Come ho scritto in un articolo di qualche tempo fa, è incredibile quanto l’essere umano sia incapace di trovare le giuste motivazioni per essere felice quando avrebbe tutti i presupposti per riuscirci.
Tantissime persone hanno un corpo perfettamente funzionante, sono in salute, hanno dei risparmi, una casa e il cibo a disposizione ogni giorno, eppure non riescono ad essere felici. Schiave della comfort zone, temono tutto ciò che non conoscono e si rinchiudono nel calore di una spirale fatta di abitudini, routine e il solito orizzonte che non cambia mai.
Si lamentano di tutto, ingigantendo problemi per cui in altri parti del mondo riderebbero di gusto. Si sentono sfortunati, si disperano e trovano un problema per ogni soluzione. Diventano pigre, viziate e fortemente negative.
Dal mio punto di vista, questo atteggiamento nasce dentro le persone che non hanno fatto il primo e fondamentale passo per una vita felice: imparare la gratitudine.
Il valore della gratitudine in una vita felice
Se non sei grato per ciò che hai (e chiunque tu sia, dovresti già essere grato di avere una connessione a internet per leggere questo articolo e per il semplice fatto di essere vivo), non potrai mai apprezzare ciò che conquisterai in futuro, perché ti sembrerà dovuto.
Tutti noi dovremmo iniziare il nostro percorso verso le coordinate della felicità con un “grazie“. A noi stessi, alla natura, agli altri, a Dio o all’Universo. Dire GRAZIE a chiunque ci permetta di essere qui a emozionarci, esplorare, condividere e sorridere.
Il problema dell’infelicità dilagante nel nostro mondo occidentale risiede proprio nell’incapacità di apprezzare le piccole cose. Se non siamo grati per ciò che diamo per scontato, come possiamo trovare gli stimoli per raggiungere una felicità ancora maggiore?
Il paradosso di tutto ciò è che moltissime persone scoprono il valore della gratitudine solo quando succede qualcosa di molto brutto e tragico. Magari rischiano la vita, oppure perdono un loro caro. A quel punto, di fronte alla consapevolezza della morte, ritrovano l’umiltà necessaria per essere grati e così trovano nuovi stimoli per migliorarsi e migliorare la propria vita.
È questo il caso di Lorenzo Costantini, un ragazzo di soli 27 anni che mi ha raccontato una storia di rinascita, resilienza e felicità. La sua storia, un vero esempio per ognuno di noi.
La storia di Lorenzo Costantini
“Circa 6 anni fa, precisamente il 14 novembre 2012, ho avuto un gravissimo incidente sul lavoro“, mi spiega Lorenzo. “Questo incidente mi ha portato a subire un’amputazione alla gamba destra“.
Un dramma vero e proprio, non come quelli che crediamo di vivere nella nostra quotidianità. Quelli che lo stesso Lorenzo credeva di avere prima dell’incidente. Perché anche lui, come tanti altri, aveva sempre vissuto senza mai andare oltre alla superficie.
“Prima di quell’incidente ero un ragazzo che viveva la sua vita passivamente, mi accontentavo di quello che mi capitava. Avevo un solo obiettivo: godermi il week end, mentre gli altri giorni li lasciavo passare inutilmente, senza dargli un senso. Praticavo poco sport, quasi niente, avevo poche motivazioni, nessun sogno ed i miei valori erano totalmente differenti da quelli che ho ora. Ero egoista, superficiale, incapace di provare empatia ed amore, ero profondamente materialista e davo tutto per scontato. Anche il camminare. Finché un giorno mi sono ritrovato a scendere dal mio letto senza una gamba, senza la possibilità di camminare e avere la mia indipendenza”.
Quella sfortuna avrebbe abbattuto la maggior parte delle persone e le avrebbe spinte in un tunnel di autocommiserazione, rancore, depressione e sfiducia. Lorenzo, invece, ha deciso di affrontare il dramma di aver perso la gamba in un altro modo e così è iniziata la sua seconda vita.
“Da quel giorno la mia vita è cambiata, in meglio. Paradossalmente la mia vita quel giorno ha cominciato ad essere pura vita. Quello è stato il primo passo di un lungo e doloroso percorso che mi ha fatto crescere, mi ha dato nuove e fondamentali consapevolezze, mi ha fatto scoprire le mie coordinate della felicità“.
Perdere una gamba e iniziare il percorso verso la felicità
Ovviamente all’inizio non è stato facile e la tentazione di autodistruggersi per l’ingiustizia subita era troppo forte.
“Per un buon periodo sono stato molto arrabbiato, e sfogavo questa rabbia su me stesso, sull’alcool, sulla mia famiglia, sui miei amici… pretendevo da loro amore e fiducia ma dopo una lunga serie di errori ho capito che sarebbe stato difficile ricevere questi sentimenti dagli altri se prima non ero in grado di provarli su di me. Non possiamo stare bene con gli altri se prima non stiamo bene con noi stessi”.
“Fu determinante rendermi conto che ogni sera, quando rientravo a casa, che la causa del dolore e della paura che vedevo negli occhi della mia famiglia era mia. Il dolore e la paura che vivevano era a causa mia, per il modo in cui reagivo alla vita e per come mi lasciavo andare invece di provare a cogliere le opportunità che, seppur nascoste, la vita stava cercando di darmi”.
Quando ti rendi conto che la tua sofferenza sta facendo soffrire anche gli altri, arrivi davvero a toccare il fondo. E a quel punto c’è un ultimo bivio: puoi restare sul fondo e lasciarti morire oppure spingere con tutta la forza che hai e risalire.
“Avevo deciso di farla finita perché sono arrivato a trovarmi di fronte ad un conflitto che mi logorava: scegliere di scavare il fondo oppure darmi una spinta per risalire e trasformare questa disgrazia in un’opportunità, per me e per gli altri. Ho scelto la seconda strada e così ho iniziato un percorso meraviglioso verso la felicità“.
Lo sport, il viaggio e un obiettivo: far riflettere le persone
La nuova vita di Lorenzo è iniziata con lo sport:
“Sono passato dalla semplice palestra per rinsavire il mio corpo all’atletica, la corsa sui 100 m… pensa, ho dovuto perdere una gamba per iniziare a correre! Un paradosso. Sono riuscito a diventare campione italiano, ed è stata una grande soddisfazione, non per la medaglia ma per aver capito che se vogliamo raggiungere un obiettivo, qualsiasi esso sia, possiamo farcela. Spesso preferiamo trovare scuse piuttosto che metterci in gioco e rischiare di essere giudicati in malo modo. Ci diciamo addirittura che quella cosa per noi è impossibile, ma oggi la parola “impossibile” l’ho cancellata dal mio vocabolario e l’ho sostituita con “difficile”, perché una cosa difficile si può raggiungere e possiamo anche farla diventare facile”.
Lorenzo ha poi unito lo sport al viaggio grazie al trekking e alle scalate. E da quel momento non si è più fermato, ritrovandosi a vivere molto più intensamente di quanto avesse mai fatto quando aveva entrambe le gambe.
“Poi mi sono buttato sul trekking, le scalate in montagna, fino ad arrivare al mio grande amore…il Cross Fit. Ho viaggiato, ho fatto tantissime cose, molte più cose di quelle che facevo prima. Ed ora, da circa un anno e mezzo, giro per le scuole a portare la mia storia di resilienza ed i miei messaggi positivi. Vorrei far riflettere le persone“.
Su cosa vuol farle riflettere? Su quanto ho scritto all’inizio dell’articolo: perché aspettare che succeda una tragedia per fare qualcosa di concreto per la nostra felicità?
“Perché dobbiamo arrivare al punto di perdere qualcosa per cominciare ad apprezzare la vita ed essere felici? Io ho dovuto perdere una gamba per arrivare alla mia felicità, e mi auguro che chi senta, legga o percepisca le mie emozioni si renda conto di quanto siamo fortunati ad essere semplicemente vivi, ad avere la possibilità di scegliere, ad avere la libertà di essere semplicemente noi stessi. Ad amarci per quello che siamo, ad amare quelle cose che ci rendono unici, una protesi, qualche chilo di più, un paio di occhiali… tutte quelle cose che sono le nostre particolarità, che ci definiscono”.
La storia di Lorenzo è di grande ispirazione per tanti motivi, ma personalmente l’ho amata fin dall’inizio per la sua grande sincerità. Non si nasconde dietro a scuse, non cerca di abbellire il suo percorso. Per arrivare ad avere la consapevolezza che ha oggi, Lorenzo ha attraversato l’inferno.
“Non dimentico la sensazione che il tempo si fosse fermato quando mi trovavo in uno stato di apatia, pigrizia e indolenza nei confronti della vita e per tutto quello che non aveva senso. Ho sofferto in silenzio per diverso tempo al solo pensiero che c’era gente che soffriva per me, guardavo gli altri ma non riuscivo a guardare dentro di me. Sentivo forti emozioni di resistenza, di ansia, di imbarazzo e mi sentivo ridicolo. Per anni ho assunto un atteggiamento difensivo mischiato a rabbia senza rendermi conto che in realtà stavo sciupando una grande occasione di crescita e di cambiamento”.
“Scegliete di essere felici subito”
Il messaggio che Lorenzo vuole trasmettere con la sua storia di dolore, rinascita e felicità è molto semplice: scegliete di essere felici subito, non aspettate che la vita vi metta di fronte a quel bivio tra l’autodistruzione e una difficile risalita.
“Sono nato puro e innocente, come tutti i bambini. Crescendo ho cominciato a fare errori, sbagliando si impara d’altronde… o almeno così dicono, visto che questa società difficilmente ammette errori. Un piccolo sbaglio, sopratutto in alcune fasi della vita, potresti portartelo dietro per sempre. Ho quindi cominciato a perdere fiducia in me stesso, a farmi del male, a non scegliere la mia vita. Ad accontentarmi. A credere che la felicità fosse adattarmi ad una società che ti impone di seguire degli standard di vita, che ti impone di fare quello che fanno tutti. Strisciavo come un bruco. Poi è arrivato quel giorno in cui la vita ha scelto per me, ha scelto di darmi una sfida , una di quelle sfide che non ti aspetteresti mai possano capitare a te. Una di quelle sfide che o ti uccidono o ti rendono un guerriero”.
“Ho dovuto rifugiarmi solo con me stesso, creare la mia protezione che mi tenesse fuori dal mondo. Come un bozzolo. Poi finalmente ho preso una delle consapevolezze più importanti della vita, ho capito che potevo scegliere. Scegliere di cogliere le opportunità. Scegliere di essere me stesso. Scegliere di essere libero. Scegliere di pensare positivo. Scegliere di essere felice. Ed ora, come una farfalla, volo libero, sereno e leggero. Mi muovo nel mondo. Padrone della mia vita, fiero di quello che sono”.
“Sono una persona felice, che apprezza la vita in ogni su forma, un grande sportivo con un sogno: fare la differenza in ogni persona che incontro sulla mia strada, lasciare emozioni positive. Dimostrare loro che nulla è impossibile“.
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