mi ha cambiato la vita. Ma uno dei più importanti è che mi ha permesso di aprire gli occhi e liberarmi dalle catene delle false convinzioni che mi impedivano di essere una persona libera e capace di ragionare liberamente.
Viaggiare ti mostra che il mondo è pieno di realtà differenti e non ne esiste una “giusta” a priori. Non c’è il modo “giusto” di vivere, non esiste niente di “normale” perché la normalità non è altro che un’invenzione partorita da una visione strettamente soggettiva della vita.
Viaggiando mi sono trovato di fronte a decine di situazioni che hanno sgretolato le mie fragili convinzioni, mostrandomi che quelle che ritenevo verità assolute non erano altro che opinioni.
In questo modo, viaggiare mi ha insegnato una preziosa lezione di vita: l’odio non è mai la soluzione.
L’odio ti logora e non è mai la soluzione
Viaggiare (ma anche leggere) ti fa capire che il mondo è grande e pieno di sfumature. Non c’è alcuna presunzione di normalità che tenga di fronte a questa verità. Non c’è giusto e sbagliato, non c’è bianco e nero. Ci sono infiniti modi di intendere le infinite cose della vita.
Quando apprendi questa lezione di vita, capisci che odiare non serve a nulla. Non è certamente negando l’esistenza del diverso che esso smette di esistere. Odiare è stupido ed è anche dannoso, perché è un sentimento negativo che ti logora, ti scava dentro e ti svuota.
Avete mai visto un odiatore seriale nella vita di tutti i giorni? È gente tesa, agitata, spaventata, diffidente. È gente che sta male. Odiare significa perdere ogni speranza nell’umanità e in un futuro migliore. Odiare vuol dire scegliere la soluzione più facile: arrendersi.
Viaggiare mi ha invece insegnato che la soluzione è esattamente l’opposto dell’odio: è l’amore, nella sua connotazione più ampia. L’amore per la scoperta del nuovo, ad esempio, quel confronto che richiede più sforzo dell’odio ma ti ricompensa con qualcosa di molto prezioso e profondo.
Vivere la vita con Amore, vivere felici
Porsi nei confronti del mondo con un atteggiamento di odio significa isolarsi e chiudersi sempre di più in se stessi. Imparare ad avere un atteggiamento pieno di amore vuol dire ricevere molto di più: i sorrisi di chi non capisce la tua lingua ma capisce le tue buone intenzioni, un aiuto inaspettato, un’ospitalità che mai avresti immaginato, nuovi incontri, nuove avventure, nuove scoperte.
L’Amore è la risposta giusta a qualsiasi domanda, perché l’amore apre le porte e unisce le persone. Amare significa andare avanti, curare, riparare e migliorare. Ciò che è diverso da ciò a cui siamo abituati non è il male e l’odio non è la risposta alle nostre paure.
Che cosa vogliamo, come umanità, se non che tutti stiano meglio e possano vivere felicemente? L’unica speranza in questo senso è l’Amore. Perché non puoi essere felice se sei schiavo della paura, se passi le tue giornate a detestare gli altri, spesso proiettando su di loro l’odio che hai per te stesso.
L’amore, non solo nel senso romantico ma in un’accezione universale, è ciò che dà un senso alla vita. E infatti, una vita senza amore è una vita senza senso.