• 2 settembre 21:00 Desio presso Parco Tittoni SOLD OUT
  • 6 settembre 21:00 Boves presso Equo Festival SOLD OUT
  • 13 settembre 20:30 Verona presso Om Festival SOLDOUT
  • 14 settembre 19:30 Milano presso Festival il tempo delle donne per partecipare qui 
  • 15 settembre 15:00 Marina di Ravenna presso Kalemana Festival per partecipare qui 
  • 18 settembre 20:00 Muralto Locarno, Svizzera per partecipare qui
  • 19 settembre 21:00 Vicopisano presso Le parole contano per partecipare qui
  • 20 settembre 18:00 Ferrara presso Associazione Nuova Terraviva per partecipare qui
  • 21 settembre 14:30/15:30 Cesena presso Macrolibrarsi Festival per partecipare qui
  • 22 settembre 21:00 Padova presso Festival Consapevolezza per partecipare qui

Il firmacopie si terrà solo prima dell'evento, a partire dalle ore 19:00 fino alle 20:30. Presso la location sarà possibile acquistare i miei libri.

  • 28 settembre 18:00 Mestre presso Festival delle Idee per partecipare qui
  • 1 ottobre 17:30 Brescia presso Festival Librixia per partecipare qui
  • 6 ottobre Marina di Bibbona presso SurfWeek Festival *presto i dettagli
  • 9 ottobre 14:00/15:00 Rimini presso TTG book&go per partecipare qui
  • 25 ottobre Bari presso Storytellers Festival per partecipare qui

Trasferirsi a Bali: la guida con tutto quello che devi sapere

Trasferirsi a Bali, prima della pandemia, era un sogno per pochi, perché erano poche le persone realmente intenzionate a una fuga dall’Italia, magari in un paradiso tropicale dove il tempo scorre più lentamente e le persone sono più gentili e sorridenti.

Pensieri come “mollo tutto e mi trasferisco a Bali” erano solo fantasie lontane e per la maggior parte della gente irrealizzabili.

Poi sono arrivati i lockdown, i dubbi, la paura, i cambiamenti imposti e poi l’inaspettato desiderio di non tornare alla normalità di prima, ma di evolversi verso qualcosa di più.

L’avvento del lavoro in remoto ha aperto nuove opportunità, un tempo impensabili. Ma soprattutto si è sviluppata in moltissime persone la consapevolezza che nella vita ci sono cose più importanti del correre incessantemente alla ricerca di risultati e approvazione esterna.

La felicità è importante. E oggi, forse, abbiamo un po’ meno paura dell’ignoto rispetto a prima. Abbiamo meno paura di rischiare per essere felici.

Per questo motivo, l’idea di mollare tutto e trasferirsi a Bali è diventata sempre più concreta per molte persone. Lo vedo dalla quantità di messaggi che ricevo sui miei social, visto che vivo sull’isola indonesiana per buona parte dell’anno.

Ma cosa significa davvero trasferirsi a Bali? Cosa vuol dire vivere sull’isola degli Dei? In questa guida voglio fornire qualche indicazione a chi ci ha pensato, ci pensa e magari è davvero intenzionato a farlo.

Ma prima… Perché trasferirsi a Bali?

Bali è diventata così popolare negli ultimi anni non solo perché è una bellissima destinazione, ma anche perché è caratterizzata da tre fattori difficili da trovare in altre parti del mondo:

1. Sicurezza

Bali è molto sicura. Pur essendo così popolare, si riscontra qualche piccolo problema solo nelle aree popolate dagli amanti della vita notturna, e non è niente di paragonabile a quello che succede in Occidente in contesti simili.

A Bali non esistono crimini violenti e in molte aree si può persino uscire di casa senza chiudere la porta. Merito della popolazione, non solo pacifica e gentilissima, ma anche molto onesta: nei gruppi Facebook dedicati a chi vive a Bali, si trovano costantemente post di persone del luogo che segnalano il ritrovamento di portafogli, occhiali da sole e persino soldi appartenenti a turisti distratti.

Non a caso, Bali è una delle destinazioni più amate e consigliate dalle ragazze che viaggiano da sole.

2. Il contatto con la natura, ma senza compromessi

A Bali la natura è dominante, il verde è ovunque, c’è l’oceano, ci sono cascate, foreste, vulcani. È un piccolo paradiso che ti fa sentire connesso con la Terra, donandoti molta tranquillità e buon umore.

Questo, però, non significa dover vivere rinunciare a infrastrutture e servizi: acqua calda, ottimo wifi, strutture ospedaliere, palestre e tutto ciò che si può desiderare per vivere comodamente è presente sull’isola.

3. Il clima

A Bali non si scende quasi mai sotto i venti gradi, si può girare in infradito e canottiera quasi tutto l’anno. Niente vestiti pesanti, giornate iper-brevi e freddo nelle ossa: per chi ha sempre sognato di trasferirsi in un luogo caldo e senza inverno, questo è un sogno che diventa realtà.

Oltre a questi tre fattori, Bali ha anche un costo della vita ridotto ed è situata in una posizione comoda tanto per viaggiare in Australia/Nuova Zelanda quanto per raggiungere qualsiasi grande città del Sud Est Asiatico.

Ecco perché sempre più persone la scelgono non soltanto per una vacanza, ma anche per un trasferimento, che può essere di due tipi:

in pianta stabile. Questo significa, ad esempio, trasferirsi a Bali per aprire un’attività (ristorante, albergo, yoga studio etc), acquistare casa, mandare i figli a scuola etc.
temporaneamente. Come nomadi digitali che vivono solo una parte dell’anno qui oppure studenti universitari che dedicano un periodo della loro vita a fare quello che facevano a casa, ma da Bali e ovviamente in remoto. Ci sono anche coloro che si trasferiscono sull’isola temporaneamente per fare del volontariato.

 

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Quando visitare Bali? Il clima

Il clima è uno degli aspetti che più rendono piacevole l’idea di trasferirsi a Bali. Nell’immaginario comune, infatti, l’isola indonesiana è un paradiso fatto di giornate piene di sole, temperature sempre miti, cieli e mari azzurri.

In parte è così, ma non del tutto.

A Bali esistono, fondamentalmente, solo due stagioni: la stagione delle piogge e la stagione secca.

La stagione delle piogge va da novembre a marzo, con il picco tra dicembre e gennaio. In questi ultimi due mesi, a Bali piove tantissimo e possono capitare intere giornate di acqua incessante dal cielo.

Al contrario, la stagione secca è quella in cui piove meno e il clima è al suo massimo splendore. Inizia ad aprile e termine a ottobre. L’estate italiana è quindi il periodo ideale per visitare Bali.

Per quanto riguarda la temperatura, raramente si scende sotto i venti gradi, in quasi tutte le zone dell’isola. Nella stagione delle piogge l’aria è molto umida e le zanzare aumentano notevolmente. Nella stagione secca, invece, le temperature si avvicinano e superano tranquillamente i 33/35 gradi.

Se volete trasferirvi a Bali in pianta stabile, va quindi presa in considerazione la stagione delle piogge, a cui ci si deve abituare con pazienza sia per l’umidità costante, sia per le zanzare (e il rischio di contrarre la dengue) sia per le giornate in casa mentre fuori diluvia.

Se invece volete trasferirvi a Bali momentaneamente, magari perché volete fare un’esperienza da nomade digitale, oppure volete fare volontariato o studiare in remoto, vi conviene sicuramente scegliere il periodo estivo: giugno, per me, è il mese migliore in assoluto.

Comprare o affittare casa a Bali?

Per chi sceglie di restare a Bali per uno o due mesi, la soluzione più intelligente è affittare.

Che cosa? Ci sono varie opzioni: un bungalow, una camera all’interno di un complesso, una eco-house in bambù, una casa indipendente o una villa.

Molti sognano di trascorrere un periodo a Bali soggiornando in una villa con piscina con vista sulle risaie, di quelle che si vedono spesso sui social network.

I prezzi dei soggiorni sono molto variabili: in una guesthouse gestita da persone del posto significa si vive un’autentica esperienza balinese (ma senza rinunciare alle comodità, come il wifi) spendendo anche solo tra i 15 e i 35 euro al giorno. Le ville, invece, hanno un prezzo che va da 400-600 euro al mese fino a più di duemila in base alla tipologia e alla zona.

E se uno volesse acquistare una casa? In Indonesia (come in quasi tutti i paesi asiatici) agli stranieri non è concesso di comprare un terreno o un immobile. Tuttavia si può “acquistare” un contratto di affitto, che è poi possibile “rivendere“.

Mi spiego meglio. A Bali si può acquistare un immobile o un terreno a tempo, fino a un massimo di 99 anni. La maggior parte delle ville vengono messe in vendita per 20, 25, 30 anni al massimo. Quella in cui viviamo io e Claudia ha un contratto di quattro anni.

Se ne acquistiamo una con un contratto di 20 anni, diciamo per 80.000 euro, dopo cinque anni la possiamo rivendere per i restanti 15 anni di contratto. Quando ci si avvicina alla fine del contratto, si può discutere con i proprietari della casa o del terreno di un rinnovo di lungo termine.

 

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Come muoversi a Bali

Il mezzo più utilizzato per muoversi sull’isola è lo scooter. Bali non è particolarmente servita dai mezzi pubblici (ne stanno venendo fuori alcuni solo ora) e le strade sono strette e trafficatissime.

Ecco perché le due ruote solo la soluzione ideale, mentre l’auto rappresenta una sfida non da poco: potete acquistarne o noleggiarne una, ma rischiate di ritrovarvi bloccati più e più volte in curve troppo strette, strade bloccate o impraticabili e soprattutto di restare per ore e ore in mezzo al traffico.

Per chi si ferma meno di un mese, noleggiare uno scooter è la soluzione ideale. Per chi si ferma più a lungo, ha senso acquistarlo: sull’isola ce ne sono talmente tanti che se ne trovano a prezzi davvero stracciati.

È bene sottolineare che per guidare a Bali è necessario indossare il casco ed essere in possesso della patente internazionale. Non avere una delle due cose o entrambe potrebbe anche non essere un grande problema nel caso in cui vi dovessero fermare (si paga la multa), ma se fate un incidente e non avete casco e patente internazionale, la vostra assicurazione non vi coprirà. E questo potrebbe essere un guaio non da poco…

 

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Cosa e dove mangiare a Bali

Bali è nota tra i viaggiatori e le viaggiatrici del mondo anche per la possibilità di mangiare fuori praticamente sempre. Se scegliete la cucina locale, il riferimento sono i warung, ristorantini tipici dove gustare le prelibatezze della cucina indonesiana (nasi goreng, mie goreng, nasi campur…) spendendo molto poco.

Se volete piatti internazionali, troverete comunque ristoranti di ogni tipo, dalla pizzeria al messicano all’indiano al sushi…. Per i vegetariani e i vegani, Bali è davvero un paradiso: ci sono centinaia di locali dedicati e opzioni veg praticamente ovunque.

Molte persone che si trasferiscono qui, vanno a mangiare fuori tutti i giorni o quasi. Anche per questo è difficile trovare delle sistemazioni di breve termine con la cucina. Chi invece vuole prepararsi da mangiare a casa, può comunque farlo rifornendosi nei supermercati ma soprattutto nei mercati locali, dove si trovano frutta e verdura di qualità e freschissima ogni mattina.

In base alla zona in cui ci si trova, potrebbe essere più economico mangiare fuori rispetto al cucinare a casa. Ad esempio potrebbe essere difficile trovare un alloggio con la cucina e quei pochi a disposizione potrebbero avere prezzi elevati, oppure potrebbe essere difficile reperire le materie prime a causa della distanza dai mercati locali.

Trasferirsi a Bali: che zona scegliere?

Bali è suddivisa in aree che a volte sono molto diverse tra di loro. Vediamo quali sono le zone principali e quali sono le rispettive caratteristiche.

Kuta

Kuta è stata la prima area veramente turistica di Bali e ancora oggi è una delle destinazioni must per chi si reca sull’isola per fare un tour organizzato. È rinomata per la sua lunga spiaggia e le onde perfette per imparare a surfare.

Vista la sua intaccabile popolarità, a Kuta troverete moltissime persone, negozi ovunque, ristoranti internazionali, bar sulla spiaggia, club popolati dagli amanti della vita notturna. Qui si trova a che il centro commerciale più grande e noto dell’isola: Beachwalk.

Ci sono numerosi resort e hotel di lusso, ma anche sistemazioni economiche per backpackers. È la meta ideale per chi vuole sentirsi al centro del mondo, fare conoscenze e godere dei servizi tipici di una località turistica occidentale.

Umalas

Umalas è una delle zone in maggiore crescita di Bali, al punto che sempre più expat si stanno rilocando qui, vista anche la breve distanza da Seminyak e Canggu (pochi chilometri). Il motivo? Umalas è caratterizzata da una pace ormai introvabile nelle zone più popolari e turistiche dell’isola.

È un’area molto tranquilla e rilassante, con splendide viste sulle risaie e un’atmosfera lenta che ti riappacifica con il mondo. A Umalas non c’è moltissima scelta per quanto riguarda gli alloggi in hotel e guesthouse, ma ci sono molte ville private tra cui scegliere, da affittare o comprare.

È la meta ideale per chi vuole restare vicino a Seminyak e Canggu, ma lontano dal rumore, dal traffico e dalla sovrappopolazione turistica. Per chi ama il verde e i ristoranti con viste sensazionali.

Jimbaran

Jimbaran è stato per moltissimo tempo un piccolo villaggio di pescatori, che negli ultimi anni si è trasformato in una località relativamente tranquilla e sicuramente molto comoda, visto che si trova a pochi chilometri dall’aeroporto di Bali. Proprio per questo motivo, è scelta da molti turisti come punto di arrivo e ultima tappa del loro viaggio.

Per chi vuole trascorrerci più di qualche giorno, Jimbaran offre tranquillità e il pesce più fresco dell’isola, che viene cucinato dopo essere stato scelto direttamente dalle barche dei pescatori.

A Jimbaran ci sono delle bellissime ville, ma anche dei resort, ristoranti e locali da cui sorseggiare qualcosa ammirando un tramonto indimenticabile.

Uluwatu

Uluwatu è, per me, una delle zone più belle di tutta Bali. Almeno in termini di paesaggi: trovandosi nell’estremo sud dell’isola, ed essendo affacciata proprio sull’immensità dell’oceano Pacifico, a Uluwatu ci si può riempire il cuore e gli occhi di una bellezza indimenticabile.

Uluwatu è anche la zona più amata dai surfisti di buon livello, dal momento che in alta stagione c’è il reef break e si può surfare direttamente sulla barriera corallina. Le sue correnti non la rendono adatta ai principianti.

È la più classica delle surf town, una località dove vige la regola della lentezza e del vivere rilassati (e possibilmente scalzi per la maggior parte delle giornate). Anche per questo qui si trovano molti expat, occidentali che hanno trovato il posto giusto dove rallentare e ritrovare la serenità perduta. C’è da dire che le ville private sono tra le più care dell’isola, ma sono anche tra le più belle.

Si trovano numerose sistemazioni anche più economiche, dagli ostelli alle guesthouse, molte delle quali affacciate sull’oceano. Le viste selvagge di cui si gode a Uluwatu sono un ottimo motivo per prenderla in considerazione in caso di trasferimento momentaneo o permanente a Bali.

Sanur

Sanur è una cittadina costiera nel sud-est dell’isola, situata in un’ottima posizione per raggiungere le isole di Nusa Penida e Nusa Lembongan (anche in giornata). Per quanto riguarda il viverci, la qualità della vita è sicuramente molto buona, anche se ci sono meno attrazioni e locali rispetto ad altre aree.

Non a caso, Sanur è molto amata dai visitatori più anziani e dalle famiglie, ma anche dagli amanti della vita da spiaggia, grazie all’ampia spiaggia situata in una specie di conca e quindi riparata dalle correnti più violente e dal vento.

È piena di barchette colorate di pescatori ed è il punto di partenza di moltissime escursioni (soprattutto immersioni). Rispetto a tutte le altre zone, Sanur offre un’atmosfera più da villaggio, più a misura d’uomo, grazie anche al percorso di 8 km dedicato a chi vuole camminare, correre o andare in bicicletta (una vera rarità a Bali).

È il posto ideale per chi vuole trasferirsi per svernare in pensione o per trascorrere un periodo della propria vita di relax, vista anche la presenza di numerose spa e ristoranti di alto livello.

Ubud

Situata nel cuore dell’isola, Ubud è considerata a pieno titolo la capitale artistica di Bali.

Un tempo era un villaggio frequentato solo da artisti, hippie e appassionati di spiritualità, mentre oggi è una delle zone più popolari di Bali, pur restando estremamente fedele alle sue tradizioni e cerimonie induiste, in grado di monopolizzare l’attenzione e il traffico in qualsiasi momento della giornata.

Immersa nel verde e circondata da bellissime risaie, caratterizzata da templi antichissimi e curati nei minimi dettagli, ma anche dalla celebre Monkey Forest, Ubud rappresenta al meglio l’armonia degli opposti di Bali: da un lato legatissima alle tradizioni millenarie, dall’altro proiettata al futuro con ristoranti all’avanguardia, cafè artistici e locali in cui lavorare in remoto.

Non a caso, insieme a Canggu, Ubud è considerata la destinazione ideale per i nomadi digitali, grazie anche alla presenza di vari co-working spaces e internet ad alta velocità.

A Ubud si trovano sistemazioni di ogni tipo, dalle guesthouse a basso costo fino alle lussuose ville immerse nel verde delle risaie.

È il posto giusto per chi ama l’arte in tutte le sue forme: qui si trovano pittori, poeti, artigiani, danzatrici. Ma anche per chi è attratto dal mondo della spiritualità e del benessere, vista la presenza massiccia di ritiri di meditazione, lezioni di yoga, cooking class e seminari di ogni tipo.

Qui è stato girato il famosissimo film “Mangia Prega Ama“, a cui Ubud deve molta della sua attuale popolarità. Per molti, è iniziato così il sogno di trasferirsi a Bali.

Lovina

E se uno volesse visitare o trasferirsi in una zona poco occidentalizzata di Bali? Nell’estremo nord si trova Lovina, un’area piena villaggi, templi e cascate ancora poco conosciuti dal turismo di massa.

Per molti andare a Lovina è come fare un salto indietro nel tempo, dentro una Bali genuinamente accogliente e autentica, con tutti i suoi pro e i suoi contro. Qui si trovano spiagge quasi incontaminate e soprattutto una circostanza rarissima sull’isola: poco traffico e rumore. È anche una località ideale per gli amanti delle immersioni.

Amed

Amed è un’altra località ancora lontana dalle rotte del turismo di massa e come Lovina è molto amata dagli appassionati di immersioni. Anzi, è considerata la zona di riferimento in questo senso, al punto che molti turisti approfittano di un soggiorno di qualche giorno ad Amed per ottenere la certificazione di scuba diving in una delle numerose scuole presenti.

Particolarmente amata e popolata dai francesi, oltre alle immersioni e allo snorkeling, Amed offre anche una interessante selezione di ristoranti e yoga studio, molti dei quali con vista sul vulcano attivo Agung, il più grande dell’isola. Un luogo meno noto per realizzare il sogno di trasferirsi a Bali.

Sidemen

Infine, Sidemen, una delle zone più amate da coloro che cercano una Bali autentica e selvaggia. Qui si trova ancora poco sviluppo, poco rumore e turismo di massa.

Caratterizzata da risaie infinite, villaggi tradizionali e cascate nascoste, a Sidemen si trovano alcune delle eco-strutture più belle al mondo, spesso costruite interamente in bambù e materiali naturali, dove soggiornare per qualche notte godendo di un lusso sostenibile e tutti i comfort del caso, pur restando a strettissimo contatto con la natura.

In zona non si trovano moltissimi ristoranti occidentali, ma la cucina locale, quella vera, non manca. Sidemen potrebbe essere la meta ideale per chi vuole trasferirsi a vivere a Bali per il suo cuore più autentico, per diventare un vero balinese.

Si può lavorare a Bali?

Una delle domande più frequenti che ricevo è: posso trovare lavoro a Bali? La risposta è che è molto molto difficile riuscirci. La legge indonesiana tutela le persone locali, motivo per cui solo coloro che svolgono mansioni che un indonesiano non può svolgere possono essere assunte. In alternativa, bisogna venire sponsorizzati da una grande azienda disposta a investire (anche economicamente) su di noi.

È però possibile lavorare in remoto da Bali, purché non si lavori in rupie indonesiane, ovvero non si offrano servizi a persone indonesiane o sul territorio indonesiano. Se ad esempio lavorate con clienti italiani (in quanto freelance o dipendenti) guadagnando in euro, non avrete problemi purché abbiate un visto adeguato: è illegale lavorare in Indonesia con un visto turistico.

Il visto di riferimento per i nomadi digitali è il B211A (business visa). Se siete interessati, potete contattare via Whatsapp il mio agente storico Antonello di Bali Zero per maggiori informazioni.

Le altre due alternative sono aprire un’attività, un’opzione comune tra coloro che si trasferiscono sull’isola aprendo ristoranti, hotel, negozi, cafè, sale yoga e quant’altro, oppure fare volontariato, come fanno migliaia di persone ogni anno in organizzazioni che si occupano di bambini, animali, conservazione culturale e ambientale. A tal proposito, è possibile trovare delle opportunità interessanti su Worldpackers, di cui ho già parlato in questo articolo.

 

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Trasferirsi a Bali: quale visto?

Per quanto riguarda il visto, si può soggiornare a Bali gratuitamente con il visa on arrival (VOA). Si tratta di un visto che si fa direttamente all’aeroporto e dura 30 giorni. Questo visto, però, non è adatto a chi vuole trasferirsi a Bali, perché ha delle forti limitazioni.

Chi desidera rilocarsi, temporaneamente o definitivamente, deve per forza scegliere altre opzioni. Una di queste è il visto business B211A (30 giorni + rinnovo di 60 giorni), l’altra è il kitas (due anni di visto).

Per capirne di più e per applicare per il corretto visto, il mio consiglio spassionato è di rivolgersi a un agente qualificato e presente sul territorio. Negli anni ho letto e ascoltato troppe storie di persone che, per un errore in buona fede, sono state costrette a pagare sanzioni salatissime o sono state addirittura deportate.

A chi rivolgersi, dunque? Il mio agente storico si chiama Antonello, è un ragazzo italiano che vive a Bali da tempo e gestisce un’agenzia chiamata Bali Zero, diventata ormai un punto di riferimento per chiunque voglia trasferirsi a Bali.

Antonello non è soltanto preparatissimo su qualsiasi argomento riguardi Bali, ma è anche una persona di una cordialità e una disponibilità infinite. Se volete trasferirvi a Bali, ma anche se avete la necessità di rinnovare un visto in scandenza, vi consiglio caldamente di rivolgervi a lui scrivendogli direttamente su WhatsApp e menzionando che avete trovato il suo contatto in questo articolo.

Quale assicurazione sanitaria?

Infine, l’assicurazione sanitaria. Quando si viaggia per il mondo è importantissimo essere coperti da una polizza. Può sembrare non necessario, ma quando ci si ritrova in difficoltà (e può succedere a chiunque) essere costretti a pagare di tasca propria conti ospedalieri da migliaia e migliaia di euro è un incubo che diventa realtà.

Negli anni, ho sentito troppe storie di questo tipo, proprio a Bali. Persone che fanno indicenti in scooter, surfando o magari contrae la dengue e si ritrovano a dover sborsare cifre esorbitanti per essere curato.

E se è vero che molte assicurazioni sono care e non coprono per più di 30 giorni di viaggio, ce ne sono alcune studiate appositamente per cui viaggia a lungo o trascorre lunghi periodi all’estero.

Da anni, io utilizzo SafetyWing. È una polizza ottimale per tre motivi:

– si può attivare anche quando si è già in viaggio
– si può attivare e disattivare ogni quattro settimane come se fosse un abbonamento a Netflix (non ci sono vincoli annuali)
costa circa 40 euro per quattro settimane.

Ecco cosa include la polizza:

  • copertura medica per malattie e infortuni imprevisti, che include le spese ospedaliere, le visite dal dottore e la prescrizione di farmaci.
  • La copertura è valida per chi viaggia in qualsiasi paese al di fuori di quello di residenza.
  • Copertura per operazioni di salvataggio ed evacuazioni mediche.
  • La polizza copre spese fino a $250.000 (circa €222.000).
  • Fino a $50 al giorno per la riabilitazione.
  • Fino a $1.000 per emergenze ai denti.
  • Fino a $150 per visite oculistiche.
  • Fino a $50.000 per spese mediche legate a eventi terroristici.
  • Fino a $100 per i ritardi aerei (nessuna franchigia)
  • Fino a $100 per la perdita del passaporto o del visto (nessuna franchigia)
  • Fino a $100 al giorno in caso di disastri naturali (nessuna franchigia)

Puoi scoprire di più su SafetyWing direttamente qui.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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