Momijigari è una parola giapponese che indica la tradizione di ammirare gli alberi in autunno.
In questi giorni, quando cammini per strada, dovresti fermarti e farlo. Solo questo, nient’altro. È piuttosto semplice, vero? Eppure è un piccolo gesto che potrebbe svoltarti la giornata. Se non persino cambiare la tua prospettiva sulle cose della vita.
Come scrivo nel mio ultimo libro, la Natura è una maestra straordinaria, soprattutto nelle due stagioni di transizione: autunno e primavera. In primavera ci insegna il valore della rinascita, ma anche della pazienza: bisogna aspettare un lungo inverno per poter tornare a vedere la luce.
In autunno, invece, ci offre la possibilità di capire quanto è importante lasciare andare.
Momijigari: osservare gli alberi di autunno
Se ti fermi a osservare un albero ogni giorno, scoprirai che le sue foglie diventeranno sempre più marroni e secche. Giorno dopo giorno le vedrai morire lentamente. Dopo un po’ non ci sarà più traccia del verde intenso dell’estate, ma le foglie sono sempre quelle, sono lì da mesi, sono nate da quell’albero, sono la sua storia…
Eppure l’albero non le trattiene, ma le lascia andare.
Sa che ciò significa ritrovarsi spoglio e vulnerabile. Sa che quelle foglie costituivano la sua identità, lo rendevano ciò che era, erano il suo passato. Eppure, le lascia andare praticando quello che nel buddhismo si chiama “non-attaccamento“: la vita è una continua evoluzione e noi non possiamo attaccarci a nulla. Possiamo solo evolverci lasciando andare.
L’autunno ci insegna a lasciare andare
L’albero lascia andare le foglie perché sa che questo è l’unico modo per rinascere. Se non lo facesse, morirebbe.
Tutti noi dovremmo essere come gli alberi in autunno. Dovremmo trovare il coraggio di lasciare andare. Che cosa? La lista è lunga: le paure, i fastidi, la rabbia, i dubbi, le scuse che non abbiamo ricevuto, i fallimenti, i sensi di colpa, le delusioni, i rimpianti, il peso del passato.
Non è facile riuscirci, però, proprio come per gli alberi, è necessario. Per noi esseri umani, lasciare andare significa innanzitutto perdonare e perdonarsi.
L’importanza del perdono
È un processo di cui parlo nel mio primo libro, nello specifico nel capitolo: “Perdona, perdonati e guarda avanti“.
Perdonare è un gesto difficile da compiere, ma non richiede grandi mezzi o energie. Bastano un foglio di carta e una penna. Quando l’idea mi venne in mente, tirai subito fuori il mio quaderno dallo zaino. Su un foglio bianco tracciai una linea verticale: da un lato scrissi Perdonare, dall’altro Farsi perdonare. Nella prima lista c’erano i nomi di coloro che in un modo o nell’altro mi avevano ferito, nell’altra i nomi di quelli che avevo ferito. Compilando mi sentii subito bene, come se mi fossi tolto un peso dal cuore. Nel tempo mi sono impegnato a chiedere scusa alle persone a cui avevo fatto del male e a perdonare quelle che ne avevano fatto a me. Non ho ancora finito, ma posso assicurare che funziona. Certi vecchi rancori, certi dispiaceri che sembravano parte di me, sono spariti totalmente quando ho deciso di perdonare o perdonarmi. Ho lasciato andare quel peso, che solo a quel punto si è rivelato per ciò che era fin dall’inizio: un ostacolo senza sostanza eppure in grado di bloccarmi dall’andare avanti.
Tratto da “Le coordinate della felicità“
Lasciare andare significa accettare che la vita non è sempre giusta, ma che possiamo sempre renderla felice, perdonando noi stessi per gli errori che abbiamo commesso e gli altri per le ferite che ci hanno lasciato.
E poi andando avanti, perché indietro non si torna.
Se vuoi rinascere e fiorire, devi prima lasciare andare
Hai presente gli alberi in primavera? Sono pieni di colori, sono profumati. Sono pura meraviglia, pura vita.
Ognuno di noi può essere così. Anche tu che stai leggendo. Per arrivare a quello stato, però, devi prima fare ciò che fanno gli alberi in autunno: trovare il coraggio di lasciare andare.
Tutte quelle piccole o grandi cose che ci impediscono di essere felici, cadranno come foglie secche. E solo a quel punto arriverà la rinascita che tanto desideri.