In ufficio per 8 ore al giorno? Magari il lavoro che ti rende felice è un altro

L’uomo cerca da sempre l’approvazione dei suoi simili. Ottenerla significa garantirsi sicurezza personale, e se un tempo questo aspetto era fortemente legato alla sopravvivenza (un solitario era esposto a molti più pericoli) oggi il desiderio di avere l’approvazione degli altri resta forte per questioni molto più superficiali.

Le persone vogliono essere accettate per non patire la solitudine e l’isolamento tipico dei ribelli. Vogliono sentirsi normali e così prendono le decisioni più comuni, quelle considerate “giuste” dal maggior numero di persone.

Un atteggiamento che ha molte ripercussioni, una delle quali riguarda la sfera lavorativa.

Trova un lavoro che ami e non lavorerai mai più

Un tempo le persone non avevano la possibilità di scegliere il proprio lavoro. Si prendeva quello che c’era, spesso il lavoro si ereditava dai genitori. Non c’era via di uscita, non c’erano alternative.

Oggi non è così. Godiamo di una libertà mai vista prima, eppure non sappiamo come valorizzarla.

Grazie alle infinite risorse di internet possiamo imparare moltissimi mestieri un tempo inaccessibili, e possiamo persino farlo gratuitamente. Abbiamo la possibilità di viaggiare low, scoprire nuove culture e coltivare nuove abilità che potrebbero permetterci di inventarci un lavoro nuovo e appassionante.

La mia storia ne è la dimostrazione: alcuni anni fa, dopo aver lavorato in Australia e in Canada come tanti giovani emigrati italiani, decisi che avrei fatto della scrittura il mio lavoro. Un lavoro nuovo, che mi avrebbe permesso di viaggiare a tempo indeterminato. Grazie a internet ce l’ho fatta, divenendo un web writer a tempo pieno (racconto questo percorso nel mio libro “Le coordinate della felicità“).

Ma il discorso non riguarda solo i nuovi lavori digitali. È proprio una questione di scelta: oggi possiamo scegliere e allora perché non fare di tutto per provare ad avere un lavoro che ci entusiasma e ci appassiona?

Magari ti hanno sempre detto che per avere successo nella vita devi inseguire un impiego prestigioso, a tempo indeterminato. Uno di quei lavori da svolgere in ufficio, dentro abiti eleganti e costosi, con un taglio di capelli anonimo e l’unica luce che ti illumina il volto proveniente dallo schermo davanti a cui passi gli anni migliori della tua vita.

E se invece il lavoro giusto per te fosse trasformare un furgoncino in una cucina su ruote e vendere cibo on the road?

E se il lavoro giusto per te fosse lo street food?

L’India è uno di quei paesi che non può lasciarti indifferente. Quando la visiti e ti trovi di fronte alle sue caratteristiche uniche, puoi finire per detestarla oppure amarla profondamente, ma sicuramente non te la dimenticherai mai.

Lo stesso discorso vale per il suo street food, il cibo servito in strada: o lo ami, o lo odi, ma non può lasciarti indifferente. E se lo ami, finirai per desiderare di mangiarlo per il resto dei tuoi giorni. Se è questo il tuo caso, ti capiterà di provare a cucinarlo, per te stesso e per gli altri.

Il cibo, in questi casi, può diventare una passione enorme. Può diventare anche un lavoro, proprio come dovrebbe succedere in un mondo ideale, dove le persone si guadagnano da vivere facendo ciò che amano.

Se pensi che sia un’utopia, perché il lavoro deve per forza essere qualcosa che odi, sappi che non è così. Ci sono tante storie che lo dimostrano e una delle mie preferite è quella di Angus Denoon.

Angus, dallo street food dell’India a quello di Londra

Si tratta di un signore inglese che appartiene a una schiera nutrita: quella dei milioni di viaggiatori che hanno lasciato il cuore in India.

Dopo aver visitato l’India in lungo e in largo per anni, è tornato a Londra con un’idea da tutti considerata stravagante: smettere di inseguire lavori “giusti” che lo avrebbero reso infelice e fare della sua passione smisurata per il cibo indiano una professione.

Angus non ha aperto un ristorante, perché voleva portare in Inghilterra la vera essenza dello street food. Non voleva imborghesire il vero cibo indiano, che per lui è quello che si mangia per strada, spesso in piedi e con le mani, senza fare uso delle posate.

Sapeva che offrire un’esperienza culinaria di questo tipo avrebbe fatto storcere il naso a molti suoi concittadini, ma ha deciso di provarci comunque, spinto dall’amore per il cibo indiano.

The Everybody LoveLove Jhal Muri Express

Angus non ha solo scelto di dedicarsi alla cucina, ha anche preso un’altra decisione alternativa: avrebbe cucinato in modo da potersi spostare ogni volta che ne avesse voglia. Un cuoco-viaggiatore, insomma.

Per farlo, ha aperto The Everybody LoveLove Jhal Muri Express. Non è altro che un banchetto che porta in giro per Londra per cucinare la sua specialità indiana preferita: il Jahlmuri.

Si tratta di uno snack che era quasi completamente sconosciuto a Londra prima che Angus lo importasse. Il Jhalmuri è infatti un piatto di origine bengalese e indiana a base di riso soffiato. Si prepara all’interno di una ciotola mischiando un gran numero di ingredienti e spezie: cipolle, chili, limone, olio, pomodori, lenticchie, arachidi e ceci.

Da anni, Angus si presenta con il suo carrello e prepara il Jhalmuri con gesti rapidissimi ma precisi. Prepara il cibo in pochi minuti e lo serve all’interno di fogli di giornale arrotolati, seguendo la tradizione indiana.

Con i suoi modi di fare unici ha conquistato i londinesi, al punto che oggi è seguito da migliaia di persone che vogliono gustare la sua specialità. Per trovarlo, basta seguire il suo coloratissimo van con cui gira Londra per esportare la delizia del cibo indiano.

Vivere delle proprie passioni

“L’ho chiamato The Everybody LoveLove Jhal Muri Express perché tutti amano il Jhalmuri“, ha dichiarato ridendo.  Poi ha spiegato perché, tra tutte le delizie indiane, abbia scelto questo snack.

È uno snack, ma al suo interno ci sono tantissimi ingredienti. È un po’ salato, un po’ dolce, un po’ aspro, un po’ speziato. È il carburante per l’anima dell’essere umano“.

La storia di Angus dimostra quello che scrivo anche nel mio libro “Le coordinate della felicità”: chi viaggia si rende conto che il mondo è ricco di opportunità.

Non dare retta a chi ti dice come vivere la tua vita. Vivila come vuoi tu o almeno prova a fare qualsiasi cosa per riuscirci, così da non avere alcun rimpianto in futuro.

Angus amava l’India e il cibo indiano. Al suo ritorno a casa, tanti anni fa, ha deciso che il suo viaggio non si sarebbe concluso: avrebbe portato il suo amore per l’India e per il cibo indiano nella fredda Londra. E così, oltre a colorare un po’ la capitale inglese, è anche riuscito a trasformare la sua passione in un lavoro.

“Il Jhalmuri dà piacere alle persone”, ha dichiarato in un servizio a lui dedicato. “Per me il cibo dovrebbe dare energia e forza. Dovresti finire di mangiare e dire: sì, era buonissimo! Questo è quello che faccio ogni giorno“.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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