Avresti mai pensato di poter percorrere tutta la tratta dall’Italia al Giappone senza aerei? No eh? Nemmeno noi.
Ma quando ci siamo ritrovati a terminare il nostro viaggio sulla transmongolica a Pechino, in Cina, dopo aver attraversato via terra quasi 10.000 chilometri di Russia e Mongolia, abbiamo pensato che fosse un peccato interrompere questa bella avventura solo perché la terraferma era finita.
E così ci siamo inventati la nostra versione della continuazione della transmongolica, cambiando il treno con un traghetto e le rotaie con il mare, per completare il tragitto che ci ha portati dall’Italia al Giappone senza aerei.
Un traghetto per andare dall’Italia al Giappone senza aerei
In realtà non abbiamo inventato nulla di nuovo: da secoli, il viaggio in nave tra questi due paesi è il metodo principale per percorrere questa distanza, anche se ultimamente è stato soppiantato dall’aereo.
In fondo, chi mai si farebbe due giorni di nave invece di due ore di aereo per andare dall’Italia al Giappone senza aerei? Ecco la risposta: noi!
Nonostante i passeggeri siano ormai pochissimi, una storica compagnia (Shanghai Ferry co.) continua a operare questa tratta una volta alla settimana, da Shanghai a Osaka.
È un viaggio di quasi 48 ore di nave, di cui la maggior parte passate in mezzo al nulla con niente in vista se non il blu di cielo e mare.
La nave da Shangai a Osaka
Il costo è più o meno equivalente a quello di un volo, meno di 200€ per la classe più economica, una grande stanza per una cinquantina di persone dove stendere il tatami in dotazione e dormire, tipo camerata.
Ovviamente, le classi superiori hanno prezzi conseguenti, proibitivi per noi. Ma in prima classe era addirittura compreso l’accesso all’idromassaggio!
Per sicurezza si prenota online sul sito della compagnia, per poi ritirare i biglietti e pagare il giorno stesso della partenza.
Ma a meno che non si decida di viaggiare in altissima stagione (e anche in quel caso dubitiamo cambi molto), non c’è pericolo di non trovare posto: la nave su cui abbiamo viaggiato a fine settembre trasportava, oltre a noi e all’equipaggio, altre 8 persone.
Neanche a dirlo, eravamo gli unici occidentali!
Il vantaggio maggiore di una nave così vuota è che siamo riusciti a dormire in una cabina di seconda classe, da 4 letti, tutta per noi. Quello negativo è che i servizi più interessanti, come il negozio Duty Free, la Wii per i videogiochi, la serata karaoke e qualunque altra cosa che non fosse il ristorante, non erano disponibili.
Cosa si fa in 48 ore di nave?
Se conoscete noi di Viaggio Solo Andata, ormai saprete che siamo dei fanatici dello slow travel e che non ci annoiamo affatto a stare fermi giorni e giorni, qualunque mezzo di trasporto sia.
La nave poi ha l’enorme vantaggio di garantire massima possibilità di movimento: esplorare il ponte, osservare la costa cinese che si allontana, leggere, guardare l’orizzonte, scrutare le onde in cerca di delfini, guardare un film in cinese e cercare di capirne l’intricata trama… Insomma, sono tutte attività time-consuming!
E in men che non si dica, avvisterete le prime isole giapponesi: città sfavillanti nella notte (purtroppo questa tratta non è panoramica verso l’arrivo, visto che si svolge al buio), ponti enormi tra un’isola e l’altra, fari ovunque a segnalare la complessa topografia dell’arcipelago più affascinante del mondo.
E quando vi sveglierete la mattina dopo, sorpresa: il porto di Osaka vi starà aspettando!
Ok, ok, sappiamo cosa vi state chiedendo…
Ma perché andare dall’Italia al Giappone senza aerei quando in poche ore si può essere lì volando?
È una domanda legittima, ma anche miope.
Il viaggio lento che solo treno, bus e nave sanno garantire, quella sensazione di tranquillità e di pace del sapere che si hanno davanti un numero infinito di ore in cui non fare nulla, la decisione forzata di rallentare il ritmo e tornare a viaggiare come due secoli fa…tutto questo è impagabile.
E se ne avrete la possibilità o il desiderio, percorrere tutta la distanza dall’Italia al Giappone senza aerei è un viaggio lungo, difficile, faticoso, che richiede un sacco di pazienza…ma anche un’emozione unica e indimenticabile.
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