Viaggiare ti aiuta a realizzare il tuo potenziale di essere umano

Photo by Toomas Tartes

Perché viaggiamo?

Perché ci viene quel desiderio incontenibile di mollare gli ormeggi e andare a esplorare nuovi orizzonti?

Le risposte sono tantissime. Forse ogni viaggiatore ha una risposta diversa.

Eppure credo che ci siano anche delle risposte universali, che accomunano tutti noi con l’erba sotto i piedi.

Una di queste è che viaggiare riesce a farti esprimere il tuo potenziale umano.

È una cosa davvero rara al giorno d’oggi, perché oggi a nessuno interessa diventare il miglior essere umano possibile.

Sembra che l’obiettivo non sia altro che diventare quel genere di persona che ha tanto da mostrare e ostentare, anche se poi sotto la superficie c’è il vuoto.

Spesso non è una scelta consapevole, ma una conseguenza della società in cui viviamo.

Se ci pensi, nessuno ti dice di esprimere al massimo il tuo potenziale di essere umano. Da nessuna parte e a nessuna età.

Al contrario, nel corso della tua vita ti dicono prima di essere il miglior studente, poi il miglior lavoratore.

Ti convincono che il tuo valore sia quello: i voti a scuola e i successi in ambito lavorativo. Poco altro.

Così ti impegni per esprimere al meglio le tue potenzialità guardando solo in quella direzione.

Vuoi essere il migliore, dimostrare ai tuoi genitori, ai tuoi professori, ai tuoi capi e alla società di aver fatto il massimo e aver dato tutto.

Ma questa società è studiata apposta per non farti “arrivare” mai.

Non basta mai quello che hai ottenuto, c’è sempre un gradino in più, una tacca in più per alzare l’asticella.

Così corri, corri e corri mentre ti guardi intorno, cercando il consenso di qualcuno o una parola di conforto che non arriva mai.

E alla fine ti deprimi, perché ti sembra di aver fatto il massimo ma il massimo non è bastato.

Se sei stanco di correre, dovresti sapere che il problema non è tuo. Non è vero che non sei abbastanza.

Il problema è di questo sistema malato che regola le nostre vite attraverso stimoli incessanti che ci portano nella direzione sbagliata.

E non lo dico io che è sbagliata. Guardati intorno e dimmi quante persone felici vedi.

Ecco.

E pensare che abbiamo tutti i mezzi per esserlo… se non lo siamo, evidentemente, è perché il libretto di istruzioni che ci hanno fornito non funziona.

Come scrivo nel mio libro, forse è ora di prendere in mano carta e penna e scriverlo da soli quel libretto di istruzioni per la nostra personalissima felicità.

Forse quello che non funziona nel percorso tradizionale è proprio il fatto che viviamo in un periodo storico storico nel quale ti spingono a voler essere sempre il migliore rispetto agli altri, ma mai rispetto alla versione attuale di te stesso.

Non c’è nessuno che ti guarda negli occhi e ti dice: “Hey, dimentica un attimo i voti o le ambizioni lavorative. Perché non cerchi di essere semplicemente il miglior essere umano possibile?

Si è persa di vista l’importanza del valore umano, quello che non si può quantificare con i numeri, le lauree e le promozioni.

In cosa consiste questo valore umano?

È la capacità di mettere a disposizione degli altri i propri pregi e non far pesare i propri difetti.

Essere una persona che fa del bene, è di aiuto a chi ne ha bisogno e sa prendersi cura di sé.

Quella persona che ha imparato ad essere felice senza intaccare la felicità altrui.

Ma al giorno d’oggi il valore umano ha sempre meno importanza.

Il mondo è pieno di gente che ha sacrificato la bontà d’animo e la sensibilità per non deludere le aspettative scolastiche o lavorative. Uomini e donne che hanno barattato i loro sogni per non deludere le ridicole aspettative poste dagli altri.

Che tragedia.

Tutto ciò succede perché nessuno ti dice che prima di essere il migliore della classe o il dipendente del mese, dovresti preoccuparti di essere un certo tipo di essere umano.

E anche se nessuno te lo dice, fortunatamente puoi capirlo da solo.

Ci puoi riuscire in vari modi e uno dei più efficaci è viaggiando.

Nel mio libro “Le coordinate della felicità” scrivo che viaggiare è un’attività che ti permette di andare oltre qualsiasi etichetta.

Quando viaggi non sei più “la fidanzata di…“, “il figlio di…“, “quello che fa un certo lavoro“, “quella che a quarant’anni non ha ancora figli“.

Quando viaggi sei semplicemente te stesso.

Una meravigliosa libertà che ti porta a fare ciò che nella vita di tutti i giorni non riesci a fare: esprimere il tuo potenziale di essere umano.

È proprio quando viaggi che diventi più sensibile, più empatico.

È quando viaggi che torni a sentirti vivo, a percepire i tuoi sensi assopiti dalla monotonia.

È quando viaggi che ti rendi conto dell’esistenza di altre persone e ti viene voglia di essere di supporto, fare qualcosa di bello per il mondo e per l’umanità.

Quando viaggi diventi quel genere di persona che si guarda allo specchio sorridendo, si sveglia al mattino sapendo di avere uno scopo e va a dormire alla sera a cuor leggero, senza turbamenti.

Tutto questo non lo conquisti tra i banchi di scuola o dietro una scrivania.

Lo impari viaggiando e poi fai tua questa lezione portandotela dietro anche nella quotidianità.

Ecco perché dico sempre che un vero viaggiatore è un viaggiatore sempre, anche quando non viaggia.

Perché se esplorando il mondo hai esplorato te stesso e hai capito come realizzare il tuo massimo potenziale, allora non smetterai di farlo una volta a casa.

Pensaci: chi ama viaggiare solitamente non dà grande valore ai numeri, alle etichette, alle cose e alle apparenze.

Chi viaggia ha capito che il vero valore è un altro e non sarà ma il giudizio di un perfetto sconosciuto, se non addirittura di un algoritmo, a definirlo.

Il vero valore puoi coltivarlo solo tu, giorno dopo giorno.

In viaggio e a casa.

La tua felicità passa anche da qui: dalla capacità di realizzare il tuo potenziale di essere umano.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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