3 cose che ho imparato viaggiando in Cina tra natura e spiritualità

Un viaggio in Cina è una possibilità poco considerata dai viaggiatori e dalle viaggiatrici al giorno d’oggi, da un lato perché negli ultimi tre anni questo paese è rimasto praticamente chiuso al turismo; dall’altro perché della Cina si sa ancora molto poco in Occidente.

Quel poco che arriva, inoltre, è spesso condito di pregiudizi, se non un vero e proprio razzismo, ed è proprio questo uno dei motivi che mi ha spinto a fare un viaggio in Cina: volevo vedere con i miei occhi come stanno davvero le cose.

Viaggiare mi ha insegnato a non dare nulla per scontato, e soprattutto a non credere ciecamente a quello che ti viene detto. Molto spesso, infatti, ci convinciamo che qualcosa o qualcuno sia buono o cattivo in base alla narrazione che ne fanno gli altri, ma alla fine l’unico modo per farti un’idea di un Paese è visitarlo.

È quello che ho fatto in Cina, mosso non solo dalla curiosità ma anche dal mio desiderio di scoprire di persona il taoismo, antica religione/filosofia che mi ha sempre affascinato e a cui accenno anche nel mio libro sul buddhismo. Nel giro di circa un mese, ho visitato il sud-ovest di questo immenso paese seguendo un itinerario tra spiritualità e natura studiato con un’agenzia italo-cinese di Trieste specializzata in viaggi alla scoperta della vera Cina. E queste sono 3 cose che ho scoperto.

Viaggio in Cina: 3 cose che ho scoperto

  1. La Cina ha dei luoghi naturali da toglierti il fiato

Il sud-ovest della Cina è una terra di meraviglie naturali che ti fanno sentire piccolo e al tempo stesso grato di vivere su questo pianeta. La Valle di Jiuzhaigou, incastonata tra le montagne della provincia di Sichuan, è un gioiello paesaggistico con le sue lagune colorate, cascate spettacolari e foreste secolari. I monti Karst di Guilin e di Yangshou (un’antica cittadina veramente stupenda), nella regione autonoma di Guangxi, presentano formazioni rocciose uniche al mondo che emergono dalla pianura, creando un panorama mozzafiato riflesso nei tranquilli fiumi che le attraversano. La provincia di Yunnan è famosa per le Terrazze di Riso di Yuanyang, dove le colline terrazzate creano un’immagine stupefacente, specialmente durante le stagioni di semina e raccolta. Nella provincia di Guizhou si trova invece la cascata di Huangguoshu, la più grande di tutto il continente asiatico.

Personalmente, i luoghi naturali che più mi hanno colpito sono stati i parchi nazionali. Fare un trekking sul Monte Fanjing, con le sue scalinate strettissime e ripide e i due templi buddhisti costruiti sulla cima (collegati da un ponte costruito sul vuoto), è un’esperienza quasi mistica, sicuramente indimenticabile. Nel cuore del sud-ovest della Cina, la montagna Tianmen e il Parco Nazionale di Zhangjiajie, noto anche come il “Parco di Avatar“, aggiungono ulteriore magnificenza alla regione.

La montagna Tianmen, in particolare, è un luogo davvero sensazionale. Raggiungibile direttamente dal centro della città attraverso la seggiovia più lunga del mondo, qui è possibile camminare sul celebre skywalk, una passerella di vetro trasparente che consente di vedere sotto ai propri piedi le centinaia di metri di vuoto.

Per raggiungere la cima occorre invece percorrere a bordo di un pulmino la snake road, una strada composta da 99 curve. Così si raggiunge la parte più alta e mozzafiato della montagna, dove si trova la Stairway to Heaven: una scalinata di 999 scalini che conduce all’arco naturale più grande del mondo, una vera e propria porta nella montagna chiamata appunto “la porta del paradiso”.

Il Parco Nazionale di Zhangjiajie è stato invece di ispirazione per il mondo di Pandora nel film “Avatar“, ed è un altro spettacolo naturale da lasciare senza parole. Le colonne di pietra calcarea, spesso immerse nelle nebbie, danno vita a un paesaggio surreale.

Molti credono che la Cina sia un luogo grigio e desolante, ma personalmente non ho mai visto dei paesaggi naturali come questi da nessun’altra parte del mondo. Se ami la natura, i trekking e la vita all’aria aperta, la parte sud-ovest della Cina ti lascerà senza parole.

  1. La vera Cina è nei contrasti: dalle città del futuro ai villaggi delle minoranze

La Cina è conosciuta per le sue città estremamente popolose. Durante il mio viaggio in Cina sono passato anche da Chongqing, la città più popolosa del mondo con oltre 33 milioni di abitanti. Oltre a questo primato, Chongqing è anche famosa per la sua metropolitana sopraelevata che passa direttamente dentro i palazzi.

Ciò che più colpisce di queste super metropoli non è solo la quantità di persone che le abitano ma il fatto che sono completamente proiettate al futuro: le automobili e gli scooter elettrici, i robot che ti portano il cibo in camera, la possibilità di pagare tutto ciò che si acquista con lo smartphone, il treno ad alta velocità che spacca il secondo e le stazioni organizzate come se fossero aeroporti. Qui si trovano anche la funivia più lunga e l’ascensore esterno più alto del mondo. La Cina è un paese estremamente tecnologico, e lo è per tutti, dai più giovani ai più anziani. È anche uno dei paesi più sicuri, puliti e ben organizzati in cui abbia mai viaggiato.

Eppure l’anima antica di questo Paese è ben preservata, come dimostrano i tantissimi templi delle tre religioni che nel corso dei millenni hanno forgiato il pensiero cinese: il taoismo, il confucianesimo e il buddhismo.

Ho trovato particolarmente affascinante il taoismo. Nella regione di Sichuan ho visitato numerosi templi e ho avuto modo di conversare con una monaca che mi ha spiegato in cosa consiste la loro religione. Il taoismo rappresenta una visione della vita “cosmica” per cui l’Universo si autoregola da sé, quindi quello che dobbiamo fare è semplicemente quello che possiamo fare, ciò che possiamo controllare. Se qualcosa è al di fuori del nostro controllo è inutile forzare le cose per raggiungere un obiettivo; bisogna accettarle così come sono e proseguire con armonia, senza intralciare l’evoluzione naturale della vita.

La monaca mi ha detto: “Se non puoi fare qualcosa, non la fai. Non la desideri, e così sei sereno. Se però puoi fare qualcosa, e la vuoi fare, ti impegni finché non la ottieni”.

Dal taoismo, poi, sono nate numerose pratiche che ancora oggi fanno parte della vita dei cinesi. Il Tai Chi, ad esempio, una pratica inventata da un monaco taoista dopo aver osservato uno scontro tra un serpente e un uccello. L’uccello sferrava colpi violenti e agitati, sbatteva le ali, cercava di infliggere al suo avversario un colpo mortale. Il serpente, invece, si muoveva in maniera fluida e attenta. Alla forza preferiva l’autocontrollo, alla fretta la calma. E per questo, alla fine, vinse.

Ancora oggi, nei parchi cinesi, si possono osservare uomini e donne di tutte le età praticare il tai chi al mattino presto replicando quei movimenti armoniosi, lenti e controllati, per risvegliare il corpo e calmare la mente. In mezzo ad altre persone che ballano, scrivono poesie con l’acqua sul pavimento o giocano a carte: i parchi sono infatti i principali luoghi di aggregazione per i cinesi, soprattutto quelli in pensione.

Un altro esempio dell’unità di questo popolo è il cibo: si mangia seduti a tavole rotode al cui centro si trova l’hot pot, una piastra su cui si poggia il pentolone da cui ogni commensale prende da mangiare. Il cibo è condivisione, e la formula dell’hot pot (in cui ci si cucina da soli il proprio cibo) è un modo per fare sì che le persone parlino tra di loro mentre preparano da mangiare invece di stare allo smartphone.

Il contrasto tra antico e moderno è evidenziato anche dalla medicina. In qualsiasi città della Cina ci sono ospedali all’avanguardia, dove potersi curare seguendo le tecniche più avanzate della medicina occidentale. Al tempo stesso, però, sopravvive con grande forza la medicina tradizionale cinese, a cui si rivolgono sempre più persone, anche molto giovani. Le origini di questo antico stile medico sono così lontane che non si sa se sia nato prima il taoismo o prima la medicina tradizionale cinese. Di certo i primi medici erano anche monaci taoisti e ancora oggi, dopo migliaia di anni, ci si rivolge a loro per comprendere la causa di un malessere fisico o mentale.

Parlando della cultura cinese, non si possono non menzionare le minoranze. In Cina il 92% della popolazione appartiene all’etnia Han, ma poi ci sono altre 55 etnie che vivono nei tradizionali villaggi sparsi per la Cina. Si tratta di luoghi che sembrano fuori dal tempo: i tetti neri delle case, costruite in legno e senza l’utilizzo di chiodi, i vestiti tradizionali, le antiche cerimonie che vanno in scena quotidianamente: visitare un villaggio di una minoranza è un viaggio nel viaggio alla scoperta della Cina più autentica, preservata dai tantissimi cambiamenti che questa nazione ha portato avanti nell’ultimo secolo.

A questo proposito non posso non citare l’antica città di Fenghuang, una delle tappe più affascinanti del nostro viaggio in Cina: si trova all’interno della provincia di Hunan, amministrata dalla prefettura delle minoranze tujia e miao di Xiangxi. Alcuni la definiscono la Venezia della Cina per via dei suoi canali e delle case costruite proprio davanti al fiume Tuojiang. In realtà, è un luogo unico nel suo genere, soprattutto alla sera, quando la notte è illuminata dalle luci delle lanterne appese alle case e alle barche, e un aquilone a forma di fenice (Fenghuang significa fenice) solca i cieli. Di giorno è invece possibile apprezzare le montagne verdeggianti che proteggono la cittadina mentre ci si perde nei suoi vicoli pieni di ristorantini, negozi dell’artigianato balconi aggraziati, in un’atmosfera fiabesca.

Anche qui ci sono templi antichi, come quello di Wanshou e il Ponte di Hong, che raccontano storie millenarie e offrono panorami mozzafiato sui dintorni. A proposito di storie, Fenghuang è conosciuta anche per essere l’ambientazione di una storia d’amore molto famosa in Cina, raccontata dallo scrittore Shen Congwen nel libro “Border Town”. Proprio per questo motivo, Fenghuang è considerata dai cinesi la città del romanticismo. Basta una passeggiata lungo il fiume alla sera per rendersi conto che è proprio così.

  1. Visitare un tempio taoista è un’esperienza di vita

Nelle città cinesi si trovano numerosi templi buddhisti. Il Buddhismo non è nato in Cina, ma in India, eppure in Cina trovò grande consenso per un motivo davvero particolare: rispetto al taoismo, nel buddhismo c’è l’idea di reincarnazione. Pertanto, i buddhisti devono impegnarsi a vivere in modo retto per rinascere in una condizione migliore e questo rendeva più facile agli imperatori controllare il popolo. Ecco perché il buddhismo fu sempre “spinto” molto di più rispetto al taoismo, dottrina in cui invece bisogna fare solo quello che ci si sente di fare.

I templi buddhisti cinesi, come quelli thailandesi, sono molto sfarzosi: sono costruiti con materiali pregiati e si fa un largo utilizzo dell’oro. Sono quasi tutti posizionati nel cuore delle città. I templi taoisti sono l’esatto contrario: trattandosi di una filosofia basata sul rispettare e seguire i ritmi della Natura, sono tutti costruiti in legno e si trovano sulle montagne o comunque lontano dalle città.

Raggiungerli è una vera e propria esperienza di vita. E una delle esperienze migliori del mio viaggio è stato proprio il trekking sul monte Qingcheng, una delle montagne sacre del taoismo, situato a meno di un’ora di treno da Chengdu. Per raggiungere il maestoso tempio sulla cima bisogna camminare per oltre tre ore immersi nel verde e nel silenzio dei boschi. Quasi non si sente la fatica, si è troppo impegnati ad ammirare la bellezza tutta intorno. 

Quando si entra in un tempio taoista si respira una grande pace. Volendo si può accendere un bastoncino di incenso: pur credendo fermamente nella propria capacità di ottenere ciò che si vuole, i taoisti mandano i loro desideri verso il cielo, dove si trovano gli immortali, ovvero coloro che grazie al controllo della propria mente hanno reso la loro energia vitale eterna. Per un taoista, l’ambizione più alta è proprio questa: la vita spirituale eterna dopo la morte terrena. Per arrivarci, bisogna innanzitutto mantenere una mente calma in ogni situazione.

Fare un viaggio in Cina, specialmente nella regione di Sichuan, significa avere la possibilità di fare questi cammini spirituali verso i templi taoisti costruiti sulle montagne. Un viaggio perfetto per chi vuole ritrovare se stesso, o semplicemente per passare del tempo di qualità tra spiritualità e natura.

Come organizzare un viaggio in Cina?

Dallo scorso novembre, la Cina ha annunciato che per i cittadini italiani non è più necessario avere un visto per entrare nel paese per i soggiorni di un massimo di 15 giorni. Questo rende tutto più semplice, anche se viaggiare in Cina presenta comunque delle difficoltà che vanno considerate.

La prima è quella della barriera linguistica. Si può viaggiare da soli in Cina, ma senza una guida che faccia da interprete è impossibile comunicare con le persone del luogo. Per questo mi sono affidato a un’agenzia viaggi, perché da solo non avrei mai potuto parlare con i monaci e le monache taoiste e scoprire direttamente da loro qualcosa di più sul taoismo. Ma questo è valido anche per chiunque altro abbia incontrato durante il mio viaggio: se non parlate cinese, senza una guida rischiate di non riuscire a parlare con nessuno.

La seconda difficoltà riguarda la scarsità di informazioni. Non è facile organizzare un viaggio in Cina da soli perché molti degli strumenti che utilizziamo noi in Occidente (ad esempio Google e i social network) sono vietati in Cina (questo blocco si può aggirare utilizzando una vpn) e quindi non ci si può affidare più di tanto alle condivisioni altrui per capire dove andare, come arrivarci, come acquistare i biglietti di treni, musei, parchi nazionali ed esperienze varie…

Proprio per questi motivi mi sono affidato a Orienty Tour, un’agenzia di Trieste gestita da un team di italiani e cinesi specializzata proprio nei viaggi in Cina. Grazie a loro ho potuto creare un itinerario personalizzato che mi ha portato a scoprire le meraviglie della Cina sud-occidentale. Se ti interessa fare un viaggio in Cina, con il codice “GIANLUCAGOTTO” hai uno sconto di 500 euro.

In ogni caso, non posso che consigliarti questa destinazione: la Cina è un Paese unico nel suo genere, con storie e culture antichissime, infrastrutture e servizi all’avanguardia e un popolo gentile e accogliente. Qui mi sono sentito davvero “altrove” rispetto all’Occidente, una sensazione sempre più difficile da provare al giorno d’oggi.

Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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