Ci sono molti motivi per cui volevo visitare la Costa Rica. Innanzitutto per la Pura Vida, la filosofia del vivere leggero e spensierato che ha reso i ticos uno dei popoli più felici al mondo. Un altro fattore importante era sicuramente l’attenzione all’ambiente e il profondo rispetto verso la Natura che caratterizza questo angolo di mondo immerso nel verde.
C’era poi un motivo strettamente legato al viaggio: per quanto relativamente piccola, questa nazione è ricchissima di diversità. Le sue coste sono bagnate da due oceani, ci sono 12 zone climatiche differenti e si passa dai vulcani alla giungla, dalle spiagge infinite sul Pacifico alle calette sulla costa caraibica, dai murales e i quartieri affollati della capitale alle cittadine di montagna.
Proprio per questa ragione, ho sempre pensato che il modo migliore per viaggiare in Costa Rica fosse viaggiando on the road. Così, quando un paio di mesi fa ho scoperto che le sue frontiere sono aperte ai visitatori di ogni parte del mondo nonostante la pandemia, ho deciso di partire senza pensarci due volte.
(se te lo stai chiedendo, lavoro completamente in remoto e da anni vivo viaggiando per il mondo. Trovi la mia storia nel mio primo libro “Le coordinate della felicità“).
L’obiettivo era proprio realizzare quel sogno: partire da una costa, dinnanzi a un’oceano, e poi arrivare viaggiando completamente on the road, sull’altra costa, davanti all’altro oceano. Io e la mia compagna ci abbiamo messo poco meno di tre settimane e meno di 1.500 km. È stata un’avventura straordinaria.
Si può entrare in Costa Rica ai tempi del covid-19?
Partiamo da questa domanda, che è la più frequente che ho ricevuto nelle ultime settimane. Viste tutte le limitazioni e i continui cambi di normative che caratterizzano l’Italia in questo periodo, molti si sono chiesti come sia possibile viaggiare. Anzi, molti sono convinti che sia proprio impossibile farlo.
Non è così. Se lo fosse, gli aeroporti sarebbero chiusi e invece ogni giorno partono centinaia di voli che partono e arrivano nel nostro paese. Ci sono delle regole da seguire (e invito chiunque a farlo) ma la possibilità di lasciare il paese esiste (e ci mancherebbe altro).
Voglio però fare subito una precisazione: in questo articolo non c’è scritto da nessuna parte che sia possibile partire dall’Italia per la Costa Rica con motivazioni turistiche. Questa è una guida rivolta a chi può partire legalmente (ad esempio per fare un corso di diving e ottenere un brevetto) e per chi lo farà quando gli sarà possibile, in futuro.
Personalmente sono partito alla fine dell’anno scorso dal Portogallo, dove stavo viaggiando e vivendo in van. Sono entrato in Francia e da Parigi ho preso un volo diretto per San Jose con Air France.
Non sono partito dall’Italia e non sono a conoscenza di tutte le normative. All’epoca non era necessario fornire alcuna motivazione per il viaggio. Vi rimando al sito della Farnesina ( infocovid.viaggiaresicuri.it ) il più aggiornato su spostamenti e regole per avere una risposta certa sulla possibilità di partire dal vostro comune di residenza.
I 3 requisiti per viaggiare in Costa Rica
Come detto, la Costa Rica è aperta ai turisti di ogni paese. Ciò significa che chiunque può entrare, indipendentemente da dove arriva. Molti mi hanno chiesto se per farlo è necessario avere un test PCR negativo, che attesti di non avere il covid-19. La risposta è che non è obbligatorio fare il tampone per entrare e nessuno ve lo chiederà.
Gli unici requisiti sono questi tre:
- avere un’assicurazione sanitaria che copra anche il covid-19 e abbia un massimale di almeno $100.000. Ciò che rende inutilizzabili la maggior parte delle polizze è che l’assicurazione deve anche avere una copertura di $2.000 per sostenere eventuali spese di quarantena nel caso in cui il visitatore contragga il covid-19 in Costa Rica. Prima di partire mi sono informato a lungo e ho capito che sono ben poche le assicurazioni che offrono questa soluzione. Fortunatamente, la Costa Rica stessa dà la possibilità di stipulare la polizza con la sanità nazionale (INS). Per tre mesi ho speso poco più di $200 e mi sono evitato problemi all’imbarco (quando viene chiesto a ogni passeggero di dimostrare di avere un’assicurazione valida).
- compilare un form online (Health Pass) nelle 48 ore precedenti al volo sul sito www.salud.go.cr. È necessario avere già stipulato la polizza assicurativa prima di compilarlo. Dopo aver riempito tutti i campi correttamente, si riceve un QR code senza il quale non vi faranno imbarcare.
- avere un biglietto di uscita dal paese entro la scadenza del visto. Non dev’essere per forza un biglietto di ritorno, può anche essere un volo per un’altra nazione.
Soddisfatti questi tre requisiti, chiunque può entrare in Costa Rica. Agli italiani è garantito un visto di 90 giorni, ma solo se l’assicurazione stipulata li copre tutti. In caso contrario, il visto avrà la durata dei giorni di copertura (se avete deciso di assicurarvi per trenta giorni, riceverete un visto di trenta giorni).
Fatta questa doverosa premessa, passiamo al viaggio in sé partendo da due aspetti fondamentali: la scelta del mezzo da noleggiare e un suggerimento sulla migliore soluzione per il soggiorno.
Nomad America: perché è necessario avere un 4×4
Per questo viaggio on the road non è sufficiente un mezzo, è necessario un 4×4. Il motivo è che molte delle strade in Costa Rica sono sterrate o comunque in pessime condizioni. La stessa (unica) strada che passa per Santa Teresa (una delle località più popolari) è completamente sterrata.
L’unico modo per viaggiare in sicurezza è avere un veicolo 4×4. Ci sono numerose compagnie che li noleggiano ma io consiglio vivamente Nomad America, una compagnia locale che oggi opera anche in Messico e a Panama. Tra l’altro, inserendo il codice promo “MVV” hai un 5% di sconto su qualsiasi prenotazione.
Ciò che rende Nomad America la scelta migliore è il fatto che quasi tutti i modelli a disposizione sono dotati di una tenda sul tetto per poter fare camping in mezzo alla Natura. Noi abbiamo scelto un Toyota FJ Cruiser e grazie alla tenda abbiamo potuto dormire davanti al mare una notte il giorno in cui siamo arrivati a Puerto Viejo.
È una soluzione pratica e comoda, perfetta per chi ama la vita all’aria aperta e l’avventura. Inoltre tutti i veicoli di Nomad America sono dotati di un cellulare con connessione a internet illimitata, un kit da campeggio e una borsa frigo. Lo staff è reperibile 24/24 e tutti coloro che ci lavorano sono estremamente gentili e disponibili a dare consigli di viaggio.
Nonostante tutto ciò, i prezzi non sono molto distanti da quelli di un tradizionale fuoristrada e con il promo-code “MVV” hai un ulteriore 5% di sconto.
Selina, la miglior soluzione per soggiornare in Costa Rica
Di Selina ho già parlato in un articolo dedicato in cui ho spiegato perché ritengo che il loro pacchetto CoLive sia perfetto per chiunque voglia viaggiare a lungo in Costa Rica. Si tratta infatti di una soluzione che permette di soggiornare per 30 giorni in un massimo di 3 strutture in giro per il mondo.
Con il pacchetto CoLive sono inclusi anche:
- accesso alle daily wellness class (ad esempio Yoga)
- accesso al co-working space per lavorare in remoto (per chi lavora in remoto come me è un plus enorme)
Il prezzo è un altro punto forte:
- community room (dormitorio) a partire da $300 al mese (circa 250 euro)
- micro room (stanza privata e bagno in comune) a partire da $600 al mese (circa 498 euro)
- standard room (stanza privata con bagno privato) a partire da $1100 al mese (circa 909 euro)
- suite (ampia stanza privata con bagno privato) a partire da $1800 al mese (circa 1488 euro)
Sfruttando il CoLive ho potuto soggiornare nelle strutture di Selina (per me le migliori sono quelle di La Fortuna, Puerto Viejo e Santa Teresa South) mentre giravo per la Costa Rica (un paese dove i soggiorni sono piuttosto cari, specie se si prenota all’ultimo).
Consiglio il pacchetto a chiunque voglia viaggiare in più parti della Costa Rica, ma anche a chi è alla ricerca di un ostello/guesthouse di alta qualità, sicuro, confortevole e con un’atmosfera molto amichevole e leggera.
Anche in questo caso c’è un codice sconto per chi segue il mio blog: utilizzando il promo code “MVV-travel” hai un 5% di sconto sulla prenotazione delle singole notti. È valido per la Costa Rica ma anche per qualsiasi altro paese dove ci sono le strutture di Selina (è presente in 18 nazioni, tra cui il Portogallo).
Viaggiare in Costa Rica: il nostro viaggio on the road
Passiamo ora al viaggio on the road in sé: ecco l’itinerario del nostro coast to coast della Costa Rica. Uno dei luoghi che più mi ispirava di questa nazione centramericana era Santa Teresa, un villaggio di surfisti sulla costa pacifica. Poco dopo il nostro arrivo abbiamo deciso di trasferirci lì per lavorare in remoto in tranquillità e immergerci senza fretta nell’atmosfera della Costa Rica.
Siamo partiti da qui a dicembre, davanti all’Oceano Pacifico pieno di surfisti a caccia di onde. Parlerò meglio di Santa Teresa alla fine dell’articolo.
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1° tappa: Tamarindo
La prima tappa del nostro viaggio era Tamarindo. Per arrivarci da Santa Teresa ci abbiamo messo più di cinque ore, scegliendo di non viaggiare lungo la costa proprio perché la strada è al limite dell’impraticabilità specialmente quando piove.
Per poter guidare sull’asfalto è necessario andare verso l’entroterra della penisola di Nicoya, fino a raggiungere Puntarenas. Da qui si risale verso Pueblo Viejo di Nicoya, dove si prende la strada che riporta alla costa e quindi a Tamarindo.
Sapevamo che si trattava di una località molto turistica ma alcuni viaggiatori ci avevano parlato anche di tramonti mozzafiato. Sono vere entrambe le cose: Tamarindo è piena di persone che vengono in Costa Rica solo per rilassarsi ed è rimasto ben poco di autentico in questa zona. Sembra di stare in una piccola Cancun.
Tuttavia, al tempo stesso, ha senso visitarla se si è amanti dei tramonti infuocati, perché la spiaggia offre viste davvero indimenticabili. È anche un ottimo spot per appassionati di surf e immersioni. E dei party…
2° tappa: Monteverde
Abbiamo deciso di fermarci a Tamarindo giusto un paio di notti, poi siamo ripartiti per esplorare una zona della Costa Rica molto affascinante: l’Arenal. Si tratta di un’area nel cuore del paese, costituita da un vulcano e da un lago che portano lo stesso nome. Ci sono diverse località interessanti in questa zona, una delle quali è certamente Monteverde.
È un paesino di montagna a più di 1300 metri di altezza, dove rimettere nello zaino le infradito e tirare fuori le scarpe da trekking. Per arrivarci da Tamarindo bisogna guidare per cinque ore circa, facendo l’ultima tratta completamente in salita. È una strada spettacolare, che regala viste straordinarie su tutta la vallata.
A Monteverde sembra di essere finiti in un’altra nazione: nessuna spiaggia, ma fitta boscaglia e tanti scorci dominati completamente dalla Natura. Monteverde è famosa per i trekking e per le sue riserve naturali, dove è possibile ammirare flora e fauna protette.
Per chi è alla ricerca di un’attività gratuita, c’è un bellissimo albero di fico raggiungibile attraverso una stradina secondaria che inizia dal parcheggio del Cloud Forest Lodge, le cui radici hanno creato delle trame davvero spettacolari. Ci si può arrampicare passando dalle fessure che si trovano all’interno del tronco, ed è un’esperienza che ti riconnette profondamente con la Natura.
Chi vuole staccare un po’ dall’afa delle spiagge e fare lunghe passeggiate in mezzo al verde e al fresco della montagna, non può perdersi una visita a Monteverde.
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3° tappa: La Fortuna
Dopo Monteverde abbiamo puntato con decisione verso La Fortuna. Per arrivarci si scende dalla montagna e si guida lungo parte del perimetro del lago Arenal, un altro luogo che non sembra appartenere alla Costa Rica “da cartolina” vista la presenza di chalet e pasticcerie tedesche. Ci siamo fermati solo per una giornata sul lago ma vale la pena di farlo anche per due o tre notti, godendo di un’atmosfera molto tranquilla, ideale per chi ama campeggiare nel silenzio della Natura.
La Fortuna è nota per il vulcano Arenal. C’è una bella leggenda che mi hanno raccontato diverse persone del luogo: a quanto pare il nome deriva dall’ultima volta che ci fu una forte eruzione. All’epoca (nel 1968) tutti i centri abitati nelle vicinanze furono colpiti e devastati, tranne uno. Da allora, quel luogo viene chiamato “La Fortuna”.
È uno dei posti più affascinanti che ho visitato in Costa Rica. C’è un’atmosfera magica e ci sono delle vibrazioni uniche. Non solo perché svegliarsi con la vista di questo meraviglioso vulcano ti lascia a bocca aperta, ma anche perché da qui è possibile partire per una serie di trekking veramente entusiasmanti.
Consiglio certamente di fare un tour a piedi per visitare la cascata immersa nella giungla (imponente, vale davvero la pena di visitarle) e il ponte sospeso nel cuore della vegetazione.
Consiglio di utilizzare la piattaforma GetYourGuide per trovare il tour giusto, perché qui ci sono i prezzi più convenienti e tantissime esperienze tra cui scegliere. C’è anche un trekking direttamente sul vulcano.
La Fortuna è nota anche per le sue acque termali. Ci sono numerosi resort di lusso che hanno le terme all’interno della loro proprietà ma ci sono anche delle terme gratuite. È qualcosa di molto raro in Costa Rica, e infatti non sono proprio gratuite: bisogna pagare qualche dollaro ai parcheggiatori all’ingresso per poter accedere.
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4° tappa: Puerto Viejo
Dopo La Fortuna era arrivato il momento di raggiungere l’altra costa della Costa Rica. Lo abbiamo fatto puntando verso sud, in direzione Panama. Il nostro obiettivo era di arrivare direttamente a Puerto Viejo e dopo un’intera giornata alla guida ce l’abbiamo fatta. Siamo giunti sulla costa caraibica di notte, senza riuscire a vedere il mare ma ci siamo addormentati ascoltando il suono delle onde.
Il giorno successivo, il Caribe ci ha dato il benvenuto con una splendida giornata di sole. Ci siamo trovati davanti a spiagge, palme e l’Oceano Atlantico. Il nostro coast to coast era completo, era il momento di festeggiare godendoci l’atmosfera caraibica di Puerto Viejo.
La comunità giamaicana è molto forte in questo angolo di Costa Rica, un aspetto che ha un piacevole effetto sia sulla musica dal vivo (il reagge qui è un fenomeno culturale) sia sulla cucina, il cui ingrediente principale è il latte di cocco.
Oltre a visitare i ristoranti e i locali di artigianato, consiglio certamente di noleggiare una bicicletta e andare a caccia di spiagge.
Quelle del centro di Puerto Viejo (davanti ai locali) non sono particolarmente spettacolari, ma proseguendo verso nord per qualche chilometro si raggiunge Punta Uva, una spiaggia di 8.5 km dove è possibile fare surf ma anche nuotare senza correre il rischio di venire travolti dalle onde. È il posto ideale dove bersi una birra e conoscere nuove persone.
Per chi cerca un’atmosfera più tranquilla e caraibica consiglio Playa Cloches, con il mare azzurro e senza surfisti. Molto scenografica Playa Negra, una spiaggia selvaggia con la sabbia nera che si trova subito prima di entrare nel centro di Puerto Viejo.
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5° tappa: San Jose
Sul viale di ritorno, il nostro obiettivo era di tornare a Santa Teresa. Farlo in una singola giornata avrebbe significato guidare per più di dodici ore, così abbiamo deciso di fermarci per un paio di notti a San Jose.
Moltissimi turisti si fermano nella capitale giusto il tempo di prendere un taxi o un volo per altre destinazioni. Anche noi ci eravamo fermati pochissimo all’arrivo, ma questa era una buona occasione per esplorare quella che è forse l’unica vera città (almeno per come la intendiamo noi) della Costa Rica.
Tornandoci dopo la prima volta mi sono ricreduto. Inizialmente San Jose mi era sembrata una città senz’anima, pericolosa e piena di degrado. Questa volta ci siamo fermati in un quartiere diverso (San Pedro) dove c’è un’atmosfera molto più rilassata, tra ragazzini che vanno sullo skate, artisti che dipingono i murales e famiglie che fanno picnic la domenica pomeriggio. Ci sono diversi farms market nel weekend dove acquistare prodotti bio direttamente dagli agricoltori.
San Jose è anche un punto strategico per andare a visitare in giornata il vulcano Irazù. È un luogo stupendo: il cratere contiene un lago che cambia colore regolarmente, offrendo un panorama sempre diverso.
Un consiglio rivolto ai viaggiatori low budget: a San Jose trovate quasi tutto a prezzi più bassi rispetto a quelli delle località più popolari. Se vi serve un’adattatore per il telefono, qualche vestito o più banalmente del cibo da portarvi dietro, vi conviene acquistare tutto quanto finché siete nella capitale.
6° tappa: la Penisola di Osa
Per raggiungere la Penisola di Osa non ci sono strade dirette: bisogna risalire fino a San Jose e poi da lì scendere verso la costa pacifica del paese. È un luogo meraviglioso, uno dei più belli che abbiamo visto. In questa area relativamente piccola si trova il 2,5% della biodiversità del mondo. È il posto più selvaggio della Costa Rica ma è anche molto più economica rispetto alla penisola di Nicoya, ormai più americanizzata. Reputo la Penisola di Osa la meta perfetta per i backpacker. Per intenderci, a Puerto Jimenez si trovano stanze con bagno privato a €10 a notte su Airbnb.
La principale attrazione della penisola di Osa è il parco nazionale del Corcovado, un luogo dove si possono esplorare tutte le sfumature possibili e immaginabili di verde. Qui si trova infatti la foresta pluviale più preziosa (per biodiversità) di tutta la a costa pacifica. Non è raro vedere i giaguari, le scimmie ragno, i tapiri e altri animali non particolarmente comuni.
Non può ovviamente mancare una menzione alle spiagge. Le più belle sono probabilmente Playa Sirenas e Playa Corcovado, adattissime anche per i surfisti o aspiranti tali. L’Isla del Cano è invece una riserva biologica perfetta per gli amanti delle immersioni.
7° tappa: Costa Ballena (Uvita – Dominical – Ojochal)
Il nostro obiettivo, dalla Penisola di Osa, era di risalire fino ad arrivare a Puntarenas, dove avremmo imbarcato il fuoristrada per tornare nella penisola di Nicoya. Risalendo lungo la costa abbiamo esplorato una zona ancora poco turistica, Costa Ballena, dove si trovano tre cittadine da visitare: Uvita, Dominical e Ojochal.
Dico “da visitare” perché qui si trova ancora un’atmosfera molto autentica, specialmente a Dominical (per me, la più bella delle tre). È un villaggio di surfisti dove la vita scorre lenta e pacifica tra bellissimi tramonti, onde perfette tutto l’anno e cascate maestose come la Nauyaca Waterfalls, che consiglio davvero a chiunque.
Questa zona è ideale anche per gli amanti del kayak (sul fiume, in mare le onde sono troppo forti). Con questo mezzo si possono ammirare da vicino le foreste di mangrovie che caratterizzano le zone più selvagge della Costa Rica. Nell’oceano, invece, è possibile avvistare le balene.
La Costa Ballena è una zona molto meno turistica e molto più selvaggia rispetto alle altre che ho citato. Le strade possono essere davvero in pessime condizioni ed essere necessario guadare dei fiumi, quindi se pensate di visitarla in autonomia non potete che noleggiare un 4×4.
8° tappa: Jaco e Manuel Antonio
Ci siamo poi mossi in direzione nord, verso il parco nazionale di Manuel Antonio, il più visitato di tutta la Costa Rica.
L’ingresso costa $18 ma solo così si possono visitare alcune delle spiagge più belle del paese, con sabbia bianchissima e palme rigogliose a delimitarne l’ingresso. È una tappa obbligata per gli amanti della fauna, perché qui vengono conservate centinaia di specie che nel resto del mondo sono a rischio di estinzione.
Entrare in questo parco nazionale ti permette di muoverti liberamente e nel pieno rispetto della Natura tra foresta pluviale, spiagge da cartolina, animali e piante tropicali e la barriera corallina. Un’esperienza da provare per assaporare la vera Costa Rica.
Da lì siamo risaliti verso Jaco, una cittadina per certi versi simile a Tamarindo. Qui si trova tanta vita notturna, moltissimi locali (bar, ristoranti, discoteche) e l’immancabile cultura del surf. È un ottimo posto sia per imparare, sia per affrontare onde più impegnative. È ideale per chi cerca un po’ di svago, specialmente se si viaggia tra amici.
Ci siamo fermati solo per una notte, giusto per riposarci in vista della la quale ci siamo goduti una passeggiata sul lungo mare. Il giorno successivo abbiamo raggiunto Puntarenas, da cui abbiamo preso il traghetto per tornare sulla Penisola di Nicoya.
9° tappa: Santa Teresa
Per tornare a Santa Teresa da Puntarenas si prende il traghetto che porta a Paquera. Da lì si scende in direzione Cobano e poi (percorrendo una strada sterrata e ripida) si raggiunge Santa Teresa.
È il luogo in cui abbiamo passato più tempo e non poteva che essere la tappa finale del nostro viaggio on the road. Recentemente questo tratto di costa della penisola di Nicoya è stato inserito tra le destinazioni più interessanti da visitare nel 2021 secondo il New York Times.
Non vi aspettate niente di immenso: è un villaggio per certi versi ancora molto rustico (c’è una sola strada ed è sterrata) diventato famoso come spot ideale per fare surf. Oggi è pieno di ristoranti e locali, ma conserva comunque il suo lato selvaggio. È un posto adatto tanto a un nomade digitale quanto a un surfista.
Non a caso, Santa Teresa è la sede di diversi comunità di expat. Si trovano persone provenienti da ogni parte del mondo, che hanno deciso di trasferirsi qui per vivere una vita più tranquilla tra surf e tramonti indimenticabili.
Partiamo proprio dall’ultimo punto: i tramonti (ma anche le albe) sono davvero straordinari. Ci sono diverse spiagge a Santa Teresa ma la migliore come punto di osservazione è senza dubbio Santa Teresa Beach. L’atmosfera che si respira a fine giornata, con gli ultimi surfisti tra le onde, i cani che si rincorrono e gli occhi sognanti di chi ammira il sole scomparire è semplicemente magica.
Per gli appassionati di surf, invece, la spiaggia di riferimento è Playa Hermosa: ideale tanto per i beginners quanto per chi è già molto esperto. Chi è alla ricerca di spiagge con il mare più tranquillo e balneabile può invece trovarle a Manzanillo: qui non ci sono tavole, ma pescatori e piscine naturali.
Per chi cerca qualcosa di diverso, consiglio invece Montezuma. È un villaggio hippie, un luogo molto tranquillo, senza surf e feste, dove passare le proprie giornate a strettissimo contatto con la Natura. Un posto dove vivere una vita semplice e piena di buone vibrazioni.
Infine, un suggerimento per gli appassionati di Yoga: in questo senso la “capitale” della Costa Rica è Nosara, una cittadina a mezza giornata di auto verso nord da Santa Teresa. Qui troverete corsi professionali, retreat e lezioni di ogni tipo.
È probabilmente la destinazione più cara della Costa Rica, ma per chi pratica lo Yoga e il surf e magari ama la cucina salutare è il posto ideale dove fermarsi per qualche giorno.
Dove soggiornare a Santa Teresa
Di tutti i posti che ho visto in Costa Rica, quello che conosco meglio è Santa Teresa. Questi sono alcuni dei consigli per chi decida di fermarsi per un po’ come abbiamo fatto noi:
- Selina South è la soluzione ideale per chi lavora in remoto. Il co-working space è uno dei migliori in cui abbia lavorato e c’è una connessione di backup nel caso in cui internet dovesse mancare in tutta l’area.
- Cocobolo Guesthouse per chi cerca una soluzione economica a due passi dal mare e un ambiente sicuro e pulito. Jessica ed Edgardo sono una coppia del Costa Rica e gestiscono questo posto con passione e la massima gentilezza.
- Otro Lado Lodge è la soluzione ideale per chi vuole rilassarsi e staccare completamente la spina. Gli appartamenti sono molto curati, su due piani, con uno stile mediterraneo e un’ottima colazione inclusa. I proprietari sono italiani e vivono qui da più di quindici anni sapranno darvi tanti consigli per scoprire questa meravigliosa nazione.
- Buena Onda Bungalows la soluzione ideale per i surfisti. Qui ci sono splendidi bungalow in legno che permettono di restare a stretto contatto con la Natura pur avendo tutti i comfort del caso. I proprietari sono due ragazzi italiani e con loro è come sentirsi a casa.
Perchè non ho visitato il Tortuguero
Il Tortuguero è uno dei luoghi più popolari della Costa Rica ed era mia intenzione visitarlo durante il coast to coast (si trova sull’Oceano Atlantico). Si tratta di un luogo dove la natura è rigogliosa e si espande su tutta la costa caraibica senza limiti.
Le spiagge non sono particolarmente belle (specialmente se paragonate ad altre con sabbia bianca che si trovano in Costa Rica) ma il motivo per cui abbiamo deciso di saltare questa tappa è un altro.
A Tambor, dove ho trascorso una settimana partecipando anche al volontariato locale che si occupa della protezione delle tartarughe, ho parlato con un ragazzo (una guida escursionistica) che mi ha raccontato dello sfruttamento delle tartarughe nei tour notturni del Tortuguero.
Sostanzialmente, secondo la sua testimonianza, per portare sempre più turisti a vedere la schiusa delle uova non vengono più rispettate le tempistiche naturali di questo processo. Anzi, vengono brutalmente velocizzate.
Le tartarughe vengono aiutate a uscire dal guscio, quasi costrette. Si ritrovano così troppo deboli per affrontare la vita e le loro possibilità di sopravvivenza diminuiscono drasticamente. Per questo motivo, la maggior parte di quelle che entrano in mare tra gli scatti entusiasti dei turisti poi muoiono nel giro di qualche giorno.
Sono rimasto molto colpito da questo racconto. A Tambor ho potuto assistere a una schiusa naturale che è durata quattro ore. Dopo essermi informato ulteriormente, ho deciso di evitare di visitare il Tortuguero.
Come prenotare le esperienze ai prezzi migliori
La Costa Rica è una nazione molto selvaggia e per certe esperienze è quasi impossibile non partecipare a un tour. Il problema è che molti di questi sono davvero cari. Dove e come prenotarli, dunque? Personalmente ho trovato le tariffe migliori con GetYourGuide.
È molto comodo perché puoi prenotare il biglietto per le tue escursioni direttamente online, al prezzo migliore, ma vieni comunque affidato a una guida locale, favorendo quindi l’economia del luogo.
Consiglio anche AirBnb Experience perfetto per vivere esperienze autentiche con le persone del luogo come le cooking class per scoprire tutti i segreti di un perfetto casado o un gallo pinto. Così ho scoperto la perfetta cottura del platano, un frutto simile alla banana che, una volta cotto, diventa irresistibile.
Alcune informazioni utili sulla Costa Rica
Per quanto sia molto popolare tra i nord americani e i sud americani, il turismo europeo (e in particolar modo quello italiano) deve ancora scoprire questa zona di mondo. Negli ultimi mesi ho ricevuto moltissime domande riguardo la Costa Rica e in questo paragrafo risponderò a quelle più comuni.
Viaggiare in Costa Rica è pericoloso?
La Costa Rica è una delle nazioni più sicure del Centro America, ma è importante ricordarsi che siamo comunque in Centro America. Ci sono meno crimini violenti rispetto ai paesi limitrofi, ma i furti sono purtroppo comuni.
È importante prendere delle precauzioni per viaggiare serenamente:
- non lasciare mai le proprie cose incustodite
- non lasciare mai nulla in automobile (i furti nelle auto parcheggiate sono davvero frequenti)
- è preferibile non andare in giro da soli di notte e nelle zone meno popolari
Non ci sono molti casi di furti nelle camere, ma soggiornare in strutture protette e sicure (come quelle di Selina) è un’ottima idea, specialmente qui.
È un paese adatto a una viaggiatrice solitaria?
Una ragazza da sola deve prendere molte precauzioni ed essere molto attenta quando esce da sola. Questo vale per la Costa Rica e per tutto il Centro America, ma anche per gran parte delle zone del mondo (purtroppo). In questo articolo ho riportato alcuni consigli di una viaggiatrice solitaria che ha girato in decine di paesi, sono utili e interessanti.
Detto ciò, in questi mesi qui in Costa Rica ho incontrato molte ragazze da sole nelle zone turistiche. È soprattutto alla sera e di notte che bisogna fare attenzione. La delinquenza esiste e ci sono culture e tradizioni diverse dalla nostra, è giusto che si sappia, ma è altrettanto giusto non cadere in facili allarmismi: si può viaggiare da sole in Costa Rica.
La Costa Rica è davvero un paese attento all’ambiente?
Sì, i ticos sono realmente interessati a preservare l’ambiente. In molte zone è rarissimo trovare plastica monouso, vengono organizzati beach clean-up (la fondatrice di questo movimento, Carolina Sevilla, vive a Santa Teresa) e c’è grande attenzione a non sprecare cibo e acqua. Tra l’altro, l’acqua del rubinetto è potabile quasi ovunque, un aspetto che ha dell’incredibile per chi (come me) è abituato all’Asia.
Dove mangiare
In Costa Rica, ormai, ci sono ristoranti di ogni tipo, ma se vuoi provare la vera cucina tica ti consiglio di mangiare nei soda restaurant. Sono piccoli locali per la gente del luogo, dove puoi provare il gallo pinto e il casado (piatti tipici del Centro America validi per ogni momento della giornata, a base di riso, fagioli, uova e platano).
Le porzioni sono abbondanti, i sapori sono autentici e i prezzi sono molto economici.
Cosa mettere nello zaino prima di partire
Infine, qualche consiglio sugli oggetti che reputo indispensabili per un viaggio in Costa Rica:
- una borraccia, perché l’acqua è potabile in tutto il paese e così eviterai inutili sprechi di plastica
- un k-way, perché in Costa Rica piove molto e spesso all’improvviso
- scarpe da trekking per poterti avventurare alla ricerca di cascate nascoste nella foresta senza alcun timore.