Matthew McConaughey è uno degli attori più apprezzati al mondo, ma oltre alle sue innegabili doti nella recitazione è anche uno dei personaggi famosi più amati. I motivi possono essere molteplici, ma di certo c’è che Matthew ha sempre dato un’immagine di sé molto umile e pacifica, in un mondo come quello dello spettacolo dove solitamente dominano eccessi e presunzione.
L’immagine, però, ha pochissima importanza nel definire il reale valore di una persona. L’ho scritto più volte su queste pagine e ho dedicato gran parte del mio libro a questo argomento: quando sei nella tua comfort zone e non ti senti minacciato da niente e da nessuno, è facile indossare una maschera e sembrare ciò che non sei.
Cosa ti definisce, allora? Innanzitutto il modo in cui ti comporti. Perché se i sorrisi e le parole fanno un certo effetto, alla fine sono i gesti che ti identificano per ciò che sei.
E poi ci sono le riflessioni. Non semplici parole prive di genuinità o spessore, ma ragionamenti che raggiungono un livello di profondità tale da smascherare chi li pronuncia. Perché puoi fingere, ma non quando parli di certe cose. Certe argomentazioni necessitano di totale onestà per risultare credibili.
Durante il discorso di ringraziamento per un premio ricevuto, Matthew McConaughey ha spiegato cosa significa, dal suo punto di vista, realizzarsi nella vita. Una riflessione che parla dell’importanza di essere se stessi e inseguire la propria felicità, ma anche del minimalismo da sposare come filosofia di vita. Quello che l’attore americano chiama “processo di eliminazione“.
La felicità secondo Matthew McConaughey
“Vi parlerò di alcune cose che ho imparato, in parte con le mie esperienze personali, alcune che ho ascoltato da altri e alcune che sto ancora praticando. Sono tutte cose che ritengo vere”.
“La vita non è facile. Non è facile. Non provare a intenderla in quel modo. Non è giusta, non lo è mai stata e mai lo sarà. Non cadere nella trappola dell’autocommiserazione, quella trappola che ti fa sentire sempre la vittima della situazione. Non lo sei. Lascia stare e guarda avanti. Non chiederti ossessivamente perché le cose sono andate storte”.
Cos’è il successo per te?
“Poniti invece un’altra domanda: cos’è il successo per te? È avere più soldi? Va bene, non ho niente contro i soldi. Magari è una famiglia in salute o un matrimonio felice. Magari è aiutare gli altri o diventare famoso. Magari è essere illuminato spiritualmente o lasciare il mondo un po’ meglio di come lo hai trovato”
“Non importa la tua risposta, importa che continui a chiedertelo sempre. La risposta potrebbe cambiare nel tempo, e potrebbe cambiare tante volte. Ma fatti un favore: qualunque sia la tua risposta, non fare nulla che possa mettere a rischio la tua anima”.
Non è facile capire chi sei, definisci chi non vuoi essere
“Dai sempre la precedenza a chi sei e a chi vuoi diventare. Non sprecare tempo inseguendo obiettivi che sono in contraddizione con la tua vera natura, con il tuo carattere”.
“Sii coraggioso, sempre. Ma prima di lanciarti nella salita, poniti una domanda: qual è la mia salita? Puoi rispondere solo in un modo: definendo cos’è il successo per te. Solo a quel punto puoi iniziare a lavorare duramente per farcela, giorno dopo giorno”.
“Dove non siamo ancora arrivati conta tanto quanto dove siamo ora. Guarda, il primo step verso la felicità non è definire “chi sono“. Non è quella la prima fase. In realtà ciò di cui dovresti preoccuparti è di capire chi non sei. “So chi non sono” viene prima di “so chi sono“. Definire noi stessi in base a ciò che non siamo è il primo passo verso la definizione di ciò che siamo. Si chiama processo di eliminazione”.
Il processo di eliminazione
Il processo di eliminazione secondo Matthew McConaughey è molto simile al processo del minimalismo di cui ho scritto su questo blog e soprattutto nel mio libro “Le coordinate della felicità“.
“Sai quel gruppo di amici con cui esci ma con i quali non riesci a tirare fuori il meglio di te? Quelli che spettegolano troppo o sono un po’ viscidi, che sai per certo che non saranno lì ad aiutarti se dovessi averne bisogno. O pensa a quel bar dove vai sempre a sbronzarti e affogare nell’alcool la tua insofferenza. O pensa a quello schermo del computer… hai presente, vero? Quello che ti dà tutte le scuse di cui abbiamo bisogno per non uscire di casa e interagire con il mondo che c’è là fuori e socializzare con le persone che lo abitano. Pensa al cibo che continui a mangiare, quello che va giù facilmente e ha un buon gusto ma poi ti fa stare male il giorno dopo, ti fa venir voglia di stare in letargo e continuare ad ingrassare”.
“Ecco, queste persone, queste situazioni, queste cose… devi smetterla di dedicargli il tuo tempo e le tue energie”.
“Non seguirle, lasciale stare! E quando lo fai, quando trovi la forza di smettere di dedicare il tuo tempo a tutto ciò che ti danneggia, sai cosa succede? Che ti ritrovi improvvisamente in situazioni inaspettate ma salutari per te. Ti trovi in mezzo a persone che ti fanno stare bene, ti circondi di cose che ti danno una vera gioia”.
“Perché? Perché hai eliminato il chi, il come, il quando e il dove che ti stavano trattenendo dall’essere davvero te stesso”.
“Credimi, ciò che ci tiene lontano dalla felicità è la troppa scelta. Abbiamo troppe possibilità. Ecco perché devi mettere in atto il processo di eliminazione: liberati degli eccessi, delle perdite di tempo, diminuisci le tue opzioni. Se lo farai, succederà una cosa: avrai davanti a te ciò che davvero è importante“.
Sii l’architetto della tua vita
Il messaggio conclusivo dell’attore americano è di forte impatto: sei tu il padrone del tuo destino (almeno in parte, aggiungerei). Per questo motivo non cercare sempre fattori all’esterno per motivarti o giustificarti. Il cambiamento che vuoi vedere si trova dentro di te.
“Sapere chi siamo è difficile. Molto difficile. Non farti ossessionare da chi sei, cerca di definire chi non vuoi essere. Invece di creare risultati che ti tolgono vita, cerca risultati che tengano viva la fiamma che hai dentro il più a lungo possibile”.
“Proverai a fare il meglio ma non sempre ci riuscirai. Ma visto che sei l’architetto della tua vita, studia le abitudini, le pratiche, le consuetudini che ti portano alla gioia, al dolore onesto, alle lacrime meritate, alle risate. Analizzale e falle tue”.
“Fai quello che scegli, scegli quello che vuoi. Commetterai degli errori e dovrai chiedere scusa, ma poi dovrai andare avanti. Il senso di colpa e i rimpianti fanno morire tante persone prima che il loro tempo sia arrivato. Allora gira la pagina, guarda avanti. Sei tu l’autore del libro della tua vita”.