Le persone normali hanno una propensione dominante a mettere radici.
Non desiderano altro che stabilirsi e non muoversi più. Cercano lavori sicuri, partner sicuri, vite sicure. Non vogliono rischiare e mettersi in gioco. Amano la stabilità e trovano nella routine una piacevole tranquillità.
A volte si annoiano a fare sempre le stesse cose e vedere sempre le stesse persone e gli stessi luoghi. Ma in fondo, dal loro punto di vista, “è così per tutti“.
Pensano che non si possa scampare a un certo disagio che a volte, soprattutto la domenica sera, prima dell’inizio dell’ennesima settimana, plana sulle nostre vite.
Così è la vita, pensano.
Poi ci siamo noi. Quelli con l’erba che cresce sotto i piedi.
Noi che non riusciamo a fermarci
È una metafora che ho ascoltato affascinato durante un viaggio. Ero a Koh Phangan, un’isola thailandese, in compagnia di altri viaggiatori e anime libere. Racconto l’episodio nel mio libro:
Un giorno, mentre pranzavamo con un gruppetto di queste anime speciali, tutti a piedi nudi a pochi passi dal mare, una ragazza disse qualcosa che catturò la mia attenzione.
“Mia madre dice che ho l’erba che cresce sotto i piedi” esclamò. “Non so stare ferma: l’erba cresce, mi solletica i piedi e mi costringe a muovermi.”
Tratto da “Le coordinate della felicità“
Mi raccontava che la ragazza voleva sempre viaggiare, scoprire, muoversi. Riusciva a fermarsi solo per brevi periodi, ma poi aveva un impulso irrefrenabile che la spingeva a ripartire.
Mi spiegò che era come se avesse l’erba che le cresceva sotto i piedi.
Quando si fermava per troppo tempo, il fastidio procurato dall’erba che cresceva diventava insopportabile ed era costretta a muoversi.
Le dissi di non preoccuparsi, perché sua figlia non era l’unica. Ci sono tante persone con l’erba sotto i piedi.
L’impulso irrefrenabile di muoverci
Siamo così, e non è un vanto. Non facciamo parte di un élite.
Semplicemente diventiamo molto insofferenti quando ci ritroviamo a fare sempre le stesse cose, quando non possiamo muoverci ed esplorare il mondo.
Più ci fermiamo, più l’erba cresce, più il fastidio aumenta. E a quel punto non ha senso restare, né per noi né per gli altri.
L’unica soluzione è partire, o per lo meno stravolgere la nostra quotidianità per renderla sempre diversa, ogni giorno una nuova avventura.
Viaggiare all’interno della propria vita, senza cambiare casa, città e lavoro. Non è facile, ma qualcuno ci riesce. Li si riconosce dal sorriso.
Non è un vanto, né una vergogna: è ciò che siamo
Non è un vanto avere l’erba che cresce sotto i piedi, ma non è nemmeno motivo di vergogna.
Non dobbiamo vergognarci di essere persone con un animo avventuroso e una curiosità insaziabile.
Tanti di noi pensano di essere strani e finiscono per dirsi di mettere la testa a posto.
È ora di smetterla e diventare seri, si ripetono fino ad auto-convincersi.
Ma così non può funzionare. L’erba crescerà, che tu lo voglia o no. Per trovare la felicità non puoi far altro che accettare questa situazione.
Ammettilo: sei una persona che ha bisogno di viaggiare.
Che sia mentalmente o fisicamente, che sia dietro casa o dall’altra parte del mondo, non importa: hai bisogno di muoverti, fare esperienze, provare emozioni.
Hai bisogno dell’avventura nella tua vita.
Accetta la tua natura e vivi al massimo
Se ti ritrovi in questa descrizione, la prima cosa che dovresti fare è accettarti per ciò che sei.
Non provare a cambiarti. Non ne ricaverai niente se non sofferenza e rimpianti. Accetta di avere un’anima nomade e uno spirito avventuroso, asseconda il tuo essere.
Il secondo step è far capire agli altri che tu sei così, e non cambierai.
Non nasconderti, non scappare. Mostrati per ciò che sei e non temere i giudizi di chi sussurrerà alle tue spalle dandoti del pazzo e dell’idiota.
Sarai pure pazzo, ma non idiota.
Tu non sei uno di quelli che non cambiano mai e vivono un’esistenza scelta da altri. Quelli che al posto dell’erba, sotto i piedi, hanno radici marce e soffocanti.
Tu hai un’erba verde e rigogliosa. Non devi odiarla, perché è ciò che ti tiene vivo.
Ti costringe a muoverti e ti fa capire che una vita passata sempre nello stesso luogo non è degna di essere vissuta.
Non per te, almeno, che sei nato con la voglia di scoprire il mondo. Non per te, che non ti vergogni a dire di volerti muovere ancora un po’ prima di mettere radici.