E se invece valessi molto più di quanto credi?

Photo by Anubhav Saxena

Fin da quando sei un bambino ti dicono di credere in qualcosa. Ad esempio ti dicono di credere in Dio, questa entità superiore a tutti noi che ci guarda da lassù, ci giudica e ci punirà se ci comportiamo male. Ma non è solo una questione di credo spirituale.

Ti insegnano a credere nel sistema capitalistico che governa la nostra società. Studia, lavora, consuma e muori: ecco il modo giusto di trascorrere il nostro tempo su questa Terra. Sii devoto a questo comandamento non scritto, altrimenti verrai isolato e lasciato ai margini della società.

A nessuno piacciono i ribelli, proprio perché i ribelli credono in qualcosa di diverso da ciò che viene comunemente imposto.

Ti insegnano a credere in tante cose, ma mai nel tuo potenziale

Sono tante le cose in cui ti insegnano a credere. Il posto fisso, ad esempio, perché guai rischiare, sempre meglio accontentarsi! È sacro quasi fosse una divinità. Chi non lo venera, è un ingrato o un buono a nulla.

Un altro Dio moderno è la ricchezza materiale. Ti dicono che lì troverai la tua felicità, negli oggetti. Ti dicono poi di rispettare sempre il volere dei tuoi famigliari, perché loro ti hanno messo al mondo e se provi anche solo minimamente a discostarti dalle loro aspettative sei un ingrato.

Infine, ti dicono di credere con tutto te stesso nelle relazioni. Per questo motivo se sei una ragazza sopra i 30 anni a un certo punto la gente ti guarda con occhi pieni di compassione, come a dire: “Poverina, a quell’età non ha ancora un uomo. Non diventerà mai madre“. E se sei un uomo che ama stare da solo, sei automaticamente un sociopatico che non è nemmeno riuscito a trovarsi una donna.

Ti dicono di credere in tante cose che si trovano al di fuori di te. Mai nessuno ti dice che il credo più importante che ci sia è quella che hai verso te stesso.

È ciò di cui parlo anche nel mio libro “Succede sempre qualcosa di meraviglioso“, in riferimento al concetto di non-attaccamento.

«Che cosa ti appartiene davvero? Che cosa è davvero tuo per sempre? La tua casa? Il tuo compagno? Il tuo lavoro? Le tue amicizie? Le tue cosiddette “certezze”? Niente di tutto ciò è “tuo”. Se pensi il contrario, ti stai illudendo. L’attaccamento è come credere di possedere un pezzo di acqua che scorre nel fiume. Per i buddhisti, invece, bisogna accettare che la vita è il fiume e che noi dovremmo semplicemente scorrere. È il concetto del non-attaccamento.»

«Però, se nulla mi appartiene, cosa mi rimane?»

«È questo il bello. Quando ti liberi dall’attaccamento illusorio, ti rimane quanto di più prezioso e luminoso ci sia: te stesso. Tu sei la tua unica certezza in mezzo a questo continuo cambiamento. Ecco perché la fonte della tua felicità non dovrebbe mai essere qualcuno o qualcosa al di fuori di te, altrimenti, come già ti ho detto, ne diventi schiavo e crei delle aspettative che verranno puntualmente deluse. Se vuoi essere felice, pratica il non-attaccamento. A partire da ora: queste ceneri non sono tue.»

Tratto da “Succede sempre qualcosa di meraviglioso

Ti insegnano a credere in tante cose, mai in te stesso

È curioso: è sempre qualcosa di esterno ciò in cui dovremmo credere. Eppure l’unica persona con cui dovrai convivere per sempre sei tu. Incredibilmente nessuno ti insegna mai l’importanza di credere in te stesso e nelle tue capacità.

Come conseguenza, il mondo è pieno di adulti che non hanno un briciolo di amore per se stessi. Uomini e donne convinti che la loro felicità dipenda dal giudizio altrui, da quanto riescano a rispettare le aspettative della famiglia, dal lavoro che riescono ad accaparrarsi.

Dovrebbero insegnarcelo da bambini ad amare noi stessi senza cadere nella trappola dell’egocentrismo (che non ha nulla a che vedere con l’amore proprio). Invece non lo fa nessuno e solo attraverso un processo lungo e complicato riesci a raggiungere una sicurezza in te stesso tale da camminare a testa alta in qualsiasi situazione.

Solo andando a sbattere contro mille muri riesci a generare quella consapevolezza che ti fa sentire sicuro di potercela fare sempre, nonostante tutto Esistono alcuni processi che ti aiutano a credere in te stesso e viaggiare è sicuramente uno di questi. Per un motivo specifico.

Credere in te stesso: viaggiare e uscire dalla comfort zone

Quando vivi rintanato nella tua comfort zone dove conosci tutto alla perfezione, ogni cosa è scontata e tutto ciò che si trova là fuori è da considerarsi un pericolo, perdi completamente la fiducia in te stesso.

Facendo sempre le stesse cose senza mai rischiare, non hai modo di metterti alla prova. E alla fine ti convinci di non valere molto, di essere buono solo a fare ciò che fai ogni giorno da anni.

Quando viaggi, sei completamente fuori dalla tua comfort zone.

Ecco che ti ritrovi improvvisamente in un paese lontano, dove si parla una lingua diversa dalla tua, dove ci sono tradizioni e usanze differenti, dove non conosci nessuno. Ecco che improvvisamente sei fuori da quella gabbia dorata di sicurezze e comfort.

All’inizio fa paura, una paura tremenda. Ma poi fai una scoperta meravigliosa: sei molto più forte di quanto credessi. Vali molto più di quanto ti abbiano mai detto.

Viaggiando scopri di essere molto più forte di quanto credessi

Scopri che non è vero che non te la sai cavare, non è vero che non sei all’altezza. Semplicemente hai sempre evitato di rischiare e provare qualcosa di nuovo. Ti sei accontentato di ciò che conoscevi.

Viaggiando, invece, ti sei dovuto buttare e hai scoperto di avere un paracadute dell’anima.

Hai scoperto che sei riuscito a ordinare esattamente il piatto che volevi in un ristorantino di strada dove nessuno ti capiva. Sei riuscito a trovare il treno giusto in una affollata stazione indiana. Sei riuscito a non farti fregare da quel tassista e a trovare la strada giusta senza nemmeno chiedere indicazioni. Sei riuscito a trovare il coraggio di parlare con quella persona conosciuta in ostello. Sei riuscito a trovare un lavoro in Australia pur avendo un inglese scarso e senza agganci.

Questi piccoli successi ti fanno capire che puoi fare molto più di quello che credi. Tutti i limiti che ti eri sempre posto, si sgretolano e si rivelano per ciò che sono sempre stati: limiti esclusivamente mentali. Quando cadono, si attua un processo meraviglioso: comprendi di avere potenzialità infinite come essere umano, sorridi e inizi ad amare te stesso.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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