Siamo strani, noi esseri umani.
Ragioniamo come se fossimo immortali.
Come se avessimo tutto il tempo del mondo e potessimo fare qualsiasi cosa.
Ecco perché rimandiamo tutto, continuamente.
Facciamo una vita che non ci piace e diciamo che un domani la cambieremo.
Abbiamo abitudini che ci deprimono, frequentiamo gente che ci inonda di negatività e svolgiamo lavori che odiamo, ma ci diciamo che oggi dobbiamo resistere, perché un domani andrà meglio.
Mangiamo male, dormiamo male, viviamo male eppure non facciamo nulla.
Preferiamo restare in attesa che si compi un miracolo un domani, che qualcuno ci tiri fuori da questa situazione un domani, che la vita, come per magia, diventi meravigliosa un domani.
Lo so per esperienza personale.
C’è stato un periodo della mia vita in cui guardavo continuamente l’orologio.
Era un fastidioso tic di cui parlo anche all’inizio del mio libro “Le coordinate della felicità“.
Guardavo l’orologio quando ero in coda nel traffico di quella città che non amavo.
Durante tutte quelle ore trascorse dentro quattro mura a sognare di essere là fuori ad esplorare il mondo.
In quei sabati sera in cui fingevo di divertirmi e nei pomeriggi domenicali a chiedermi se un’altra vita non fosse proprio possibile.
Guardavo l’orologio decine di volte al giorno.
Poi capii il motivo: c’era una parte di me che mi supplicava di smettere.
Smettere di vivere in attesa del weekend, del prossimo viaggio, del prossimo momento di libertà.
Non volevo diventare una di quelle persone che aspettano e rimandano, continuamente.
Non volevo proiettare la mia felicità a un domani: il sabato sera, le ferie ad agosto, il giorno del loro compleanno, la fine della scuola, la fine del lavoro, la pensione.
Volevo smettere di aspettare.
Smettere di sprecare tempo, perché il tempo è il bene più prezioso.
È l’unica cosa che non puoi aumentare, accumulare, comprare o rubare.
Puoi solo valorizzarlo e quando me ne resi conto, fu una doccia fredda all’anima.
E fu esattamente ciò di cui avevo bisogno per prendere in mano la mia vita e iniziare a seguire “Le coordinate della felicità“.
Ecco perché ho voluto scrivere questo articolo.
Non per metterti l’ansia e farti stare male.
Al contrario, vorrei che ti rendessi conto che hai tempo.
Hai tempo per cambiare rotta ed essere felice, indipendentemente dalla tua età e dalla tua situazione di vita.
Ma se stai leggendo queste parole, magari anche a te capita di arrivare alla sera pensando di aver sprecato un’altra giornata.
Se è così, non ti preoccupare di ciò che è stato: il passato è passato.
È esperienza, è vita vissuta, ma non ci pensare più.
La tua nuova vita inizia ora, se lo vuoi.
Non domani, ora.
Inizia a prendere ogni giornata come se fosse la più importante.
Svegliati al mattino e prima di farti sommergere dalle responsabilità, ricordati di essere felice.
Che magari vuol dire stravolgere completamente la tua vita come ho fatto io.
Oppure, semplicemente, cambiare le tue abitudini e ritagliarti un’ora al giorno per fare ciò che ami.
Ma ti prego, non stare lì a guardare il tempo che ti scorre davanti.
Come dico nel mio TED Talk, sii un artigiano del tuo tempo.
Modellalo sulla forma della tua felicità.
Ci si preoccupa costantemente dei soldi, del futuro, del lavoro, degli altri.
Mai nessuno che si preoccupi del tempo.
Inizia a prendertene cura.
È così che smetti di aspettare e impari ad essere felice.
Qui e ora.