Diventare una persona ordinata ha un qualche tipo di effetto sulla tua felicità? Essere disordinato fa davvero parte della tua natura oppure, molto semplicemente, non hai mai avuto voglia di provare a essere ordinato? In questo articolo ti racconto la mia esperienza da persona super disordinata a minimalista e ti spiego perché anche il Buddhismo predica l’ordine per iniziare a vivere più serenamente e semplicemente.
Immagina una stanza in totale disordine.
Ci sono oggetti dappertutto, alcuni ancora da togliere dalla confezione, altri rotti. C’è immondizia negli angoli, ci sono mobili, tavoli e sedie rovesciati. Ci sono talmente tante cose gettate alla rinfusa che non riesci nemmeno a distinguere il colore del pavimento e non sai dove stai mettendo i piedi. Le pareti, invece, quelle le vedi, ma ognuna ha un coloro diverso. I quadri che le decorano sono appesi storti. Alcune finestre sono spalancate, altre sono sigillate con le tapparelle abbassate. Uno stereo acceso trasmette musica passando continuamente da una canzone all’altra, alzando e abbassando il volume. La porta di quella stanza è aperta e c’è un continuo flusso di gente che entra ed esce.
Ora immagina una stanza perfettamente ordinata.
Nel momento in cui entri, ti chiudi la porta alle tue spalle. C’è un bel silenzio. Tutto è al suo posto: gli oggetti sono pochi e sono ordinati sugli scaffali, i vestiti sono chiusi dentro l’armadio, un bel tappeto si trova sul pavimento e le pareti sono bianche. Le finestre sono chiuse, ma si vede il paesaggio fuori. Su una parete, una grande libreria con decine di libri posizionati uno accanto all’altro. Al centro della stanza c’è una poltrona. Ti siedi e ti senti incredibilmente a tuo agio, come se fossi immerso/a in un mare di pace. Ti guardi intorno: ogni cosa è al suo posto. Tutto è in ordine. Se qualcuno vuole entrare lì dentro, dovrà bussare alla porta e chiedere il permesso. Perché in quella stanza c’è un equilibrio così profondo da essere quasi emozionante; così prezioso da risultare sacro.
La tua vita è come una stanza: come vuoi tenerla?
La tua vita è esattamente come una stanza. Hai due opzioni:
- puoi scegliere di non prendertene cura e lasciare che si accumuli il disordine, si generino molti rifiuti e il superfluo prenda il sopravvento. Puoi permettere a chiunque di entrare e uscire quando vuole, tanto quella stanza è un disastro e non ne hai alcun controllo.
- puoi scegliere di curarla, tenerla pulita e ordinata. Fare in modo che ogni cosa sia al suo posto. Ti basta un’occhiata per avere chiara la situazione. La porta è chiusa, perché quel luogo è sacro e chi vuole entrarci deve chiedere il permesso.
No, non sono un maniaco dell’ordine, di quelli che si sentono a disagio se tutto intorno non è perfettamente ordinato. Non lo sono mai stato, al contrario per molti anni ho creduto che vivere nel disordine e nel caos fosse la cosa migliore per me. Credevo che fosse la mia dimensione.
Poi, però, sono diventato un minimalista. E mi ha cambiato completamente la vita. Non solo mi ha donato una leggerezza e una serenità che prima non avevo mai nemmeno sfiorato, ma ha anche contribuito a farmi scoprire una grande verità: nell’ordine si vive meglio.
Ma non solo. Come spiego nel mio libro “Profondo come il mare, leggero come il cielo”, c’è una correlazione dimostrata tra ordine e concentrazione:
Negli anni Novanta, a Helsinki, fu condotto un esperimento su un gruppo di studenti universitari. Entrando uno alla volta in una stanza, trovarono una scrivania disordinata e un televisore spento. Gli studenti furono suddivisi in due sottogruppi. A chi apparteneva al primo fu chiesto di sedersi alla scrivania senza toccare nulla dei tanti oggetti lasciati alla rinfusa. Al secondo gruppo fu invece chiesto di riordinare la scrivania. A tutti quanti, dopo qualche minuto, fu acceso il televisore. Il dispositivo non era collegato al cavo dell’antenna e sullo schermo c’erano solo puntini neri e grigi. Ai partecipanti fu chiesto se vedessero qualcosa in quella schermata “grigia”. Chi faceva parte del primo gruppo rispose per la gran parte di sì: in mezzo a tutti quei puntini vedeva delle forme. Chi invece apparteneva al secondo gruppo, non vedeva nulla. Questo esperimento dimostra qualcosa che a livello inconscio sanno molte persone: riordinare aiuta a essere più lucidi. L’unica differenza tra i due gruppi era stata infatti la possibilità di sistemare la scrivania prima di guardare lo schermo. Chi non ha potuto farlo, ha visto nella schermata grigia delle figure e delle forme che non esistevano. Questo perché la mente si nutre di ordine e, se noi glielo neghiamo, smetterà di vedere le cose per ciò che sono. Nel tentativo di dare ordine alla realtà, ci farà vedere cose che non esistono. Per calmare la mente possiamo quindi iniziare a riordinare il mondo intorno a noi.
Dal mio libro “Profondo come il mare, leggero come il cielo“
So che molti si rifiutano di diventare una persona ordinata. So che esistono esseri umani realmente a proprio agio nel disordine più totale. Ma sono molti, molti meno di quanti si creda. Sono eccezioni, vere e proprie rarità. Quasi tutti coloro che credono di vivere meglio nel caos non hanno mai provato a vivere nell’ordine.
Anche io ero convinto che diventare una persona ordinata fosse incompatibile con la mia natura. Oggi, invece, tenere ordinato il piccolo quadrato in cui vivo non solo mi rende più efficiente e produttivo ma ha anche degli effetti positivi concreti sulla mia felicità.
L’arte zen del tenere in ordine secondo i monaci buddhisti
L’arte dell’ordine ha origini antichissime. Nel buddhismo gioca un ruolo chiave, non solo perché Buddha, come quasi tutti i leader spirituali, era distaccato dagli oggetti e minimalista, ma anche perché per i monaci buddhisti ordinare è una vera e propria forma di meditazione.
È un’attività che svolgono quotidianamente per mantenere i loro templi puliti e ordinati. Una grande cura che non è dovuta solo al fatto che si tratta di luoghi di culto: i monaci buddhisti sono convinti che tenere ordinato il luogo in cui si vive significa essere ordinati anche dentro.
E il segreto per riuscirci è molto semplice: minimizzare. Avere pochi oggetti, infatti, facilita il compito del riordino, rende più accessibile una vita semplice ma non per questo banale. Semmai è il contrario: meno oggetti, più emozioni, concentrazione e momenti da ricordare.
Less is more, un concetto espresso anche dal noto monaco buddhista giapponese Shunmyo Masuno:
Se desideri semplificare il tuo sé interiore, arreda le tue stanze in modo spartano. Non c’è niente di più bello di uno stile di vita basato sulla semplicità. È questo il vero spirito dello zen.
Diventare una persona ordinata con il Minimalismo
Prima di diventare minimalista ero una persona molto disordinata. Non sono diventato minimalista per migliorare sotto questo aspetto, onestamente non ci avevo nemmeno pensato. Volevo ridurre il numero dei miei oggetti perché mi affascinava l’idea che che possedere solo quelli che mi servono davvero avrebbe semplificato la mia vita.
Effettivamente è andata proprio così: tagliare tutto il superfluo e prendermi maggiormente cura dell’essenziale mi ha reso la vita più leggera, come ho già scritto in questo articolo.
Ma durante questa piccola grande rivoluzione personale ho anche capito che i monaci buddhisti hanno certamente ragione quando dicono che il modo in cui teniamo il nostro piccolo quadrato di vita riflette l’ordine o il disordine che abbiamo dentro.
Per esperienza personale so che spesso una persona disordinata solitamente ha queste caratteristiche:
- sbalzi di umore;
- confusione nel definire i propri obiettivi di vita;
- difficoltà a concentrarsi;
- incapacità di capire se stesso e definire il proprio valore;
- indecisione anche su piccole questioni;
- tendenza a cambiare continuamente idea;
- un senso di insoddisfazione e incompletezza perenne;
Si può quindi dire che una persona disordinata fuori sia anche una persona disordinata dentro. Ma allora diventare una persona ordinata è la soluzione? Una possibilità che un tempo non avrei mai nemmeno preso in considerazione ma che oggi mi sembra una verità assoluta.
Il disordine e la sensazione di soffocamento
L’ho provato sulla mia pelle: prima di diventare minimalista e quindi riportare ordine nella mia vita, mi sentivo costantemente sopraffatto. Avevo l’impressione di avere sempre troppe cose da fare, di rimandare continuamente talmente tanti impegni che non me li ricordavo nemmeno più.
Quando andavo a dormire alla sera, era come se tutta questa agitazione trattenuta durante il giorno mi esplodesse dentro e infatti mi capitava spesso di svegliarmi nel cuore della notte senza riuscire più ad addormentarmi.
Poi ho iniziato a minimizzare. Ho tolto oggetti e situazioni superflue dalla mia vita e solo privandomene ho scoperto che erano anche nocive: la loro semplice presenza era fonte di ansia. Erano un qualcosa in più che occupava spazio nella mia vita e nella mia mente.
Con il Minimalismo, come detto, sono riuscito a diventare una persona più ordinata. Non è che lo abbia scelto consapevolmente, è successo nel momento in cui ho tolto il superfluo e mi sono ritrovato ad avere a che fare solo con l’essenziale. A quel punto, ho capito che dovevo prendermene cura, perché non avevo più tutta quell’abbondanza, quel “tanto” che mi confondeva e mi distraeva continuamente.
Avevo nella mia vita solo ciò che era davvero utile. E così ho iniziato a tenere quelle cose ordinate, pulite, funzionanti. Ho deciso di dedicare il mio tempo a tenere il mondo intorno a me nel migliore dei modi. In poco tempo anche il mondo dentro di me ha subito un cambiamento drastico.
La semplicità di una vita ordinata e felice
La consapevolezza di avere tutto in ordine, mi ha dato la sensazione di avere finalmente tutto sotto controllo. È sparita l’ansia immotivata e inspiegabile di quando avevo troppo e vivevo nel più totale disordine. Niente risvegli in piena notte, nessuna sensazione di soffocare, nessuno assurdo desiderio di ribaltare scrivanie e letti e scappare il più lontano possibile.
Si è generata, invece, dentro di me, la forte sensazione che tutto sia esattamente dove dev’essere. Nel mondo fuori, ho pochi oggetti e sono tutti al loro posto. Nel mondo dentro, ho poche preoccupazioni e sono tutte ben chiare e ordinate per priorità. So di cosa posso occuparmi e come; sono consapevole che su certe questioni non ho alcun potere e non me ne preoccupo.
Grazie all’ordine, la mia vita è diventata più semplice. Una semplicità che ha generato una grande pace interiore, quella che vedi sul volto di un anziano monaco buddhista che spazza i pavimenti del suo meraviglioso tempio.