5 sensazioni tipiche di chi ama viaggiare

Photo by Hannah Petersen

Viaggiare significa provare un’infinità di emozioni diverse e spesso contrastanti. Non soltanto la felicità e l’eccitazione per la scoperta, spesso c’è anche un po’ di ansia e tanta introspezione.

In fondo, è proprio questo mix a rendere il viaggio la dipendenza più sana, è il “pacchetto completo” che ci fa sentire vivi e valorizza al meglio il nostro tempo.

Per questo motivo, quando siamo a casa proviamo quell’immancabile nostalgia dei luoghi visitati in passato e ci mettiamo subito a pianificare la prossima avventura. Vogliamo tornare a provare quelle sensazioni che solo il viaggio sa dare. Ce ne sono a centinaia, ma queste cinque sono tra le più comuni. Chi viaggia le conosce bene.

5 sensazioni tipiche per chi ama viaggiare

1. Emozionarsi quando si entra in un aeroporto

Questa è una delle sensazioni più forti per chi ha una genuina passione per il viaggio.

Le persone normali credono che sia semplicemente un edificio, per molti è addirittura una seccatura andarci. Noi viaggiatori, invece, conosciamo bene il vero fascino dell’aeroporto.

Non so voi, ma non emozionarmi quando ci mettiamo piede è impossibile. C’è una forza intorno a questo luogo che mi fa salire il cuore in gola ogni volta che lo intravediamo. Non solo se sono in partenza, anche quando sono in attesa di amici o parenti in arrivo.

Osservo le destinazioni sui tabelloni luminosi e inizio a fantasticare su dove mi piacerebbe andare. Cerco di calcolare la destinazione più lontana, quella più economica, quella che più mi piacerebbe scoprire.

A volte sento l’impulso di mollare tutto, comprare il primo biglietto e partire per davvero.

Sarà il “caos organizzato“, saranno gli aerei che decollano dietro le vetrate, saranno le mille lingue che si possono ascoltare e i mille volti che si possono osservare, custodi di culture lontane e affascinanti.

Non è facile capire precisamente l’essenza di un aeroporto, ma una cosa è certa: è un luogo che fa emozionare chi ama davvero viaggiare.

Quella dell’aeroporto è un’esperienza meravigliosa, che ti fa viaggiare con la mente prima che fisicamente. Perché questo luogo magico è dove tutto ha inizio.

2. Il timbro sul passaporto

Per molti un momento chiave del viaggio è quello dell’atterraggio dell’aereo. In realtà ce n’è uno ancora più intenso e riguarda quel libricino che tutti noi abbiamo imparato ad amare nel corso del tempo: il passaporto.

Perché se è vero che tutti tirano un sospiro di sollievo quando l’aereo atterra, è altrettanto vero che non puoi scaricare completamente la tensione finché non metti piede fuori dall’aeroporto.

Anche se sei sicuro di non aver fatto niente di sbagliato, hai sempre un po’ di ansia immotivata quando sei in aeroporto, in attesa di uscire. Irrazionalmente, pensi che per qualche strano motivo potresti essere rifiutato oppure semplicemente che ti abbiano perso i bagagli.

Ricordo quando sono andato in Australia, una terra lontanissima che avevo sognato per mesi. Dopo due giorni di voli aerei e attese infinite negli aeroporti, eccomi finalmente all’aeroporto.

I controlli minuziosi sul mio zaino, le domande a raffica, il modulo per dichiarare ciò che trasportavo… tutto questo rappresentava l’ultimo ostacolo prima di un’avventura che (ne ero sicuro) avrebbe cambiato per sempre la mia vita.

Il timbro è la promessa che succederà qualcosa di meraviglioso.

Quel piccolo simbolo, che negli anni successivi osserverai con nostalgia, è il benvenuto migliore che un viaggiatore possa ricevere. Quando finalmente lo vedi impresso sulle pagine del tuo passaporto, capisci che tutto quello che sognavi sta per iniziare davvero.

3. La terapia del viaggiare lentamente

Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo e nel corso degli anni ho capito che nessuno più di un viaggiatore o una viaggiatrice ha compreso meglio questo concetto.

Perché quando vivi la tua quotidianità, ti fai trascinare dagli eventi e ti fai anestetizzare dalla routine. Sembra che nella vita di tutti i giorni sia impossibile prendersi un attimo per pensare, o anche solo dire “basta, mi devo fermare e staccare da tutto“.

Il viaggio non solo ti dà questa possibilità, ma ti impone di fermarti. Chiunque abbia viaggiato lo sa bene: a volte non puoi fare altro che mettere il cuore in pace ed aspettare.

Succede soprattutto nei lunghi viaggi in treno o in bus. Ti siedi, osservi fuori dal finestrino e ti ritrovi improvvisamente senza nulla da fare. Inizialmente pensi che ti annoierai a morte, ma poi il groviglio di pensieri si scioglie e inizi a goderti davvero il lento scorrere del tempo.

Nella mia vita ho preso almeno una dozzina di bus per il sud-est asiatico, quelli che, come per magia, attraversano intere nazioni nel giro di una notte. Mai come in quelle occasioni ho avuto modo di pensare alla mia vita e a tutto ciò che avevo accantonato (ne parlo nel capitolo “Perdona, perdonati e guarda avanti” del mio primo libro “Le coordinate della felicità”).

Passare ore e ore a osservare il paesaggio che scorre con la testa premuta contro il finestrino è una terapia. È la terapia del viaggio.

4. Svegliarsi in un luogo tutto da esplorare

Parlando di sensazioni pure, come quella dell’aeroporto, è impossibile non menzionare quel mix meraviglioso che si prova svegliandosi in una città sconosciuta.

Magari sei arrivato in piena notte direttamente dall’aeroporto e non hai visto niente se non qualche palazzo illuminato. Vai a dormire stravolto e quando ti svegli intravedi quella città che hai sognato per settimane.

Mi successe nel parco nazionale di Phong Nah, mentre attraversavo il Vietnam in moto. Ci arrivai in moto sotto la pioggia battente e scoprii che l’ostello dove avevo prenotato aveva ceduto il mio posto. Trovai ospitalità presso una meravigliosa famiglia del luogo e quando il giorno dopo mi svegliai e misi piede fuori dalla stanza, mi trovai di fronte a uno spettacolo della natura: valli che si estendevano all’infinito, montagne in lontananza e una strada che attraversava quelle terre tutte da scoprire.

Un luogo di cui hai tanto letto e sentito parlare è finalmente davanti a te, tutto da scoprire… un viaggiatore vive per questi momenti.

5. La sera prima della partenza

C’è un momento in cui tutto si ferma.

Hai preparato il tuo zaino con cura, hai tirato fuori il passaporto, hai ricontrollato per la milionesima volta l’orario del volo e hai fatto un resoconto mentale di tutto ciò che succederà il giorno successivo. A quel punto fai un lungo respiro, chiudi gli occhi e provi a rilassarti un attimo.

Immagini cosa succederà di lì a poche ore.

Ti vedi nell’aeroporto, con gli occhi che brillano davanti al display luminoso che segnala i voli e i gate. Immagini tutte le persone che ti passeranno accanto, chi per andare in vacanza, chi per viaggi di lavoro, chi per tornare a casa. Sai che guarderai quella fiumana umana e proverai a indovinare la destinazione di ognuna di quelle persone.

Poi ti sdrai nel letto e pensi che non riuscirai a dormire.  Troppe emozioni, troppa vita che ti aspetta.

E allora, invece di provare a dormire, ti fermi a guardare il soffitto, quello che conosci in ogni sua crepa, e pensi che il giorno dopo ti addormenterai guardando un altro soffitto.

Intorno a te avrai altri rumori, in bocca nuovi sapori e in testa piani di viaggio progettati nei minimi dettagli che finiranno inevitabilmente per saltare quando deciderai di vivere la tua destinazione nel modo migliore possibile: perdendoti.

Tra poche ore sarò in volo” pensi poco prima di crollare. E ti chiedi cosa succederà, se incontrerai persona interessanti, se visiterai luoghi meravigliosi.

Inizi a viaggiare con il cuore e con la mente prima del corpo, perché un vero viaggio inizia nella tua testa, quando lo immagini, lo sogni e lo desideri. Quando hai paura ma sei anche eccitato, quando non vedi l’ora ma non ti senti pronto.

In quel momento capisci che, anche se è la sera prima di partire, sei già partito. Un’altra magia del viaggio.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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