Chi vive a pieno la propria vita non ha paura dei cambiamenti. Si pone obiettivi ambiziosi e lavora duramente per realizzarli, ma quando li raggiunge non smette di sognare in grande.
Per molti, ad esempio, sposarsi e iniziare una famiglia è un punto di arrivo. Comprare una casa e “sistemarsi” è il fine ultimo della propria vita.
Ragionando in questo modo, è probabile che dopo poco tempo la vita si trasformi in un susseguirsi di giornate identiche tra loro. Così ci si ritrova nella gabbia dorata della comfort zone, dove tutto è tanto sicuro quanto noioso.
Poi ci sono persone che non vedono nella famiglia un punto di arrivo, ma un punto di partenza. È questo il caso di Julien e Miki: quando sono diventati genitori hanno deciso che non si sarebbero fermati ma avrebbero continuato a vivere a pieno.
Così, invece di scendere a compromessi con se stessi come fanno molti genitori, hanno iniziato a puntare ancora più in alto: fare il giro del mondo con i due figli piccoli.
Julien e Miki, un amore tra Parigi e Firenze
Lui nato e cresciuto a Parigi, lei nata in Italia ma parigina di adozione. Julien e Miki mi raccontano di essersi conosciuti a Firenze in “una calda sera d’autunno”. La loro storia non è come le altre, non solo per quello che stanno facendo oggi con i loro figli, ma anche per come ebbe inizio.
“Poche ore dopo esserci conosciuti abitavamo già insieme“, ricordano. “Inutile dire che è stato un gran colpo di fulmine. Dopo un anno ci siamo trasferiti a Parigi e le nostre vite sono cambiate completamente: Julien è diventato un esperto di marketing turistico, mentre io ho iniziato a lavorare nella moda”.
La loro vita parigina procedeva senza particolare programmazione, perché per loro era fondamentale vivere a pieno il presente. Poi, un giorno, la sorpresa.
“Tutto sembrava già segnato, ed invece…Il grande turning point, una sera: un test positivo e un grande abbraccio. A febbraio 2015 è arrivato Teo. A settembre 2016, Lia“.
Il giro del mondo con due figli piccoli
Julien e Miki diventano genitori, ma questo non li ferma. Sono sognatori e hanno voglia di valorizzare la loro vita, specialmente ora che sono in quattro.
Julien torna a Firenze e fonda una start-up che dà la possibilità alla famiglia di non essere dipendente da un solo luogo. È a quel punto che torna a farsi viva un’idea folle ma bellissima.
“Era un’idea che da sempre ci frullava nella testa: una grande esperienza di vita, da soli, noi quattro, alla scoperta del mondo. Condividere insieme qualcosa di incredibile. Era un gran rischio, una partita a poker. Non essendo miliardari, l’unica maniera di poter vivere viaggiando era rendere quest’avventura autofinanziata”.
LETTERA APERTA AI GENITORI: FATE VIAGGIARE I VOSTRI FIGLI
La coppia inizia ad informarsi e grazie al blog di Miki (Like Miljian) arrivano le prime sponsorizzazioni per mettere in moto il grande sogno. Loro ci credono e non vogliono farsi scoraggiare dai timori che fermerebbero molti genitori. Alla fine partono.
“Decidiamo di investire tutte le nostre energie e ci facciamo in quattro per far sì che diventi possibile. Poi, finalmente, compriamo il nostro primo biglietto di sola andata, destinazione Asia. Dopo un breve scalo a Dubai, la prima tappa è Bali. Poi il resto dell’Indonesia, Singapore, Malesia, Thailandia, Vietnam e per finire Hong Kong“.
Il Sud-Est Asiatico e il mondo intero
La giovane famiglia franco-italiana ha scelto l’Asia come prima tappa, ma ora sta pianificando la seconda parte del viaggio, che li vedrà impegnati alla scoperta di due continenti diversi.
“Il Sud Est Asiatico è stata la prima zona di mondo che abbiamo visitato. Ora ci troviamo in Europa, e ripartiremo presto lontano, arrivando a toccare nella prossima tappa perfino due continenti. Nella scelta dei nostri itinerari andiamo molto a feeling. Con l’Asia avevamo un rapporto umano e spirituale da tempo (il Vietnam è stato perfino il paese dove abbiamo compiuto il nostro primo viaggio in tre, quando Miki era incinta di appena due mesi), ci è parso spontaneo sceglierla come prima meta. In generale scegliamo le nostre tappe guardando su una cartina, un po’ all’antica”.
Viaggiare con figli
Molti followers della famiglia Mijian sono genitori interessati a scoprire come si viaggia con due figli piccoli.
“Viaggiare con due bambini piccoli vuol dire spostare completamente i parametri di necessità. Non si agisce per se stessi ma per loro, considerando le loro esigenze. Mai sottovalutare i bambini, però: loro si adattano molto meglio di noi. Teo e Lia, in cinque mesi no stop in Asia, non si sono mai ammalati, hanno imparato a salutare e ringraziare nella lingua del posto, hanno saputo vivere con ciò che avevano nel loro piccolissimo zainetto, di cui erano responsabili, si sono adattati al cibo del posto ma poi soprattutto hanno guadagnato un sacco di amici da ogni parte del mondo”.
Quando gli chiedo se sia dura, Julien e Miki non si nascondono e ammettono che le difficoltà ci sono. Ma al tempo stesso sono consapevoli che la loro è un’esperienza assolutamente indimenticabile.
“Viaggiare con dei piccoli è comunque molto provante: in nome anche della nostra vita da freelance, arriviamo alla sera spesso stanchissimi, e magari consapevoli che ci aspetteranno lunghe ore di lavoro. Non abbiamo babysitter, nessun aiuto, questo è senza dubbio il lato più difficile della nostra vita da viaggiatori full time : equilibrare lavoro e vita privata, computer e giocattoli, freelance e genitore”.
“Quello che abbiamo in cambio è però enorme: la sera siamo distrutti, ma abbiamo un bagaglio immenso di avventure vissute con i nostri cuccioli, tantissime storie da raccontare, un’infinità di esperienze condivise, momenti difficili superati insieme, decolli e atterraggi, nuove persone incontrate, che entrano nelle nostre vite magari solo per cinque minuti, ma che lasciano un ricordo per sempre”.
Come si finanzia un giro del mondo: blog e budget
La domanda che sorge spontanea a molti è come si finanzi un’avventura del genere. Un giro del mondo non è economico in nessun caso, dunque come fa questa giovane famiglia a poterselo permettere? In parte grazie ai risparmi, ma soprattutto grazie al blog.
“Non sappiamo ancora neanche noi, fino in fondo, come abbiamo fatto, ma ce l’abbiamo fatta. Siamo diventati giornalisti di viaggio: Miki scrive, Julien fotografa, con Teo e Lia si vive. Il viaggio è diventato ora il nostro lavoro. Il nostro viaggio è autofinanziato, ed i nostri partner ci permettono spesso la garanzia di un alloggio“.
Quando non possono contare sull’aiuto degli sponsor, i Miljian utilizzano i risparmi adottando sempre una mentalità volta al risparmiare sulle cose per investire sulle esperienze.
“Viaggiamo anche in funzione delle esigenze dei nostri bimbi, molto piccoli (Teo ha tre anni, Lia uno) ma ci imponiamo sempre un budget limitato (in Asia, dove tutto è davvero possibile, si aggirava attorno ai 35 euro a notte). A volte lo rispettiamo alla grande, a volte è più difficile. Poi abbiamo i nostri tips: adoriamo vivere con e come i locals, e per questo preferiamo sempre un giro al supermercato locale e una cena a casa piuttosto che un ristorante. Essere sempre in viaggio è provante, ma è possibile, sotto ogni punto di vista”.
Viaggiare e vivere, senza imposizioni
Julien, Miki, Teo e Lia hanno intenzione di fare un lungo viaggio in giro per il mondo. In realtà, però, non vogliono porre limiti a niente: la loro filosofia di vita è di godersi la vita ogni giorno e ogni momento, cercando di restare il più possibili padroni delle loro esistenze.
“Ci siamo dati come termine indicativo l’inizio della scuola elementare di Teo, tra qualche anno. Ma potremmo fermarci prima, se dovessimo trovare il nostro posto nel mondo. Vogliamo che questo giro del mondo sia un’esperienza straordinaria, che possa valorizzare la nostra vita. Non dev’essere una corsa contro il tempo. Come ci diciamo sempre, ci fermeremo quando saremo stanchi. Per ora non lo siamo affatto”.