• 2 settembre 21:00 Desio presso Parco Tittoni SOLD OUT
  • 6 settembre 21:00 Boves presso Equo Festival SOLD OUT
  • 13 settembre 20:30 Verona presso Om Festival SOLDOUT
  • 14 settembre 19:30 Milano presso Festival il tempo delle donne per partecipare qui 
  • 15 settembre 15:00 Marina di Ravenna presso Kalemana Festival per partecipare qui 
  • 18 settembre 20:00 Muralto Locarno, Svizzera per partecipare qui
  • 19 settembre 21:00 Vicopisano presso Le parole contano per partecipare qui
  • 20 settembre 18:00 Ferrara presso Associazione Nuova Terraviva per partecipare qui
  • 21 settembre 14:30/15:30 Cesena presso Macrolibrarsi Festival per partecipare qui
  • 22 settembre 21:00 Padova presso Festival Consapevolezza per partecipare qui

Il firmacopie si terrà solo prima dell'evento, a partire dalle ore 19:00 fino alle 20:30. Presso la location sarà possibile acquistare i miei libri.

  • 28 settembre 18:00 Mestre presso Festival delle Idee per partecipare qui
  • 1 ottobre 17:30 Brescia presso Festival Librixia per partecipare qui
  • 6 ottobre Marina di Bibbona presso SurfWeek Festival *presto i dettagli
  • 9 ottobre 14:00/15:00 Rimini presso TTG book&go per partecipare qui
  • 25 ottobre Bari presso Storytellers Festival per partecipare qui

Questa famiglia ha lasciato la vita in città per vivere in una Yurta in mezzo al verde

IG @lulasticblog

Un tempo, vivere in una grande città era il sogno di moltissime persone. Era considerato un traguardo prestigioso, di quelli che ti fanno sentire “arrivato“. La gente sognava di poter dire di vivere a Milano o a Londra e aver finalmente abbandonato la provincia. Perché, fino a qualche anno fa, ciò significava avere successo nella vita.

In tempi più recenti, però, molte persone hanno cambiato idea. Perché vivere in una grande città è diventato sempre più accessibile e molti si sono resi conto che quel sogno può essere una grande illusione. Quasi una fregatura.

D’altronde, solo quando vivi in una grande città ti rendi conto che in fondo non è proprio una vita straordinaria. Il traffico, lo smog, il grigio, il maltempo, il cattivo umore della gente, la gente ovunque, i costi esorbitanti, la mancanza di verde, il rumore costante, negozi, ristoranti e attività di ogni tipo… tutto questo è ben poco affascinante quando lo vivi ogni giorno, anno dopo anno. Anzi, tutto questo è ciò che alimenta in molti prima lo stress e poi l’infelicità.

Sempre più persone hanno quindi deciso di ribellarsi all’idea che la vita in città sia quella “giusta” e hanno deciso di allontanarsi, andando a cercare la propria dimensione altrove. Dove? C’è chi sceglie il mare, chi la montagna e chi addirittura decide di fare del mondo intero la sua casa iniziando un lungo viaggio a tempo indeterminato (come ho fatto io).

Ma c’è anche chi cerca la tranquillità, la pace e la lentezza che sono impossibili da trovare nella vita in città. C’è chi alla frenesia della vita metropolitana preferisce la campagna. È questo il caso di una coppia inglese che, alla nascita del secondo figlio, ha deciso di abbandonare la piovosa Londra per trasferirsi a vivere in una Yurta nelle lande neozelandesi.

Una giovane famiglia e il desiderio di tornare alle origini

Quattro anni fa, Lucy e il marito hanno deciso di dire addio alla loro vita londinese per tornare alle origini.

“Ci siamo licenziati e abbiamo venduto la nostra casa a Londra con un’unica idea: provare a costruirci una vita più connessa alla natura“, spiega Lucy. “Oggi cresciamo le nostre due figlie in una vallata vicino a una foresta, in Nuova Zelanda, e siamo così felici di aver preso questa decisione. Forse non è la favola che tutti sognano, ma per noi è assolutamente quella giusta”.

Prima del grande passo, la coppia aveva una vita “normale”.

“Io lavoravo per una grande società e mio marito era un insegnante. Avevamo una vita piena e non ci dispiaceva, ma quando è nata la nostra seconda figlia abbiamo capito che volevamo darle una vita diversa. C’era una parte di noi che ci chiedeva di essere più a stretto contatto con il mondo“.

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Dal caos di Londra al silenzio neozelandese

Ai due giovani genitori è venuta un’idea: lasciare la caotica Londra e trasferirsi in Nuova Zelanda, una nazione che ritenevano ancora incontaminata. Quando l’hanno visitata si sono resi conto che la loro idea era giusta e così non ci hanno pensato due volte: hanno venduto tutto e sono partiti.

“Avevamo una casa grande e piena di cose a Londra. La maggior parte di questi oggetti li abbiamo venduti, gli altri li abbiamo fatti spedire in Nuova Zelanda. Poi, una volta arrivati qui, ci siamo detti: perché ce li siamo portati dietro? Non ho trovato questa mossa spaventosa, anche se non avevamo alcun lavoro qui in Nuova Zelanda e non sapevamo nemmeno dove ci saremmo sistemati. Non sapevamo nulla sul paese. Abbiamo preso il trasferimento come una grande avventura“.

Inizialmente, la famiglia aveva intenzione di esplorare per intero il paese vivendo a bordo di un bus camperizzato. Ma poi, quando hanno si sono ritrovati davanti una Yurta in mezzo al verde, hanno finalmente capito che tipo di vita volevano.

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Vivere in una Yurta

La Yurta è una grande tenda molto solida, strutturata in modo tale da essere smontabile e trasportabile ma al tempo stesso offrire il massimo comfort e stabilità. È utilizzata da secoli dai popoli nomadi dell’Asia Centrale, che si spostano ogni tot di anni smontando e rimontando il tutto.

Lucy e il marito hanno visto una meravigliosa Yurta mentre vagavano per il nord della Nuova Zelanda. Era piuttosto piccola, ma li ha subito conquistati e quando hanno scoperto che era in vendita hanno pensato che fosse un segno del destino.

Abbiamo subito acquistato la Yurta. Aveva un diametro di cinque metri e ci abbiamo vissuto dentro, tutti e quattro, per un anno e mezzo. Ci siamo immediatamente innamorati di quella vita semplice e a stretto contatto con la natura, ma poi abbiamo pensato che ce ne servisse una più grande, avendo due figli piccoli. Così ne abbiamo acquistata un’altra, stavolta pari a 15 metri quadri“.

La coppia ha installato la nuova Yurta in una zona molto tranquilla, una vallata circondata dalla foresta. Oltre a loro, nei dintorni ci sono soltanto alcune famiglie di contadini. Poi, si sono “inventati” la prima fonte di reddito alternativa: “Visto che la prima Yurta era completamente arredata e utilizzabile, l’abbiamo messa in affitto su Airbnb e siamo andati a vivere nell’altra”.

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La splendida Yurta in mezzo alla natura

La Yurta in cui vive questa famiglia alternativa è un piccolo gioiello dotato di tutti i comfort di una vera e propria casa, tra cui finestre rinforzate e il pavimento in parquet. Ma ciò che Lucy ama di più di questa abitazione è un altro aspetto.

Non ci sono mura! Il perimetro della Yurta è circolare e dà un senso di pace enorme. Sei davvero coinvolto nell’atmosfera casalinga. Lo dico sempre: le Yurte sono davvero economiche rispetto a una casa ma sono altrettanto confortevoli“.

La Yurta di Lucy è un open space, ma al suo interno c’è davvero tutto: armadi con i vestiti, una splendida cucina (che funziona con bombole a gas), un camino per le notti invernali, un boiler per scaldare l’acqua, una scrivania per lavorare al pc e una zona living che si trova proprio di fronte alle finestre. Da qui si può godere di una vista straordinaria sulla vallata e sulla foresta.

Dietro una tenda, si trova la “camera” da letto dei genitori. I bambini, invece, hanno una stanza al piano superiore, sopra quella dei genitori. L’elettricità è fornita dai pannelli solari.

“Amiamo vivere in una Yurta”, dice Lucy. “Amo che lo spazio sia così aperto, amo, ad esempio, poter tagliare le verdure per cena e al tempo stesso parlare con i miei figli. Non ci sono muri, non ci sono porte, c’è un grande calore umano. Mi piace che tutti i membri della famiglia siano sempre insieme. Ad alcuni potrebbe non piacere, a me piace da morire”.

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Una vita alternativa, lenta e semplice. Una vita felice

Come detto, la famiglia si mantiene in modo molto alternativo. Oltre ai soldi che incassano da Airbnb con l’affitto della prima Yurta, Lucy lavora online come freelance (potrei definirla una “nomade digitale” come me) e il marito si occupa dell’orto e degli animali. La maggior parte del cibo che mangiano è infatti autoprodotto. Quello che hanno in eccesso (tra cui il miele del loro piccolo apiario e il latte delle loro capre) viene venduto in un mercato locale.

Per alcuni, vivere in una Yurta in mezzo alla natura è un passo indietro. Ma sono sicuro che per chi si sveglia ogni giorno in una grande città sentendosi soffocare (come racconto all’inizio del mio libro “Le coordinate della felicità“), questa prospettiva di vita è a dir poco emozionante.

Lucy, il marito e le due figlie hanno trovato la loro dimensione in questa affascinante vita alternativa. Per loro, il vero sogno si è già realizzato e non ha nulla a che fare con lavori prestigiosi, grattacieli e smog. Per essere felici gli basta stare insieme e a stretto contatto con la natura.

“All’inizio ci eravamo detti: facciamo un anno di prova e vediamo. In quell’anno abbiamo visto tutti gli aspetti negativi di questa vita ma alla fine la bellezza di questo stile di vita immerso nel verde supera ogni difficoltà. Chi ci avrebbe creduto, qualche anno fa? E invece ora viviamo in una Yurta in mezzo alla natura. Per questo vi dico: non abbiate paura delle alternative. Potrebbe trovarsi lì la vostra strada“.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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