Perdona, perdonati e guarda avanti: una lezione di vita imparata viaggiando

IG @doyoutravel

In quasi tutti i miei viaggi ho avuto modo di incontrare sulla mia strada persone che erano partite con l’intenzione di cambiare vita. Giovani con il cuore spezzato, 50enni traditi dalle promesse della società, uomini e donne alla ricerca della loro dimensione.

Ognuno di loro aveva occhi che lasciavano intravedere un turbinio di emozioni: desiderio di ripartire, amarezza per le delusioni del passato, volontà di essere felici, dolore malcelato dietro a lacrime trattenute a stento.

Viaggiando ho parlato con molti di loro, li ho osservati e ho provato a lungo a individuare quel tratto caratteristico che li accomunava tutti. C’era qualcosa che li faceva sembrare simili, ma inizialmente non riuscivo a comprendere quale fosse il comune denominatore.

Sicuramente erano viaggiatori partiti non con l’idea di esplorare ma nel tentativo di fuggire da qualcosa e ricercare qualcosa di più grande di loro da qualche parte del mondo ben lontana da casa, ma non era solo quello.

Poi, un giorno, incontrai un ragazzo tedesco.

Una lezione di vita imparata in viaggio

Capelli corti, biondi e disordinati, canottiera nera come il suo umore, tatuato e con lo sguardo triste. Mi sedetti di fianco a lui per pranzare in un piccolo ristorante sulla strada a Cat Ba Island, un’isola meravigliosa nel nord del Vietnam. Uno dei miei luoghi preferiti in assoluto.

Come faccio sempre in queste occasioni, sedendomi lo salutai. Lui ricambiò e iniziammo a parlare, come spesso avviene tra viaggiatori.  Mi disse di aver lasciato la Germania il mese precedente per girare il sud-est asiatico con lo zaino in spalla. Aveva già visitato la Thailandia e il Laos, ed era da poco arrivato in Vietnam.

Sguardo basso, nessun sorriso, tono di voce rassegnato: parlava di un’esperienza che cambierebbe la vita a moltissime persone come se fosse del tutto insignificante.

Un’altra lezione che ho imparato viaggiando riguarda l’onestà e l’importanza di essere diretti (ma questa è un’altra storia). Quel giorno decisi di chiedergli direttamente il motivo del suo malessere, senza preoccuparmi di sembrare invadente.

Lui alzò lo sguardo e mi fissò negli occhi per la prima volta. Poi iniziò a raccontare la sua vera storia.

Nella sua città natale, dove era nato e cresciuto, aveva collezionato una serie di fallimenti e delusioni che lo avevano distrutto emotivamente. Prima aveva deciso di lasciare l’università, una scelta che aveva indispettito i suoi genitori. Poi aveva perso l’opportunità di essere assunto da un’importante azienda perché aveva commesso un errore banale durante il periodo di prova. Infine, era stato lasciato dalla sua ragazza.

Queste delusioni, ben diverse tra di loro, avevano generato in lui il desiderio di scappare il più lontano possibile.

Quel ragazzo ce l’aveva con il mondo intero: la sua famiglia che non lo aveva mai capito, l’azienda che non lo aveva assunto e la sua ex fidanzata che lo aveva abbandonato. Mi disse con tono rassegnato di aver fallito completamente nella sua vita.

Aveva poco più di vent’anni ma sentiva di aver deluso tutti ed essere stato tradito dal mondo intero. Per questo motivo, aveva deciso di fuggire.

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Aspettative troppo alte ed errori inevitabili

Al giorno d’oggi tendiamo a voler essere a tutti i costi perfetti e abbiamo una paura enorme dei fallimenti, quando in realtà sono alla base di qualsiasi percorso verso il successo o la felicità.

Diventiamo quindi insicuri, perché ci poniamo obiettivi irraggiungibili e fissiamo su noi stessi e sugli altri aspettative irreali. Con questa mentalità è molto facile ritrovarsi con il cuore spezzato o l’autostima sotto i piedi, perché la verità è una sola: nessuno è perfetto e chiunque commette errori.

I primi a sbagliare siamo noi e non dovremmo essere troppo severi con noi stessi. Ma a sbagliare sono anche gli altri, e lo fanno spesso. Non dovremmo essere troppo severi nemmeno con chi ci circonda.

Nel momento in cui ci sforziamo di essere perfetti e infallibili, succedono due cose: la prima è che soffriamo intensamente per ogni nostro (inevitabile) errore o insuccesso; la seconda è che veniamo feriti profondamente dagli errori degli altri, che avevamo idealizzato pretendendo da loro la stessa perfezione che avevamo proiettato su noi stessi.

Quando viaggiare è una fuga

Viaggiando ho visto tante persone che vagano senza meta, con l’unico scopo di allontanarsi il più possibile dalla sofferenza causata dai propri errori o da quelli degli altri. Cercano nel viaggio una soluzione che quasi sempre è semplicemente una pausa dalla vita, vogliono scappare da una serie di circostanze che fanno affiorare in loro ricordi dolorosi.

Viaggiare ha tanti effetti, ma non può guarire l’anima di chi non ha intenzione di superare il proprio passato e andare avanti. Viaggiare può soltanto valorizzare il tuo tempo presente e il futuro, niente è in grado di farti tornare indietro per riscrivere le pagine della tua vita.

Ascoltando attentamente la storia di quel ragazzo tedesco che in una tranquilla mattina di Cat Ba Island affogava la sua delusione in un boccale di birra, imparai una grande lezione. Una verità che oggi ho fatto mia e ripeto a me stesso ogni volta che mi sento bloccato da un senso di colpa o da una forte delusione.

La felicità passa dal perdono

È fondamentale imparare a perdonare. Perdonare gli altri, ma soprattutto se stessi. Perdonare e guardare avanti.

Lo dissi a quel ragazzo piegato su se stesso e incapace di godersi un’avventura che tante persone nel mondo possono solo sognare ad occhi aperti.

Impara a perdonarti, amicoTutti sbagliamo, specialmente quando siamo giovani. Stai semplicemente ingigantendo piccole questioni. Non hai fatto male a nessuno se non a te stesso,  se continui a fissarti su ciò che ti hanno fatto gli altri non sarai mai felice. Guardati: sei in Vietnam e passi la tua giornata a lamentarti di quanto faccia schifo la vita con un tizio italiano che non hai mai visto prima!”

Rise, per la prima volta, e quella risata fu l’apice della mia giornata. Quello che avevo detto, lo avevo imparato mentre ascoltavo la sua storia. Il potere del viaggio è anche questo: ti mette di fronte a situazioni nuove e ti costringe a ragionare.

Parlammo ancora per un’ora, ci sfogammo e alla fine concordammo quanto fosse importante andare avanti. Lo salutai con un abbraccio, gli augurai buona vita e non lo rividi mai più. Non so se quel ragazzo sia riuscito a riprendersi e ad accettare che la vita non va mai come l’avevi pianificata e le aspettative sono destinate ad essere tradite così come le regole troppo rigide sono destinate ad essere infrante.

Perdona, perdonati e guarda sempre avanti

In quell’occasione il viaggio mi insegnò una lezione importantissima. Nello specifico, compresi che è impossibile essere felici se prima non impariamo a perdonare, specialmente noi stessi.

Non so chi tu sia, ma sono sicuro di due cose: non sei perfetto e hai commesso piccoli o grandi errori che ogni tanto generano in te sensi di colpa e sofferenza.

Superali e impara a perdonarti.

Nessuno è infallibile e non serve a niente tornare sempre indietro con la mente a rivivere mille volte situazioni di dolore. Come quel ragazzo tedesco non riusciva a godersi il viaggio di una vita, ognuno di noi rischia di non riuscire a godersi minimamente il proprio tempo a disposizione a causa di inutili sensi di colpa e tanto rancore.

Il tempo scorre inesorabile e lo stesso dovresti fare tu verso la tua felicità. Non essere troppo severo con te stesso, sii esigente ma realista. Sbagliare e fallire fa parte della vita di chiunque. I veri vincenti sono coloro che trovano la forza di ripartire senza piangersi addosso.

Dovresti imparare a perdonarti e imparare a perdonare gli altri perché proprio come tu sei destinato a sbagliare, lo sono anche le persone intorno a te. Non sto dicendo di accettare ogni cattiveria che subisci, ma non fissare aspettative troppo alte. L’essere umano non è una macchina perfetta, fortunatamente.

Come si impara a perdonare?

Me lo sono chiesto più volte dopo quell’incontro in Vietnam. Poi, un giorno, mentre viaggiavo su un bus, sempre nel sud-est asiatico, presi il mio taccuino dallo zaino e scrissi due liste: una delle persone che avevo ferito con i miei errori, una delle persone che mi avevano fatto soffrire.

Nel tempo, mi sono impegnato a chiedere scusa a quelle nella prima lista e a perdonare quelle nella seconda lista. Non ho ancora finito, ma posso assicurare che funziona. Certi vecchi rancori, certi dispiaceri che sembravano parte di me, sono spariti totalmente, rivelandosi per ciò che erano: ostacoli senza sostanza ma in grado di bloccarmi dall’andare avanti.

Bastano un pezzo di carta e una penna, davvero: questo è un ottimo modo per superare le delusioni, qualunque esse siano, e iniziare un reale percorso di crescita personale. La strada per la felicità passa anche da qui.

Liberarsi e vivere il presente

Non si può pensare di vivere serenamente se la nostra mente torna sempre a eventi dolorosi del passato. Il passato non torna, il futuro è incerto. Abbiamo solo il presente e dobbiamo affrontarlo con il cuore e la mente sgombri dal dolore. Dobbiamo sempre sollevare la testa e guardare avanti

La felicità appartiene a chi sa vivere il presente, ma per farlo è necessario prima di tutto imparare a risolvere tutte le questioni in sospeso con noi se stessi e con gli altri. Chiudere capitoli dolorosi della nostra vita, andare oltre al dolore. Quando lo fai ti senti improvvisamente leggero e libero da un peso che portavi dietro da anni. Solo a quel punto puoi davvero spiccare il volo.

Ciò che hai appena letto è tratto dal mio libro “Le coordinate della felicità“. È disponibile su Amazon in versione cartacea e digitale.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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