• 2 settembre 21:00 Desio presso Parco Tittoni SOLD OUT
  • 6 settembre 21:00 Boves presso Equo Festival SOLD OUT
  • 13 settembre 20:30 Verona presso Om Festival SOLDOUT
  • 14 settembre 19:30 Milano presso Festival il tempo delle donne per partecipare qui 
  • 15 settembre 15:00 Marina di Ravenna presso Kalemana Festival per partecipare qui 
  • 18 settembre 20:00 Muralto Locarno, Svizzera per partecipare qui
  • 19 settembre 21:00 Vicopisano presso Le parole contano per partecipare qui
  • 20 settembre 18:00 Ferrara presso Associazione Nuova Terraviva per partecipare qui
  • 21 settembre 14:30/15:30 Cesena presso Macrolibrarsi Festival per partecipare qui
  • 22 settembre 21:00 Padova presso Festival Consapevolezza per partecipare qui

Il firmacopie si terrà solo prima dell'evento, a partire dalle ore 19:00 fino alle 20:30. Presso la location sarà possibile acquistare i miei libri.

  • 28 settembre 18:00 Mestre presso Festival delle Idee per partecipare qui
  • 1 ottobre 17:30 Brescia presso Festival Librixia per partecipare qui
  • 6 ottobre Marina di Bibbona presso SurfWeek Festival *presto i dettagli
  • 9 ottobre 14:00/15:00 Rimini presso TTG book&go per partecipare qui
  • 25 ottobre Bari presso Storytellers Festival per partecipare qui

La stazione giapponese costruita per ricordarci l’importanza di fermarci

Nella prefettura di Yamaguchi, nella zona meridionale del Giappone, si trova una piccola stazione ferroviaria che molti riterrebbero assolutamente inutile.

È su una linea ferroviaria che passa in mezzo alla natura quasi incontaminata: da un lato la fitta vegetazione, dall’altro un fiume. Non ci sono paesi o città nei paraggi, non ci sono attrazioni turistiche, non c’è “niente” a parte la natura.

È un luogo disabitato, pertanto è l’ultimo posto dove costruire una stazione ferroviaria. E invece i giapponesi hanno deciso di costruirne una proprio lì, in mezzo al nulla.

Si chiama “Seiryu Miharashi Eki” e a un primo sguardo, potrebbe strappare un sorriso: non è raggiungibile a piedi e dalla banchina non si può nemmeno scendere. Non ci sono scalinate, né panchine: si può solo sostare lì sopra. Un piccolo rettangolo di cemento che si affaccia sul fiume Nishiki ed è completamente immerso nel verde.

A cosa serve questa “inutile” fermata? A fare qualcosa che abbiamo completamente smesso di fare, ritenendola un’attività inutile e noiosa, una perdita di tempo: fermarci.

IG @n700at5

La stazione ferroviaria “inutile”

Più di una stazione ferroviaria, andrebbe definita come un punto di osservazione che si può raggiungere solo prendendo un treno. Non si può arrivare in automobile (l’unica strada è dall’altra parte del fiume) e non ci si può allontanare a piedi, quindi l’unico modo per lasciare la stazione dopo essere scesi è aspettare il treno successivo.

È una stazione ferroviaria che non ha uno scopo, almeno ragionando in modo molto cinico. Aprendo i propri orizzonti, però, si può intuire la magia di un luogo speciale come questo e tutti quelli che riescono ad annullare il passato e il futuro per inserirti completamente nel “qui e ora”.

Chi scende alla fermata di “Seiryu Miharashi Eki” lo fa per fermarsi. Non solo in senso fisico ma anche e soprattutto dal punto di vista mentale. Decidere di scendere a questa stazione vuol dire ribellarsi alla frenesia della vita di tutti i giorni, alla routine infernale e a tutto l’inquinamento di ogni tipo che facciamo entrare nella nostra mente.

Scendi, e cosa fai? Niente, se non vivere il presente. Che poi, è tutto ciò che conta.

«Questo è ciò di cui vogliono convincerti affinché tu sia sempre produttivo, sempre “sul pezzo”, sempre in competizione con qualcuno. Ti dicono che se ti fermi a prendere fiato e ad ammirare un tramonto sei uno scansafatiche, ti fanno sentire in colpa! Eppure la magia della vita non è forse tutta in quei momenti? Il senso della vita non lo percepisci proprio quando guardi un tramonto e senza una spiegazione logica hai la pelle d’oca? Sei ancora giovane, Davide. Cerca di capire che il tuo tempo è prezioso e non puoi sprecarlo complicandoti la vita senza nemmeno sapere bene perché lo fai. Lascia la complessità a chi vuole rovinarsi la vita, a chi non ha sogni ma è schiavo delle aspettative altrui, a chi vuole sempre di più e non riesce ad apprezzare mai niente di quello che ha. Sai qual è il modo più immediato per essere felici?»

Dal mio libro “Succede sempre qualcosa di meraviglioso

La bellezza di fermarsi

Ti limiti a osservare il mondo, quel pezzo di mondo. Guardi l’acqua che scorre lungo il fiume. Ti godi il silenzio dopo che il treno è ripartito. Osservi la fitta vegetazione. Ti prendi del tempo per oziare, ovvero per non fare “niente”. Ritrovi la pace interiore, ti calmi, ti rilassi. Rifletti, se ti va. Oppure provi a vivere a pieno nel qui e ora: senti tutto ciò che hai intorno, immergendoti completamente nel momento presente.

Come scrivo nel mio  libro “Succede sempre qualcosa di meraviglioso”, a volte abbiamo solo bisogno di fermarci per guarire. Molti di noi vivono ogni giorno immersi nella frenesia, soffocati da responsabilità e abitudini che ti fanno correre, correre e correre senza muoverti di un metro dove conta davvero: dentro, nel mondo meraviglioso dell’introspezione, ma anche fuori, nell’interazione con altri esseri umani, nella concretizzazione dei propri ideali e nell’osservazione della meraviglia del mondo.

Tutte le nazioni dovrebbero avere una stazione come questa, dove scendere per “non fare niente” se non ascoltarsi, guardarsi intorno e dare un po’ di pace alla propria mente e al proprio cuore.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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