Se sei un appassionato di viaggi hai sicuramente letto o sentito più volte il termine “Wanderlust“. Io la scoprii la prima volta alcuni anni fa, quando mi trovato in Australia. Lavoravo come cameriere in un bar che si affacciava sull’Oceano Indiano e una delle clienti abituali era una ragazza con un curioso tatuaggio sul polso.
Era una parola che non conoscevo, così le chiesi cosa significasse. Lei mi disse: “Wanderlust significa volersi sempre muovere. È il desiderio di viaggiare, esplorare, vedere posti nuovi”. (ne parlo nel capitolo “Wanderlust” del mio libro).
Negli anni è poi diventata una parola che molti utilizzano per definire la semplice voglia di viaggiare, ma che in realtà ha un significato molto più profondo. Come mi spiegò quella ragazza, il Wanderlust non è un semplice desiderio, ma un impulso che a volte diventa irrefrenabile e se non viene lasciato sfogare può avere forti ripercussioni negative sul nostro umore.
Ma di preciso, cosa significa Wanderlust?
È il desiderio di viaggiare per riempirsi gli occhi, ogni giorno, di immagini nuove. Wanderlust è il contrario di stare fermi.
Il termine non nasce dal verbo inglese “wander” (“girovagare”) come si potrebbe credere, ma dall’unione di due parole tedesche: “wandern” e “lust”, ovvero “camminata” e “desiderio“. Nella definizione originale, Wanderlust era il termine giusto per una persona che ama stare all’aria aperta, fare lunghe passeggiate e scoprire il mondo.
Ma al giorno d’oggi “Wanderlust” ha assunto un significato più profondo. Non è un semplice desiderio, ma l’impulso di viaggiare e di non stare mai fermi in un solo posto. È la ferma volontà di scoprire tutto il mondo.
La “malattia” del Wanderlust
Qualcuno ha definito il Wanderlust una vera e propria malattia, perché chi ne soffre sta male fisicamente e psicologicamente quando non può viaggiare. Per questo motivo il Wanderlust è anche chiamato il “mal di casa”, ovvero la sofferenza emotiva che si prova quando si è costretti a stare a casa con la consapevolezza che là fuori c’è un mondo intero da scoprire.
Ecco una interessante metafora per indicare un malato di Wanderlust:
Chi soffre di Wanderlust ha l’erba che gli cresce sotto i piedi e lo stimola a muoversi costantemente
Molte più persone di quanto si creda soffrono di Wanderlust. Potresti non renderti conto di avere questa “malattia” perché non hai mai viaggiato per lunghi periodi, oppure perché non hai mai viaggiato in maniera avventurosa, abbracciando l’ignoto. Se te lo chiedessero diresti che non sei malato di Wanderlust, eppure hai tutti i sintomi di chi soffre di questa sindrome.
Ecco qualche segnale indiscutibile.
I sintomi del Wanderlust
1. Non sei mai pienamente soddisfatto quando sei a casa
Il primo sintomo è un’insofferenza continua e inspiegabile quando ti trovi a casa. Non c’è un motivo ben preciso ma non sei felice e soddisfatto. Le giornate ti sembrano tutte uguali e noiose, spesso ti senti depresso e hai sempre la testa tra le nuvole, intenta a fantasticare su luoghi lontani.
2. La nostalgia dei viaggi passati
Il secondo sintomo del Wanderlust è la nostalgia dei luoghi che hai visitato in passato. Non riesci a goderti appieno il presente perché hai sempre in mente quel viaggio straordinario che ti ha fatto sentire vivo, che ti dava energia e ti rendeva felice. Quando sei in compagnia di altre persone, molte delle tue storie iniziano con “Quando ero in …” e ti ricordi alla perfezione tutte quelle parole che hai imparato in giro per il mondo, come ad esempio “grazie” in thailandese o “arrivederci” in portoghese.
3. Sei veramente felice solo quando viaggi
Il terzo sintomo del Wanderlust è anche il più forte: sei veramente felice solo quando viaggi. La tua vita è grigia quando sei immerso nella routine e si riempe improvvisamente di mille colori quando sei in viaggio. Improvvisamente inizi a sorridere di più, ad essere disposto a prendere rischi, a volerti muovere di più, a voler interagire con le persone. Hai la percezione che solo quando sei in viaggio vivi per davvero.
Se hai questi tre sintomi, è molto probabile che tu sia stato contagiato dal Wanderlust. La cura? Ce n’è solo una: viaggiare il più possibile.
Non necessariamente viaggi lunghi e costosi, anche piccole avventure lunghe un weekend, se non addirittura lunghe passeggiate dopo il lavoro in zone sconosciute della tua città o delle zone limitrofe.
In fondo viaggiare non è una gara a chi si sposta di più: è semplicemente la valvola di sfogo dell’impulso di scoprire il mondo. Quell’impulso che si chiama Wanderlust.
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