I 3 passi per imparare a credere in se stessi

Ci sono tanti motivi per cui ci sono così tanti adulti abbattuti, scoraggiati, senza alcuna fiducia nel futuro e perennemente tristi. Ma ce n’è uno di cui si parla poco, in parte perché richiede una sorta di ammissione di colpa generale, in parte perché è un argomento delicato e in questa società così frenetica non c’è mai tempo per andare in profondità.

Se così tante persone si sentono inadatte, “fuori posto”, confuse e infelici è perché nessuno ha insegnato loro a credere in se stesse. Da nessuna parte e in nessuna situazione hanno avuto modo di imparare il meraviglioso processo di amore per se stessi, necessario per diventare adulti in grado di affrontare la vita con decisione e serenità.

Non lo fa la famiglia, che un tempo rappresentava sia un rifugio sicuro sia la prima forma di educazione per l’essere umano mentre oggi è spesso lo specchio della società: un gruppo di individui vicini fisicamente ma separati ed estremamente soli.

Non lo fa la scuola, il cui unico scopo sembra essere quello di mettere in competizione gli studenti e giudicarli in base alla capacità di memorizzare i concetti e non quella di comprenderli.

Il sistema scolastico è dove si viene a formare quella mentalità arrivista e cinica per cui il valore di un individuo è determinato dai numeri: oggi i voti che prende a scuola, domani i numeri sulla sua busta paga. Quella che produce ansie, preoccupazioni e il costante sentimento di non essere mai abbastanza.

Non lo fa la società in generale, con le sue istituzioni e le sue regole (scritte e non scritte) che tanto limitano la nostra libertà ma non ci tutelano mai dal veleno che ci viene costantemente iniettato nella mente da messaggi pubblicitari che ci sminuiscono e ci fanno credere che la soluzione a tutti i nostri problemi sia avere sempre di più, condannandoci in questo modo a una corsa infinita verso un traguardo che nemmeno esiste.

Nessuno, ormai, crede in se stesso. Piuttosto si prova a riversare tutto il proprio credo verso l’esterno, verso entità o altre persone. Si crede in Dio, nel politico di turno e nelle sue promesse impossibili, nella fortuna, nella speranza che qualcuno possa cambiare la nostra situazione da un giorno all’altro.

Ma prima di rivolgere la tua attenzione, le tue aspettative e le tue speranze verso l’esterno, dovresti capire che la fede più forte che esista è quella in te stesso. Credere nelle tue potenzialità di essere umano.

Come si impara a credere in se stessi?

1. Impara ad accettarti

Il primo passo è l’accettazione.

Genera in te la consapevolezza che nel profondo tu sei tu, una persona unica e irripetibile. Fai cadere le maschere, i filtri e tutto ciò che monti su te stesso come un’armatura per ottenere l’approvazione altrui. Scopri chi sei davvero e accettati senza giudicarti. Non sei giusto o sbagliato, bello o brutto, un fallito o una persona di successo. Tu sei tu e non permetterai alle aspettative altrui di logorarti per tutta la vita.

Accetta anche che il tuo corpo è l’unico involucro che avrai. Impara a rispettarlo e a prendertene cura, perché non potrai chiederne uno nuovo se a causa della tua noncuranza ti darà dei problemi.

Infine, accetta una grande verità: l’unica aspettativa che proprio non puoi tradire è quella della tua felicità. Non troverai mai quella profonda sensazione di pace interiore se non ti dedicherai alla tua felicità. Essa deve essere sempre il tuo obiettivo, la tua ambizione.

Non è egoismo, è amore per se stessi. E amare se stessi è imprescindibile per riuscire a credere in se stessi.

D’altronde, come puoi credere in una persona che non stimi, non sopporti e vuoi cambiare? Puoi credere in te stesso solo se impari ad amare te stesso.

2. Circondati delle persone giuste

Il secondo passo è circondarti di persone positive.

La vita non dev’essere una guerra continua con le persone che hai intorno. Il tuo obiettivo non è convincere gli altri del tuo valore, perdere ore e ore a spiegargli perché hai certe ambizioni e determinati sogni e perché meriti di essere felice. Il tuo obiettivo è costruirti una vita in cui ti riconosci, in cui puoi realizzarti.

Se intorno a te hai persone che non fanno altro che abbatterti, deprimerti e riempirti di negatività, allontanati da loro. È difficile ma è anche necessario. Non sei un albero, le radici sono solo nella tua mente. L’ambiente circostante ha un impatto diretto e fortissimo sulla tua capacità di credere in te stesso e quindi, di conseguenza, sulle tue possibilità di realizzare i tuoi sogni.

Quando vivevo a Torino, percepivo molta rassegnazione nelle persone intorno a me. Camminavo per le strade trafficate della città e non vedevo altro che espressioni che andavano dall’incazzatura più totale alla tristezza più profonda. Parlavo dei miei sogni, delle mie aspettative e dei miei dubbi alle persone e mi sentivo rispondere che era meglio lasciar perdere, perché “la vita è così e non c’è niente da fare“.

Questo muro di apatia su cui si schiantava la mia volontà di realizzarmi come essere umano è stata la spinta più forte a lasciare l’Italia e cercare le mie coordinate della felicità altrove. Se oggi vivo a Bali è perché su quell’isola si respira un’aria di grande positività e gratitudine, sia da parte delle persone del luogo sia da parte dei tanti “expat” che, come me, hanno trovato in Bali il luogo da chiamare “casa”.

Se il primo passo per credere in se stessi è interiore, il secondo è esteriore: circondati di persone che ti incoraggino a credere in te stesso e ti verrà molto più facile. Non è da deboli, non è una scorciatoia: come ho già scritto in precedenza, la vita non dev’essere una guerra continua. La vita non va combattuta, va vissuta.

3. Esci dalla tua comfort zone

Il terzo passo è una forte presa di consapevolezza: hai una sola vita e non vuoi viverla recitando una parte. Vuoi viverla a modo tuo, secondo le tue regole, realizzando la tua vera natura.

Nel mio libro “Come una notte a Bali” scrivo:

Infine ricorda: magari esiste un Aldilà, magari ci sono l’Inferno e il Paradiso. Magari ti reincarnerai in un fiore o in uno scoiattolo. Magari di te resterà solo un’anima che vaga per l’Universo.

Ma non puoi saperlo e allora, nel dubbio, prenditi cura del tuo tempo.

Non farti ossessionare dal passato, il passato non torna!
Non pensare sempre al futuro, è un’incognita che non puoi prevedere.

Goditi al massimo il presente, perché è tutto ciò che hai.
Riempilo di cose belle, quelle che ti fanno sorridere fuori e dentro. Quei momenti di pura vita che non dimenticherai mai.

Riempilo di felicità.

 

Come una notte a Bali

Hai una sola vita e non vuoi essere il perfetto partner, il perfetto dipendente, il perfetto cittadino se per farlo rinunci completamente alla tua natura. Prima di tutto dovresti essere la miglior versione di te stesso, quella è l’unica “perfezione” a cui devi ambire.

In questa società dell’omologazione totale, essere te stesso significa rischiare. Ecco perché moltissime persone non lo fanno: temono di fallire.

Ma questa non è altro che una trappola mentale della tua comfort zone, ovvero credere che seguendo un certo percorso e obbedendo a certe regole tutto andrà bene. Nella comfort zone ti annoi e non sei mai pienamente felice, ma almeno non rischi nulla. Tutto andrà sempre bene dentro quella bolla.

Falso. Non è assolutamente così. Si può fallire clamorosamente anche prendendo decisioni di vita sicure, anche rientrando alla perfezione nel concetto di “normalità”, anche quando agli occhi di tutti quanti ti stai comportando nella maniera più corretta possibile.

Tutto può andare a rotoli da un momento all’altro, anche nella tua comfort zone. Quando te ne rendi conto, capisci che devi credere in te stesso e devi farlo con forza, perché se corri il rischio di fallire (e lo corri sempre) devi farlo mentre stai inseguendo i tuoi sogni, mentre ti stai costruendo un percorso di vita tuo, creato sulla forma della tua felicità.

È una tragedia fallire dopo aver pensato per anni solo ed esclusivamente ad essere “giusto” per la società e per le persone che hai intorno. Quello è un fallimento totale. Se invece fallisci mentre credi in te stesso, si chiama in un altro modo: è una lezione di vita.

Quando credi fortemente in te stesso, il fallimento non esiste. Puoi realizzare i tuoi sogni oppure puoi imparare qualcosa di nuovo. In entrambi i casi, cresci. Ti evolvi. Dai la possibilità alla tua essenza di brillare ed esprimersi.

Il terzo modo per imparare a credere in se stessi è immaginare un’intera vita a indossare le sembianze di una persona qualsiasi, così grigia e anonima che anche lui o lei farebbe fatica a riconoscersi in mezzo a tutti gli altri. Questa prospettiva è spaventosa. È una vita sprecata.

Pensaci, ogni tanto. La paura di sprecare l’unica occasione che hai sarà la spinta più forte per iniziare a credere in te stesso/a.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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