Gli esseri umani, per lo meno quelli che hanno la volontà e la capacità di ragionare e andare leggermente oltre lo strato superficiale della vita, si interrogano da sempre su cosa sia la felicità e come la si possa conquistare. Lo hanno fatto grandi pensatori e lo hanno fatto persone comuni. Anche io, nel mio piccolo, mi sono lanciato in un lungo viaggio dentro la mia vita per scoprire quali siano le coordinate della mia felicità (e ho scritto un libro che racconta questo percorso).
D’altronde, lo scopo di ogni essere umano è essere felice. Non è una questione egoistica, ma naturale: nessuno di noi ha il desiderio innato di essere triste e tutti aspiriamo a stare bene.
Dunque, come si raggiunge la felicità? Non esiste una ricetta universale ma se stiamo ad ascoltare quello che ci dicono i media, le pubblicità, le tendenze sui social network e i prodotti di consumo di massa (film in primis) passa inequivocabilmente un’idea: la felicità si trova nella ricchezza materiale.
La maggior parte delle persone è infatti convinta (come conseguenza di questo lavaggio del cervello) che solo attraverso un conto in banca milionario potrà essere felice. Un obiettivo di così difficile realizzazione da generare una credenza quanto mai diffusa: la felicità è per pochi privilegiati.
Fortunatamente, questa concezione è solo una delle tante. Io ho una mia idea della felicità ben diversa da quella che ho appena riportato. È quella che racconto nel libro “Le coordinate della felicità“: secondo me è un punto di equilibrio tra ciò che abbiamo dentro e ciò che costruiamo fuori, intorno a noi. La felicità è una fiamma che solo noi possiamo accendere ma solo le persone e le cose “là fuori” possono far divampare oppure provare a spegnere.
E i grandi leader spirituali del mondo cosa ne pensano? Di tutti, la visione che reputo più interessante è quella del Dalai Lama. In una conferenza del 2012, spiegò cosa significasse per lui la felicità. Ecco le sue parole, cariche di consapevolezza e amore, parole che mi convincono ulteriormente di una cosa che ho imparato viaggiando in Asia: se il buddhismo fosse la religione più diffusa al mondo, vivremmo in un mondo decisamente migliore.
Cos’è la felicità secondo il Dalai Lama
“Per me la felicità è più che altro una sensazione di soddisfazione, non è necessariamente un’esperienza legata al piacere ma un’esperienza neutrale, che porta grande soddisfazione interiore“, spiegò il Dalai Lama.
Come si raggiunge questa soddisfazione? Tutto nasce dentro di noi, da un atteggiamento di amore verso il mondo esterno.
“Io credo nella pace della mente. La pace della mente arriva prima di tutto con il calore del cuore. Se hai un cuore caldo riduci l’astio verso gli altri e riduci anche la tua sfiducia negli altri, sei sempre aperto. La fonte più grande di soddisfazione, e quindi di felicità, nasce dentro di noi. Se fai cose sbagliate, soprattutto fare del male agli altri, ne subirai conseguenze molto negative. Se aiuti gli altri, se doni gioia, otterrai benefici. Più forza interiore hai, più fai dell’aiutare gli altri lo scopo della tua vita, e più ti sentirai felice“.
Combatti l’ego e non ti sentirai più solo
Un altro passo importante è provare ad annullare gli effetti negativi dell’ego.
“Non mi sono mai considerato speciale, se mi considerassi diverso da voi perché sono Buddhista o perché sono il Dalai Lama o un premio Nobel, allora diventerai prigioniero delle etichette. Io mi dimentico di tutto ciò, mi considero semplicemente una dei sette miliardi di persone sulla faccia della Terra. Noi umani siamo mentalmente, emotivamente e intenzionalmente una cosa sola“.
Però poi finiamo per separarci e diventare un mare pieno di isole ben distanziate. Secondo il Dalai Lama succede a causa della società in cui viviamo.
“Quando sei giovane hai dei valori generati internamente, ma crescendo la società non incoraggia più questi valori interiori. Al contrario, quando guardi la televisione o leggi i giornali, trovi valori legati solo ai soldi, al numero di dollari. E le pubblicità? Non fanno altro che esaltare i beni materiali. Nessuno ti spiega l’importanza di avere un cuore caldo e aperto agli altri“.
“In una grande città, con tantissime persone, ognuno pensa solo a se stesso. È una società ego-centrica dove non c’è spazio per l’amore. A quel punto subentra la competitività, poi la gelosia. La gelosia porta sfiducia, che porta frustrazione e paura. Alla fine, l’unica cosa che senti è la solitudine. La solitudine non dipende dall’ambiente in cui vivi ma dal tuo stato mentale. Nasce nella tua testa”.
La soluzione è l’amore
La soluzione a questa separazione è più semplice di quanto si creda: l’amore. Il Dalai Lama la chiama “amicizia” ma l’amicizia è fondamentalmente una forma di amore verso il prossimo. L’amore, in tutte le sue forme, salverà il mondo.
“Penso che nel mondo ci siano tante crisi e tante brutte cose ma ci sono anche tante belle cose. Siamo animali sociali, quindi l’amicizia è fondamentale. L’amicizia deriva dalla fiducia e la fiducia è l’opposto della paura. Più paura abbiamo e meno siamo fiduciosi. Se siamo spaventati, come possiamo avere intorno persone che amiamo e ci amano? E senza queste persone come facciamo ad essere felici?”
Una lezione del Dalai Lama che anche altri grandi pensatori avevano esposto al mondo: la felicità è davvero reale solo se condivisa.