Viaggiare ti insegna tante cose, ma forse la lezione più importante è che nella vita tutto è possibile.
Difficilmente troverete un viaggiatore che non sia anche un po’ un sognatore, perché quando giri per il mondo capisci che le opportunità sono infinite. E sei consapevole che niente è davvero impossibile, ti chiedi: perché non provarci?
Antonella Gentile è una viaggiatrice proprio perché ha questa caratteristica.
Un giorno ha pensato che sarebbe stato bello raggiungere Capo Nord in bicicletta, e così è partita. Senza grandi piani, senza farsi frenare dalla paura. Ha preparato le sue cose, ha inforcato la sua city bike ed è partita.
Un viaggio pazzesco, che mi ha raccontato in questa intervista.
Ciao Antonella, benvenuta su Mangia Vivi Viaggia. Raccontaci qualcosa su di te.
Ho sempre viaggiato sin da bambina. Ho visitato l’Australia, la Korea, la Cina, il Giappone, molti paesi europei, l’Egitto.
Quest’anno ho voluto sperimentare qualcosa di diverso, un viaggio lento che mi desse la possibilità di osservare i posti da cui sarei passata da un’altra prospettiva e di comunicare con la gente del posto.
Un giorno ho letto una pubblicità di Amref che parlava di donne africane costrette a fare tanti km per attingere acqua dai pozzi. Ho pensato che mentre io viaggiavo per divertimento ci sono persone costrette a farlo per necessità.
Così è nato il mio viaggio: volevo dar visibilità a questa condizione. Ho contattato l’associazione e durante il mio percorso fino a Capo Nord ho partecipato, con altre imprese e persone, ad una raccolta fondi finalizzata all’apertura di pozzi in Kenya.
Ora parliamo del viaggio vero e proprio: un giorno sei uscita di casa con la tua bicicletta e ti sei lanciata in un’avventura incredibile, da Roma a Capo Nord. Come ti è venuta questa idea?
In realtà quando si fanno questi viaggi credo sia l’istinto a decidere per noi, perché se ci fermassimo a pensare ai rischi e alle difficoltà, probabilmente non partiremmo neppure.
Non è stato un viaggio studiato e pensato a tavolino.
Un giorno mi sono svegliata e ho deciso di partire, esplorare nuovi territori, conoscere nuove persone, abbandonare la routine quotidiana. Con due borse e una tenda sono partita attraversando Italia, Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia.
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L’obiettivo che mi ero prefissata era quello di raggiungere Capo Nord ma ho sempre pensato a vivermi il viaggio giorno dopo giorno e non alla meta. Sono partita a giugno pensando che non sarei mai riuscita a raggiungere la Norvegia e all’inizio percorrevo pochi km al giorno.
Poi quando ho iniziato a credere che avrei potuto farcela è arrivato l’inverno. Sono arrivata a Capo Nord dopo 4 mesi e mezzo, nei quali ho percorso circa 5000 km in bici. Gli ultimi 370 km li ho fatti con altri mezzi perché c’erano troppa neve e buio, e faceva freddissimo.
Ci sono molte persone che partono per lunghi viaggi in bicicletta, ma ciò che caratterizza la tua storia è il mezzo che hai scelto: una semplice city bike. Per quale motivo questa bicicletta, sicuramente poco adatta a un percorso estremo come questo?
Sì, la mia è una city bike a sei marce con il cestino, di quelle che di solito si usano per fare la spesa.
Ho scelto questa bicicletta perché possedevo quella e avevo un budget limitato. Non credo abbia pregi ma ci sono affezionata ormai. È come se fosse una parte di me.
Non ho mai forato durante il viaggio ma più volte ho avuto problemi con i freni, motivo per cui sono anche caduta e mi sono fermata per 4 giorni.
Come ci si prepara per un viaggio del genere? Cosa ti sei portata dietro e come ti sei organizzata per la vita on the road?
Non mi sono preparata affatto. Non sono mai stata una ciclista sebbene amassi la bicicletta. Sono partita facendo 25 km al giorno e pian piano ho aumentato il numero dei km fino ad arrivare a 90. Il viaggio stesso è stato un allenamento.
Per quanto riguarda l’ospitalità, ho incontrato tante persone che mi hanno ospitato nelle loro case (ho accettato inviti quasi sempre da donne). Ho usato anche siti come couchsurfing e warmshowers per chiedere ospitalità.
La presenza di feedback è rassicurante e dopo questo viaggio ho imparato a fidarmi di più e ho capito che la gente è fondamentalmente buona ed è quasi sempre disposta ad aiutare. Inoltre dormire a casa delle persone del posto permette anche di scoprire le usanze, il cibo e le tradizioni dei luoghi da cui si passa.
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In Italia molti hotel e b&b mi hanno sponsorizzato, offrendomi ospitalità gratuita. A volte ho dormito anche in tenda nei campeggi o negli hotel economici. Mangiavo spesso con chi mi ospitava o cucinavo io nei campeggi perché solitamente c’era anche la cucina messa a disposizione dei clienti.
In Norvegia è stato difficile con il cibo. Le distanze fra una città ed un’altra sono enormi e spesso si deve fare la spesa per diversi giorni perché c’è assenza di supermercati e ristoranti per tanti km. A volte per più di un giorno si pedala senza trovare nulla.
Viaggiando in bicicletta, potevo fermarmi quando volevo per visitare i posti che ritenevo interessanti. Spesso, perdendomi, ho scoperto dei posti da sogno.
Mi fermavo prima di trovare buio e quando ero ospitata da qualcuno chiacchieravo con i miei host che a volte percorrevano qualche km con me e a volte mi portavano a visitare le loro città.
Quali le nazioni migliori per viaggiare in bicicletta?
L’Italia è piena di città meravigliose ma purtroppo bisogna segnalare l’assenza di piste ciclabili e la loro scarsa manutenzione.
Ne ho percorse pochissime durante questo viaggio nel nostro paese, fra le più belle ci sono la ciclabile da San Giacomo ad Assisi, la ciclabile che costeggia il Tevere che potrebbe essere curata di più e quella meravigliosa che parte da Udine e arriva a Salisburgo,
L’Italia è ben lontana da nazioni come l’Austria, la Germania, la Danimarca e la Svezia dove un ciclista si sente davvero al sicuro sulla sua due ruote.
Qual è il luogo più bello che hai incontrato nel corso del tuo viaggio?
La Norvegia è il posto che mi ha emozionato di più, sia perché ho avuto modo di vedere più volte l’aurora boreale sia perché i paesaggi sono meravigliosi. Anche in Norvegia non ho trovato molte piste ciclabili, purtroppo, ma ho percorso quasi esclusivamente la E6. Consiglio assolutamente di visitare le Lofoten, uno dei luoghi che porterò per sempre nel mio cuore.
Che progetti hai per il futuro?
In questo momento sto scrivendo un libro e presto lo presenterò in bici in molte università, biblioteche, librerie e scuole che mi hanno contattato per promuoverlo. Il futuro non so cosa mi riserverà. Sicuramente continuerò a viaggiare.