Non è un caso se la Costiera Amalfitana è inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dall’UNESCO: questa parte del nostro paese è sicuramente uno dei luoghi più incantevoli al mondo.
Percorrere in auto, moto o, perché no, in bicicletta la tortuosa ma altrettanto panoramica, strada statale SS 163 permette di scoprire, l’uno dopo l’altro, caratteristici borghi marinari come Positano, Amalfi, Atrani, Ravello. Ognuno di essi è una piccola perla da scoprire attraverso le rispettive tradizioni, paesaggi e prodotti tipici.
Il caldo sole del Sud Italia, le acque cristalline, la cucina mediterranea, il tipico Limoncello, sono di per sé un ottimo motivo per scegliere di visitare questi luoghi. Ma qui sono custoditi anche altri tesori e per scoprirli basta soltanto salire un po’ di quota.
La Costiera e l’adiacente Parco Regionale dei Monti Lattari sono infatti meta di un numero sempre crescente di escursionisti, la maggior parte dei quali provenienti dall’estero. Anche in questo caso, infatti, si evidenza una tipica caratteristica italiana: quella di non conoscere (e quindi apprezzare) le bellezze del nostro paese.
Ne è un esempio eclatante il Sentiero degli Dei, un cammino che sa come lasciare senza parole qualsiasi visitatore.
Il Sentiero degli Dei
Il suo successo è probabilmente da individuare già nel nome: chi non si sentirebbe intrigato dalla possibilità di percorrere un “Sentiero degli Dei”?
Un nome che preannuncia quindi meraviglie, ed i paesaggi circostanti non deludono affatto le aspettative.
Situato nel cuore della Costiera, era un tempo l’unica via di collegamento tra i vari paesi, prima che venisse costruita la strada statale dai Borbone.
In tempi recenti è stato adeguato a sentiero escursionistico e durante l’estate è una delle mete preferite dai viaggiatori di tutto il mondo.
È un sentiero di livello E (escursionistico), facile ma non propriamente turistico. Bisogna infatti dotarsi quantomeno di abbigliamento adatto, ed essere abituati a camminare per qualche ora.
Il percorso è lungo circa 9 km e lo si riesce a completare in un tempo che va dalle 3 alle 4 ore. Il periodo migliore per percorrerlo è da aprile a ottobre, ma cogliere la prima giornata di sole ed avventurarvisi nei mesi tra novembre e marzo non è affatto una cattiva idea.
Percorrere il Sentiero degli Dei è un’esperienza totale, perché ci si ritrova completamente immersi nella natura, nelle sue forme più disparate. Si percorre un vero e proprio sentiero di montagna, a 500 metri di altezza media, ma con la costante e piacevole presenza del mare a vista d’occhio.
L’itinerario
Il sentiero comincia a Bomerano (una delle frazioni di Agerola), raggiungibile in pullman da Amalfi o Sorrento impiegando rispettivamente 2 e 3 ore. La località di arrivo invece è il paesino di Nocelle sopra Positano.
Si percorre in questo verso non perché sia obbligatorio (in realtà si può fare anche al contrario) ma perché risulta un po’ meno faticoso e assolutamente più scenografico. Percorrendolo da Nocelle, infatti, la maggior parte degli scorci panoramici ce li si lascia alle spalle.
Fatta quindi provvigione di acqua nella piazza di Bomerano (ci sono soltanto due punti acqua, entrambi nella prima parte del sentiero) e, perché no, di un buon panino farcito dei tipici prodotti agerolesi, quali salumi e latticini, si raggiunge l’inizio vero e proprio seguendo facilmente le indicazioni.
Percorrendo il primo tratto si passa accanto a quel che rimane di una cavità carsica detta Grotta del Biscotto. Da qui è possibile scorgere, incastonate nella montagna sottostante, quelle che in origine dovevano essere celle per gli eremiti.
In questo primo tratto si trovano tracce antropiche di vario genere. Il sentiero in sé è una di queste: è infatti una mulattiera tutt’oggi percorsa da contadini che, servendosi ancora di muli, trasportano raccolto e materiali. Sono cordiali e disponibili a fare anche una foto ricordo con i tanti turisti che incontrano durante l’anno.
Percorrere il Sentiero degli Dei significa camminare accanto a case rurali, alcune tutt’oggi abitate. Volgendo lo sguardo lungo le ripide rupi, si riesce ad apprezzare l’ardito sistema di terrazzamenti costruito principalmente con muri a secco dove ancora vengono coltivate viti, agrumi, fichi e altri alberi da frutto.
È un paesaggio che, in questo punto, ricorda quasi il Machu Picchu.
Sentiero Alto e Sentiero Basso
Superato l’ennesimo casale si arriva ad un bivio: qui il sentiero si biforca nella sua variante detta “Sentiero Alto” e nella controparte più panoramica detta “Sentiero Basso”. I due tratti si ricongiungono poi più avanti.
Scelta quindi, sulla sinistra, la variante bassa, dopo una breve serie di gradoni irregolari, si raggiunge una fontana. Essendo l’ultimo punto acqua fino alla conclusione del sentiero, conviene rifornire le proprie riserve.
Proprio in questo punto, vi si aprirà davanti agli occhi un panorama incredibile: tutta la Costiera fino alla punta estrema della penisola sorrentina (Punta Campanella), le prime montagne della catena dei Monti Lattari, il piccolo arcipelago de Li Galli, la cui isola maggiore (Gallo Lungo) ha la precisa forma di un delfino.
E ultima, ma non per importanza, l’incantevole isola di Capri, sullo sfondo.
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Qui ci si lascia incantare dai colori: il verde della vegetazione montana, l’accecante azzurro del cielo e il blu del mare.
Dopo esser riusciti a disincantarsi e aver ripreso il cammino, si giunge ad un ulteriore bivio. Stavolta la strada alternativa conduce giù, verso il mare, fino al paese di Praiano. Continuando invece in direzione Nocelle, si percorre per circa un km un tratto abbastanza esposto.
È proprio lungo questo tratto che si ha una prospettiva aerea unica su alcuni paesini della costiera (tra i quali anche Praiano) e sulle panoramiche curve che caratterizzano la strada costiera. Lungo la strada è possibile scorgere varie torri difensive, risalenti al periodo delle incursioni saracene.
Guardando invece in direzione di Praiano, balzerà agli occhi l’arroccato convento di San Domenico contornato dagli ultimi audaci tentativi di coltivazione dell’aspro territorio costiero.
Cambia il paesaggio, poi la meraviglia di Positano
È infatti proprio da questo punto che il paesaggio inizia a cambiare, rendendo praticamente impossibile ogni tipo di coltivazione. Da qui in poi è un susseguirsi di boschi di leccio, rupi, gole (spesso scavate da vecchi corsi d’acqua), guglie e pinnacoli dalle forme più svariate.
Proprio all’uscita di uno di questi sottoboschi si gode di un’improvvisa e impagabile vista su Positano, che sembrerà letteralmente una cascata di case.
Raccogliendo le ultime energie nell’ultimo tratto, si arriva finalmente al paesino di Nocelle. Il sentiero è ufficialmente concluso.
Restano da attraversare gli stretti vicoli e percorrere estasiati le ripide scale di questo angolo di paradiso a picco sul mare. È un graduale ritorno alla civiltà, ma rimarrete colpiti dalla semplicità e dall’ospitalità dei pochi fortunati residenti di Nocelle.
Per raggiungere Positano, è possibile prendere da qui una navetta o continuare la camminata giù per circa 1500 scalini, fino al mare. Vale la pena stringere ancora i denti e magari regalarsi un bagno ristoratore sulla spiaggia della più vicina Arienzo o della successiva Positano.
Un’esperienza “mediterranea”
Percorrere il Sentiero degli Dei e far propri quei panorami mozzafiato sarà un’esperienza unica.
Permetterà inoltre di apprezzare uno spaccato di vita passato, ma anche attuale: qui la gente vive tutt’oggi a stretto contatto con la natura e ne rispetta ogni aspetto, proprio perché è dalla natura che trae sostentamento.
La libertà, la precisa pazienza, l’orgoglio e l’attenta ospitalità della gente di questa zona, per metà montanari, per metà marinai, spinge a rallentare e riflettere.
Riflettere anche su noi stessi e riscoprire qualcosa forse di “perduto, mediterraneo, anteriore”. Proprio come recita la frase dello scrittore inglese D.H.Lawrence, incisa su una targa all’inizio del sentiero:
“È questo il paesaggio che, dall’alto del Sentiero degli Dei, si apriva al nostro sguardo: è lo scenario di quell’estrema ansa della Costiera Amalfitana che guarda verso ovest, verso l’isola di Capri, quella costa ripida, afosa, con le montagne cristalline ove si abbandonano gli Dèi di oggi e si scopre di nuovo un sé perduto, mediterraneo, anteriore”.