Ti vogliono uguale a tutti gli altri, tu ribellati e brilla della tua luce

Photo by Jurica Koletic

Nell’era dell’omologazione, essere se stessi è al tempo stesso una sfida e un gesto di ribellione. È una sfida perché è difficile.

Ci vogliono tutti uguali, con lo stesso stile di vita, gli stessi pensieri, gli stessi hobby, le stesse cose da possedere e le stesse aspettative da rispettare. Chi si distingue da questa massa, brilla di una luce che infastidisce tutti gli altri.

 Per questo motivo, proveranno sempre ad ostacolarti e a frenare la realizzazione della tua vera natura. Le persone ti isoleranno, spaventate dal tuo vivere diversamente.

Come scrivo nel mio libro “Le coordinate della felicità“, parlando di Jim Carrey, scrivo questo:

[…] ritrovatosi in una posizione di grande successo ed estrema ricchezza, ha scelto di non accontentarsi. Invece di spegnere il cervello e far scorrere il tempo, ha deciso di scavare più a fondo sulle questioni della vita, con tutte le insidie che questa ricerca comporta. Non mi stupisce che sia considerato da tutti come un invasato per via della sua barba lunga e delle frasi di difficile interpretazione. Da sempre la gente giudica i gesti di ribellione come capricci e confonde la consapevolezza con la pazzia.

Tratto da “Le coordinate della felicità

Se provi a intraprendere un percorso di vita differente nel tentativo di assecondare la tua natura, incompatibile con un modello di vita considerato “normale”, verrai additato come un folle o un idiota. Così, se non imparerai ad amare profondamente te stesso, finirai per rinunciare ai tuoi sogni e accontentandoti della infelice sicurezza che ti dà l’omologazione.

Viviamo in una società basata sull’omologazione

Ma non sono solo le persone a volerti simile a tutti gli altri. È soprattutto la società, attraverso le sue istituzioni e le sue regole scritte e non scritte, a tentare in ogni modo di farti diventare l’ennesimo individuo fatto con lo stampino.

A scuola ti insegnano tanto ma distruggono la tua vena creativa e ti preparano per essere un ottimo lavoratore, non una persona realizzata. In famiglia capita spesso che la tua felicità venga messa in secondo piano: fin da piccolo ti parlano di lavoro, soldi e responsabilità e raramente troverai qualcuno che ti dice “l’importante è che tu sia felice!

Se poi hai un’idea di lavoro diversa dalle solite, preparati a scontrarti con una burocrazia che ragiona a compartimenti stagni e non ammette eccezioni. Ricordo ancora quando mi presentai da un commercialista spiegando che mi guadagnavo da vivere scrivendo articoli per siti web: mi chiese, scherzando ma non troppo, perché non potessi fare qualcosa di più “normale“…

Tutto e tutti proveranno a farti omologare, a inserirti in una categoria, a darti un’etichetta. In un modo o nell’altro, avrai intorno a te persone, regole, abitudini e modi di ragionare che non contribuiscono in alcun modo a supportare i tuoi sogni di vita alternativa.

L’omologazione è la morte della tua essenza e proprio per questo dovresti ribellarti con forza alla prospettiva di diventare uno di quegli individui così simili agli altri da risultare irriconoscibile.

Il valore dei piccoli gesti di ribellione

Ecco perché, come scrivo all’inizio di questo articolo e in varie parti del mio libro “Le coordinate della felicità“, se vuoi vivere alla grande, essere felice e sentirti realizzato, devi imparare il valore della ribellione.

Non devi per forza ribellarti in modo plateale. C’è un modo in cui chiunque può ribellarsi ed è iniziando ad essere se stessi. Brillando della propria luce in questi tempi dominati dall’oscurità, vibrare alla propria frequenza mentre tutti si accontentano del rumore della quotidianità.

Ribellarsi, anche nelle piccole cose della vita di tutti i giorni.

Ad esempio dicendo di no al sabato sera fuori, se non ti va di uscire. Magari vuoi uscire martedì, quando la maggior parte delle persone sono a casa. Oppure vestendoti come ti pare e non come impone la moda del momento. O ancora, seguendo i tuoi ritmi e non quelli dettati dalla società: magari vuoi andare a dormire presto per avere più tempo libero al mattino per te stesso.

Magari preferisci la colazione salata, magari non ti piace bere il caffè, magari non ti interessa il calcio. Puoi ribellarti e puoi farlo proprio iniziando a dire di no a queste piccole cose che fai perché le fanno tutti.

Ampliando gli orizzonti, magari odi la vita in città e vuoi trasferirti a vivere in campagna. Magari a un prestigioso lavoro in ufficio ne preferisci uno precario ma creativo, in quest’epoca nella quale sembra non ci sia più alcuno spazio per la creatività.

E c’è un altro modo di ribellarti che considero magnifico: scegliere di viaggiare in un certo modo. Non sei obbligato a trascorrere la tua estate sotto un ombrellone su una spiaggia affollata, se non è ciò che vuoi. Magari mentre tutti sono in spiaggia ad agosto a farsi la guerra per un fazzoletto di terra su cui sdraiarsi, tu sei sotto la pioggia del Vietnam con lo zaino in spalla. E non ti importa se tornerai a casa meno abbronzato degli altri: certe avventure ti riempiono dentro, non fuori. Ti riempiono dove conta davvero.

Non troverai la felicità nell’omologazione, ma brillando della tua luce

Quando deciderai di prendere in mano la tua vita e seguire le coordinate della tua felicità, dovrai prendere decisioni forti e contro-corrente. È necessario: i grandi cambiamenti si realizzano solo attraverso decisioni difficili, che la maggior parte delle persone non ha il coraggio di prendere.

Quando compirai queste scelte “anomale”, la gente inizierà a dirti che sei “strano“. Inizieranno a considerarti “diverso” e probabilmente anche pericoloso. Te lo assicuro, succederà.

Un consiglio: non te la prendere e non dargli retta. Non sprecare energie a stare male per il giudizio altrui e non sentirti in colpa per nessun motivo. In realtà dovresti essere felice di non assomigliare a quelle persone che non sorridono mai, non provano niente, sono perennemente incazzate e hanno completamente smesso di sognare.

Essere “strani” o “diversi” significa essere unici e desiderare la felicità significa semplicemente avere amor proprio. Non c’è nulla di cui vergognarsi in tutto ciò. Al contrario, c’è solo da esserne fieri.

Sii fiero della tua luce, così diversa e selvaggia. Ribellati e impara a splendere in quel modo che appartiene solo a te. La felicità passa anche da qui.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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