Comunità, dieta e Ikigai: perché in questi 5 posti si vive felici fino a 100 anni

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C’è un proverbio giapponese che dice: “Solo se ti manterrai attivo, vorrai vivere fino a cent’anni”.

Trovo che ci sia una grande verità racchiusa in queste parole, perché, come diceva anche Luciano De Crescenzo, la vita non va allungata ma allargata. In altre parole, che senso ha vivere fino a cent’anni se lo si fa in maniera passiva, senza uno scopo e senza la gioia stessa del vivere? Il valore di una vita non è nel quanto, ma nel come.

Un concetto che viene spesso utilizzato per provare a dare un senso alla scomparsa prematura di una persona che, fino al momento della morte, aveva vissuto a pieno. Christopher McCandless, ad esempio, un ragazzo scomparso giovanissimo eppure protagonista, nella sua breve vita, di una serie di viaggi, avventure ed esperienze assolutamente fuori dal comune.

In questo modo, tuttavia, si corre il rischio di associare una vita piena a una vita breve e adrenalinica, oppure di giudicare un’esistenza lunga come “normale”, se non addirittura banale. Un pregiudizio sbagliato, perché chi lo ha detto che non si può vivere sia in lunghezza sia in larghezza?

Si può. È possibile arrivare fino a cent’anni non solo sopravvivendo ma conducendo un’esistenza felice e realizzata. E a dimostrarlo sono proprio i popoli più longevi del mondo, a partire dalle comunità dei centenari di Okinawa. Sull’isola giapponese non solo l’aspettativa di vita è nettamente superiore alla media globale, ma anche la felicità dei suoi abitanti.

Lo stesso vale per le altre “zone blu“, ovvero quei luoghi del pianeta dove c’è la massima concentrazione di centenari. Qual è il segreto? Una serie di abitudini e stili di vita che accomunano tutti questi luoghi.

Vivere cent’anni: le 5 zone blu del mondo

Queste sono le cinque zone con la più alta concentrazione di centenari al mondo:

  • Okinawa, Giappone. In particolar modo la parte settentrionale dell’isola.
  • Sardegna, Italia. In particolare le province di Nuoro e dell’Ogliastra.
  • Loma Linda, California, USA.
  • Penisola di Nicoya, Costa Rica.
  • Icaria, Grecia.

Della penisola della Nicoya in Costa Rica, parlo anche nel mio libro “La Pura Vida” in cui esploro la filosofia che rende il popolo Tico non solo tra i più longevi ma anche tra i più felici al mondo. Si tratta comunque di cinque zone del mondo molto distanti tra di loro, sparse su tre continenti differenti (America, Europa e Asia). Come detto, non solo si tratta delle popolazioni più longeve, ma anche di quelle più felici. D’altronde, è risaputo che una vita lunga è quasi sempre sinonimo di una vita serena mentre chi fatica a godere del proprio essere vivo finisce per spegnersi molto prima.

Le caratteristiche dei popoli più longevi del mondo

Isola di Okinawa, Giappone

  • attività fisica (passeggiate, cura dell’orto, QiQong e tai chi) anche a più di cent’anni;
  • dieta prevalentemente vegetariana con tante verdure e tofu;
  • la regola dell’80%: ci si alza da tavola quando si è pieni all’80%, mai mangiare fino a scoppiare;
  • forte senso di comunità grazie ai “club” di cui fanno parte tutti gli anziani;
  • ikigai: ogni abitante ha uno scopo nella vita che porta avanti fino alla fine.

Sardegna, Italia

  • dieta prevalentemente di origine vegetale, con un ampio consumo di frutta, verdura, frutta secca, legumi e cereali. Olio extra-vergine di oliva in abbondanza;
  • un bicchiere di vino rosso a pranzo e uno a cena;
  • la famiglia ha un ruolo chiave;
  • nessun anziano si sente abbandonato a se stesso ma è sempre coinvolto nella comunità;
  • alternanza di lavoro nei campi a momenti di “dolce far niente”.

Loma Linda, California

  • forte senso di comunità all’interno del movimento religioso degli avventisti del settimo giorno
  • dieta vegetariana
  • stile di vita il più naturale possibile

Penisola di Nicoya, Costa Rica

  • grande vitalità anche ben oltre i novant’anni;
  • si alzano alle 05:30 senza alcuna sveglia;
  • lavorano in campagna ogni singolo giorno, fino alla fine;
  • mangiano solo ciò che si producono.

Icaria, Grecia

  • sull’isola, un abitante su tre ha più di novant’anni;
  • lo stile di vita è lo stesso dal 500 a.C.;
  • dieta mediterranea e si mangia sempre secondo stagionalità;
  • c’è l’abitudine del “pisolino“.

Queste sono le principali caratteristiche delle cinque zone blu del mondo. Per quanto differenti tra di loro, ci sono delle caratteristiche in comune che forse svelano il “segreto” di una vita lunga e felice.

Le caratteristiche in comune

Il senso di comunità

Ovunque ci siano persone che vivono a lungo, ci sono forti comunità. Nessuno viene abbandonato al suo destino, nessuno si sente solo ed escluso. Forse, proprio per questo motivo, nessuno si sente vecchio e inadeguato, e quindi senza un motivo per continuare a vivere. Anche a più di cent’anni, le persone di queste zone si ritrovano per stare insieme e hanno un ruolo attivo nella società. Questo è un aspetto cruciale perché in totale contrapposizione con la vita che facciamo nelle grandi città occidentali, dove siamo tanti, abbiamo tutto e non siamo mai stati così soli.

La dieta

Una dieta prevalentemente vegetariana, con ampio consumo di frutta, verdura, frutta secca, legumi e cereali è un altro punto in comune tra tutte le cinque zone. Ma non è solo una questione di categorie, ci sono altri due elementi: viene rispettata la stagionalità e quello che si mangia è prodotto direttamente dalla gente del luogo. Il produttore è quindi anche il consumatore.

Mente e corpo sempre occupati

Quasi il 100% degli abitanti di Okinawa possiede un orticello che cura personalmente fino alla fine dei propri giorni. L’orto è un’altra costante delle zone blu, ma è una questione che va oltre il cibo: serve infatti sia per mantenersi attivi fisicamente sia per avere uno scopo nella quotidianità. Moltissime persone in Occidente hanno un solo motivo per cui alzarsi alla mattina: il lavoro. Poi, quando vanno in pensione, vanno in depressione perché la loro vita non sembra più avere alcun senso. Come scrivo anche nel mio libro, per vivere felicemente è fondamentale avere degli obiettivi che vadano oltre alle responsabilità. Che sia un hobby, un animale o delle piante di cui prendersi cura, un’amicizia da coltivare o una tradizione da difendere e tramandare. Il corpo e la mente dei centenari sono sempre impegnati, perché chi è impegnato ha un motivo per vivere.

Vivere con leggerezza

Tutte le comunità di centenari di questa lista hanno una visione della vita molto positiva. A Okinawa i centenari ridono di fronte alle sventure, in Sardegna ci si ritrova tutti insieme per “non fare nulla”, in Costa Rica si svegliano all’alba e sono grati per avere un’altra giornata a disposizione, in California pregano con gioia. In queste comunità la vita si affronta con leggerezza e lentezza. La frenesia delle nostre grandi città rumorose e inquinate è logorante. Non siamo qui per correre, ma per vivere a pieno ogni giornata senza pensare troppo al domani.

Come vivere fino a cent’anni, realizzati e felici?

Infine, c’è un ultimo punto che accomuna le comunità di centenari di ogni parte del mondo. Ne parlo anche nel capitolo “Minimalista” del mio libro “Le coordinate della felicità” ed è la capacità di semplificare la vita.

Non è semplice, perché in questa società materialista e consumista ci hanno convinti che una vita giusta sia una vita complicata e piena di cose, relazioni, pensieri e responsabilità. Tutta questa complessità ci logora e accorcia il nostro tempo. La vita è semplice, se cambiamo il modo in cui la consideriamo.

Quando capisci che non hai bisogno di molto per essere felice, diventi finalmente libero e puoi tornare a sorridere, senza avere più quell’affanno, quella pressione del non sentirti mai abbastanza.

Se vuoi avere una vita lunga e felice, non cercare una soluzione complessa. Cerca invece di semplificare: avrai più controllo sulla tua esistenza e ti renderai conto che hai già tutto quello che ti serve per vivere bene.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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