Un’abitudine buddhista per iniziare bene ogni giornata

In tanti hanno l’impressione che più andiamo avanti e più torniamo indietro.

Teoricamente il progresso, la tecnologia e l’abbondanza dei nostri tempi dovrebbero migliorare la qualità della nostra vita, farci stare meglio. Invece sembra che questo “tutto“, che è tanto ma non ci sembra mai abbastanza, ci porti lontano da quella che è la nostra vera felicità.

Se un tempo l’essere umano stava peggio dal punto di vista dei diritti, della salute e dell’aspettativa di vita, è altrettanto vero che riusciva a godere delle piccole cose della vita e a ritagliarsi momenti di genuina felicità.

Oggi, invece, abbiamo tutto, eppure ci mancano proprio quei momenti: nella frenesia della quotidianità, sembra impossibile riuscire a fare qualcosa che ci renda davvero felici.

Siamo ossessionati dall’idea di essere felici sempre, e alla fine non lo siamo mai.

Viaggiare ti mostra le alternative

Come si esce da questa assurda spirale di insoddisfazione e infelicità? Una soluzione me l’ha mostrata il viaggio: visitando luoghi lontani e culture nuove, ho avuto modo di confrontare realtà diverse.

Personalmente, in Asia c’è stata la svolta quando ho conosciuto il Buddhismo, che non considero solo una religione ma un vero e proprio stile di vita.

In Thailandia ho avuto il piacere di conversare direttamente con i monaci buddhisti e questi incontri mi hanno convinto che il loro stile di vita possa offrirci numerosi insegnamenti. Molte delle loro abitudini sono utilissime anche per migliorare la qualità della nostra vita non-monastica, indipendentemente dal tuo lavoro, dalla tua età e dal luogo in cui vivi.

Ho già parlato più volte di quanto il Minimalismo mi abbia cambiato la vita (ho dedicato anche un capitolo del mio libro “Le coordinate della felicità” a questo argomento) ma ci sono almeno altre due abitudini tipiche dei monaci buddhisti che mi hanno aiutato a migliorare notevolmente la mia quotidianità. Due piccoli gesti che possono fare una grande differenza.

Una buona abitudine buddhista: svegliarsi presto

Quando ero un adolescente, amavo dormire fino a tardi. O almeno, credevo che mi piacesse farlo ma la realtà era diversa: non mi davo alcuna disciplina, nel weekend mi svegliavo quando capitava credendo che fosse la cosa migliore per me.

In realtà poi ero sempre assonnato, mi riempivo di caffeina per stare sveglio e alla sera non riuscivo a dormire, finendo per trascorrere intere nottate a sprecare tempo. E al mattino successivo, svegliarsi era un dramma, il mal di testa una costante e l’agitazione sempre più crescente.

Svegliarmi presto è diventata un’abitudine nella mia vita quando mi sono trasferito in Australia. Per qualche strana ragione ci siamo fatti convincere che sia una buona abitudine fare le ore piccole il sabato sera e dormire fino a tardi la domenica. Vivere a stretto contatto con la natura rigogliosa di quelle terre selvagge mi ha invece insegnato l’importanza di godere al massimo della luce del sole, un toccasana sia per il corpo, sia per l’umore.

Inoltre, personalmente, svegliarmi presto mi dà una bella sensazione: è come se fossi in orario con me stesso e in anticipo sul resto del mondo. È come se avessi più tempo. Sono fermamente convinto che svegliarsi presto sia uno dei modi migliori per valorizzare una giornata.

Il “veleno” dello smartphone appena svegli

Da millenni, i monaci buddhisti sono convinti dell’importanza di svegliarsi presto al mattino. Molti di loro si alzano anche alle quattro di mattina, per poter meditare davanti all’alba. È un rito a cui non possono rinunciare, ma il punto non è solo svegliarsi presto, bensì “come svegliarsi.

Sempre più persone in Occidente si alzano dal letto e compiono un gesto automatico: controllare lo smartphone. Un gesto apparentemente innocuo, che invece risulta nocivo per la nostra mente e per il nostro umore.

D’altronde, quando si tratta di svegliarsi, la nostra mente si comporta come il nostro corpo: ha bisogno di tempo per poter funzionare bene. Ti sveglieresti mai di colpo, per poi iniziare a correre come un matto senza nemmeno lavarti la faccia? Ovviamente no, ti farebbe stare male.

Eppure questo è esattamente ciò che fai con la tua mente se la bombardi immediatamente con notifiche, immagini e messaggi: non le dai il tempo di svegliarsi, la stressi immediatamente, la costringi a essere immediatamente operativa.

A lungo andare, questa pessima abitudine genera dentro di te paure, agitazione e una forte ansia. È il meccanismo di autodifesa della tua mente. E tu, magari, non riconoscendo la causa scatenante di questi problemi, ti butti su farmaci ansiolitici. Così risolvi momentaneamente i sintomi, senza però curare la causa.

L’abitudine dei monaci buddhisti: svegliarsi presto e guardare il cielo

I monaci buddhisti hanno un’abitudine che può fare bene a ognuno di noi, anche e soprattutto perché non viviamo una vita monastica: si fermano per qualche secondo a contemplare la natura. Spesso i templi si trovano in mezzo al verde, quindi per i monaci è facile concentrarsi sulle piante, sui rumori della natura e sull’aria fresca di mattino.

Nelle nostre città inquinate è ovviamente più difficile farlo ma nessuno ti potrà mai togliere la possibilità di osservare il cielo. Bastano un paio di minuti, appena sveglio: lascia stare lo smartphone, guarda il cielo, respira profondamente e poi inizia la tua giornata fatta di responsabilità e impegni.

È un piccolo gesto che compiono i monaci buddhisti che permette alla tua mente di svegliarsi dolcemente, senza essere subito tempestata di pensieri negativi e preoccupazioni. Ti aiuta a iniziare la giornata lentamente e ad affrontarla con maggiore serenità.

Da quando ho iniziato a farlo ogni mattina, la qualità della mia vita è migliorata. Adottarla nella tua quotidianità non solo ti fa sentire più sereno, ma ti dimostra anche una grande verità che troppo spesso dimentichiamo: i cambiamenti importanti nascono dalle piccole cose.

Se non sei soddisfatto della tua vita, non pensare subito a mollare tutto e partire per un viaggio di un anno in giro per il mondo. Parti da ciò che può migliorare la tua quotidianità, inizia a somministrare alla tua anima piccole dosi di felicità e serenità. Il grande saggio cinese Lao Tzu diceva: “Anche il viaggio più lungo inizia con un piccolo passo“.

Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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