Anche se lo dimentichiamo con molta facilità, noi esseri umani siamo animali, e come la maggior parte degli animali, tendiamo naturalmente a cercare la compagnia dei nostri simili. È un istinto naturale che ci fa sentire al sicuro, ci fa stare bene, ci permette di creare relazioni importanti necessarie per affrontare la vita con serenità.
Per tutto il corso della nostra storia, l’uomo ha sempre cercato di far parte di comunità, tribù, società. Ha sempre cercato di stare insieme agli altri, forse perché aveva compreso ben prima che uscisse il film “Into the wild” che la felicità è davvero reale solo quando è condivisa.
Poi è successo qualcosa. È successo che l’uomo, in tante zone del mondo, si è ritrovato con un benessere mai visto prima. Dopo anni di guerre sanguinose, malattie e povertà, improvvisamente anche l’uomo del popolo ha potuto godere di possibilità che un tempo erano una questione esclusiva dei nobili e dei benestanti.
Invece di celebrare con gli altri questo grande salto in avanti, l’uomo ha deciso di chiudersi in se stesso e trasformare la sua esistenza in una grande celebrazione del proprio ego.
Ci siamo fatti convincere che la felicità non fosse più una questione collettiva, ma una questione strettamente personale. È successo perché il progresso tecnologico ci ha portati ad avere strumenti potentissimi che in qualche modo ci hanno portato a credere di poter fare a meno degli altri.
Nonostante (o a causa di?) tutto il benessere di cui godiamo, per la prima volta l’essere umano ha deciso di non rifugiarsi nella tribù ma nella solitudine. Una solitudine caratterizzata da mille tecnologie che ci danno l’impressione di non essere mai soli, pur non avendo nessuno intorno a noi.
Nessuna tecnologia può sostituire un abbraccio
La maggior parte delle cause alla base della depressione dipendono dalla mancanza di connessione e contatto umano. Dalla solitudine, appunto. Una spirale in cui è molto facile finire ma dalla quale è molto difficile uscire, perché ogni giorno che passa ti sembra di esserti chiuso ancora di più in te stesso.
Oggi la gente si isola a causa della tecnologia. Ti viene presentata come un modo per connetterti con tutto il mondo e alla fine ti ritrovi solo e in silenzio a passare compulsivamente da una immagine all’altra su Instagram. Magari scrivi ad altre persone, interagisci con loro, magari hai migliaia di amici virtuali e tante persone che apprezzano quello che posti.
Ma in fondo sai che niente di tutto questo può essere minimamente paragonabile alla reale compagnia con altri esseri umani, specialmente se vibrano alla tua stessa frequenza.
Non esiste una tecnologia in grado di replicare la sensazione di guardare negli occhi la persona con cui stai parlando. Niente può sostituire un sorriso, un abbraccio, certe parole appena sussurrate, due mani che si stringono, un bacio o una pacca sulla spalla.
Dire che le relazioni sui social network siano identiche a quelle nella vita reale è come dire che guardare un film porno sia come fare sesso. Non è la stessa cosa e non lo sarà mai.
Depressione e solitudine: la soluzione è nello scambio umano
Viviamo nell’epoca storica con più benessere di sempre, eppure l’essere umano non è mai stato più solo di così. Siamo la generazione più depressa, solitaria e pessimista di tutti i tempi, nonostante abbiamo tutto. Secondo l’OMS, la depressione sarà la malattia più diffusa al mondo nel 2030, ed è strettamente legata alla solitudine e all’isolamento auto-indotto.
Come si può contrastare questa piaga? La risposta è semplice: tornando a vivere a stretto contatto con le persone. Stringendo amicizie vere, non quelle che capitano casualmente. Un amico vero è quello che hai scelto, tutti gli altri sono persone che sono capitate nella tua vita a un certo punto e hai iniziato a frequentarle per caso.
Cercando l’amore, quello vero. Nel mio libro “Le coordinate della felicità” lo scrivo chiaramente:
Mi rendo conto che viaggiare mi ha insegnato una grande lezione, forse la più importante di tutte: è nell’amore, quello per te stesso, per gli altri e per il mondo intero, che trovi le coordinate della tua felicità. Ti dicono di inseguire i soldi, la carriera, il prestigio, l’ostentazione… ma se non c’è amore nella tua vita, non c’è niente per cui valga davvero la pena vivere.
Tratto da “Le coordinate della felicità“
La compagnia con le persone è tremendamente sottovalutata, ma è una cura per molti problemi emotivi. Ovviamente devi scegliere con cura le persone di cui circondarti, ma quando hai al tuo fianco gli esseri umani giusti, quelli che sono disposti ad ascoltarti senza giudicarti, ad esempio, ritrovi il sorriso molto velocemente.
Dove si trovano queste persone? Puoi trovarle ovunque, anche dentro la tua stessa vita, quella che credi di conoscere così bene. Puoi trovarle nella tua città, senza stravolgere tutto. Ma c’è un modo per essere certo di trovarle: viaggiando.
Viaggia e riscopri la bellezza dei rapporti con le persone
Perché in viaggio non ci sono etichette e tra viaggiatori si ha l’impressione di essere tutti nella stessa condizione. Quando ti ritrovi su un bus, su una barca, nella sala comune di un ostello, di fronte al check-in in un aeroporto e hai intorno a te altre persone con lo zaino in spalla e l’aria sognante, senti di essere in mezzo ad altre anime simili alla tua. Anime erranti lontane migliaia di chilometri da casa.
Le situazioni che si vengono a creare in viaggio, uniscono le persone. Ecco perché viaggiare in un certo modo – con il cuore aperto al mondo – è il vero antidoto alla solitudine: quando viaggi non sei mai da solo, se non lo vuoi. Anche e soprattutto quando viaggi in solitaria.
Se vuoi ribellarti all’isolamento dei nostri tempi, viaggia. Specialmente se sei una persona che nella vita di tutti i giorni si sente “fuori posto”: viaggiare ti farà ritrovare improvvisamente a stretto contatto con tantissime persone molto diverse da quelle che frequenti di solito. Così, probabilmente, in mezzo a loro ti sentirai più a tuo agio di quando eri a casa.