8 meravigliose espressioni giapponesi

A volte, nella vita, non bastano mille parole per descrivere un sentimento o una situazione. Altre volte, invece, c’è una singola parola o una semplice espressione che spiega tutto. È questo il caso della lingua giapponese, in cui poche lettere indicano qualcosa che ognuno di noi conosce o ha provato almeno una volta.

Se segui il mio blog o hai letto i miei libri, probabilmente conosci già qualcuna di queste parole, ma forse non tutte. Queste sono 8 espressioni giapponesi che in alcuni casi non si possono nemmeno tradurre in italiano ma racchiudono un significato profondo e pieno di luce.

8 meravigliose espressioni giapponesi

1. Wabi-sabi

Wabi-sabi è più di una espressione: è una vera e propria visione delle cose del mondo e della vita. Non si può tradurre letteralmente ma il significato è questo: la vera bellezza è nell’imperfezione. Wabi-sabi è una filosofia di chiara derivazione buddhista, perché si basa sulla concezione per cui nulla sia immutabile o finito, e quindi perfetto: ogni elemento è imperfetto e per trovare la bellezza occorre ricercare l’imperfezione invece di intestardirsi nel tentativo inutile di cercare la perfezione. Un insegnamento prezioso per ognuno di noi, specialmente per chi tende a farsi rovinare la vita dal perfezionismo e dal paragone ossessivo con gli altri.

2. Komorebi

Komorebi non indica uno stato d’animo ma una situazione: è quando la luce filtra tra le foglie degli alberi. Chiunque abbia passeggiato in un bosco sa quanto sia magica questa particolare luce, che sembra penetrare timidamente ma inesorabilmente tra la vegetazione. È una situazione in cui moltissime persone trovano una profonda pace interiore e una grande calma. Ma può anche essere interpretata come una metafora della vita: Komorebi ci ricorda che non importa quanto sia oscura la situazione in cui ci troviamo, la luce filtrerà sempre.

3. Shoganai

Shoganai è un termine a cui ho già dedicato un articolo, perché il significato è una vera e propria lezione di vita che non dovremmo mai dimenticare. Si tratta infatti di una delle più popolari espressioni giapponesi. Indica “ciò che non può essere evitato e per cui non c’è niente da fare, se non accettare la situazione“. Pensaci: quante volte ti è capitato di soffrire per qualcosa su cui non hai alcun potere? Un evento del passato può tormentarti per mesi, per anni, per tutta una vita. Se questo succede è proprio perché pratichi un attaccamento folle e morboso verso ciò che non si può cambiare. Segui il principio dello Shoganai, invece: accetta ciò che non si può cambiare. Come scrivo nel mio libro “Succede sempre qualcosa di meraviglioso“, se è andata così non poteva andare diversamente. Altrimenti sarebbe andata diversamente.

4. Kintsugi

Il concetto di Kintsugi è strettamente legato a quello di Wabi-Sabi. In questo caso, però, l’imperfezione non è ricercata, bensì esaltata. Kintsugi significa infatti “riparare o riempire le crepe con l’oro“. È un’antica forma di arte cinese e giapponese, portata avanti dai maestri zen. Ci sono molti racconti in questo senso, uno dei quali è quello che trovi qui sotto, tratto dal mio account Instagram. Il significato di Kintsugi è tanto semplice quanto meraviglioso: non c’è nulla di cui vergognarsi delle proprie crepe, perché dalle crepe entra la luce. Per questo le riempiamo di oro colato, per valorizzare la nostra capacità di andare in mille pezzi e poi tornare interi. Una delle espressioni giapponesi più importanti.

 

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5. Itai doshin

Itai doshin significa “diversi corpi, stessa mente” ed è un’espressione che ho sempre trovato azzeccatissima per i viaggiatori. Si riferisce infatti a quella connessione che si viene a creare tra perfetti sconosciuti, persone molto diverse tra di loro che però hanno qualcosa di simile. Un’idea magari, una certa visione del mondo, le coordinate della propria felicità. Capita spesso, tra viaggiatori, di provare questa sensazione difficile da spiegare a parole, ma bellissima da vivere.

6. Akai ito

Akai ito è una delle espressioni giapponesi più romantiche. Significa “il filo rosso“, perchè, secondo la leggenda, esiste un filo rosso che collega due persone che ancora non si sono incontrate ma che sono destinate a innamorarsi e a stare insieme.

7. Kyoka suigetsu

Significa “il fiore allo specchio, la luna riflessa sull’acqua” e indica qualcosa che può essere visto ma non può essere toccato o raggiunto, proprio come un fiore allo specchio o la luna riflessa sul mare. Si riferisce a quelle situazioni in cui vorremmo tanto che qualcosa fosse vero, ma sappiamo che non è così. L’immagine nella nostra mente c’è, ma nella realtà è solo un riflesso, un’illusione.

8. Ikigai

Chi ha letto i miei libri o ha ascoltato il mio TEDx conosce sicuramente questo termine affascinante. Ikigai non è traducibile in italiano, ma indica qualcosa di molto simile allo scopo della vita di una persona. Come scrivo nel mio libro “Succede sempre qualcosa di meraviglioso“, Ikigai è la risposta alla domanda: perché al mattino ti alzi e vivi? È il motore alla base della tua esistenza, è la tua motivazione ad andare avanti, è la tua missione. Da un punto di vista pratico, l’Ikigai è l’intersezione tra questi 4 elementi:

1. Ciò che ami fare
2. Ciò che sai fare
3. Ciò che puoi condividere con il mondo
4. Ciò che puoi fare per mantenerti

Ma l’Ikigai, in realtà, può essere qualunque cosa dia un senso al tuo tempo e alla tua vita. La tua famiglia, un tuo sogno, un atteggiamento particolare che vuoi mantenere sempre, un cambiamento che vuoi apportare. Trovare il tuo Ikigai significa trovare il significato più profondo della tua vita.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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