Ci sono tanti modi per mollare tutto e girare il mondo. Lo si può fare in van, in aereo, in treno, in moto e persino a piedi, ma c’è una soluzione ancora più affascinante che rievoca tempi antichi e avventurosi: la barca.
Oggi questa opzione viene scartata quasi a priori da molti viaggiatori, eppure prendere la via del mare per scoprire il nostro pianeta è un’esperienza emozionante e unica, oltre ad essere meno costosa di quanto si creda (specie per chi vive in una grande città italiana e ha già spese altissime pur vivendo sempre nello stesso punto). Chi ha scelto di viaggiare per lunghi periodi in questo modo, non è più tornato indietro.
Viaggiare in barca a tempo indeterminato
Come sempre, il passo più difficile è il primo: trovare il coraggio di affrontare un’avventura nella quale si è da soli con se stessi.
Il senso di isolamento, però, non è un aspetto negativo. Anzi, è uno dei motivi per cui viaggiare in barca è così straordinario: si scopre cos’è la vera libertà, perché non solo si è padroni del proprio destino, ma si è anche lontani dalla terraferma, e quindi dalle altre persone.
Una prospettiva che può sembrare allarmante in un primo momento ma che poi diventa quasi una dipendenza: quando si impara ad apprezzare il valore della solitudine in mezzo alla natura, è molto difficile rinunciarci.
La storia di Liz, dal surf all’amore per gli oceani
Liz Clark scoprì la meraviglia dei viaggi in barca quando aveva dieci anni e oggi che ne ha quaranta è diventata stabilmente una cittadina degli oceani e del mondo. Dal 2005, infatti, gira il mondo e vive sulla sua imbarcazione. Completamente da sola, fatta eccezione per il suo gatto.
Il suo amore per il mare nasce durante un viaggio di sei mesi che fece da bambina con la famiglia. Partirono da San Diego, in California, ed approdarono in barco a vela in Messico. Tornata sulla terraferma, pur avendo solo dieci anni, decise che avrebbe vissuto a stretto contatto con l’oceano.
Così iniziò a praticare il surf, fino a diventare una professionista di questo sport. In questo modo, fin da quando aveva 15 anni, riuscì a girare il mondo: ha gareggiato alle Barbados, in Costa Rica, a El Salvador, in Guatemala, alle Hawaii, in Messico, in Nicaragua e persino in Australia. Ma dopo la laurea in Studi Ambientali, qualcosa cambiò profondamente nella sua vita.
Mollare tutto e viaggiare in barca
“Ricordo che dopo la laurea cominciai a sentirmi frustrata a causa della direzione che il mondo stava prendendo” scrive sul suo blog. “La nostra distanza e l’apatia che abbiamo verso la natura, insieme al fallimento del mio paese nel cercare di promuovere uno stile di vita sostenibile, mi rese profondamente delusa e arrabbiata. Così iniziai a pensare a una via di uscita da questa società“.
Quale può essere la via di uscita per una ragazza che non desidera altro che visitare il mondo e stare a stretto contatto con l’oceano? La decisione migliore era anche la più difficile: mollare tutto e viaggiare in barca.
“Dopo la laurea mi sono imbarcata su un gran numero di navi per fare esperienza. Dopo circa un anno ho pensato che potevo diventare il capitano della mia imbarcazione personale. Ho trovato la mia nave, l’ho chiamata Swell, e ho impiegato altri tre anni a imparare tutto ciò che potevo da meccanici e professionisti, senza mai navigare, Alla fine, nell’ottobre del 2005, la mia Swell era pronta e sono partita“.
Un unico compagno di viaggio: un gatto
Da allora, Liz ha percorso circa 35.000 km in mare, visitando tutta la costa occidentale degli Stati Uniti e del Messico e gran parte del Centro-America. Per tanti anni ha navigato da sola, ma un giorno, durante una sosta, ha trovato una gattina di pochi mesi abbandonata su una spiaggia.
L’ha presa con sé, l’ha accudito e ha deciso di portarsela dietro nelle sue avventure intorno al mondo. La gatta si chiama Amelia e oggi è l’unico coinquilino di Liz.
Insieme hanno visitato luoghi straordinari in tutto il continente americano, sia dalla barca sia sulla terra ferma. Liz, infatti, porta Amelia con sé ovunque vada, che si tratti di semplici camminate in spiaggia o trekking. La coppia è inseparabile, e a coloro che si preoccupano dei rischi che può vivere un gatto in alto mare, Liz risponde così:
“Amelia si è adattata a una vita in mezzo al mare. Ha imparato a fidarsi di me, sa che con me è al sicuro. Nelle notti tranquille, si sporge dalla tavola da surf attaccata al lato della barca e pesca i pesciolini attratti dalle luci di segnalazione”.
“Certo, non vive come un gatto normale, ma ha capito che con me è al sicuro e la nostra vita avventura è emozionante. La barca, poi, è diventata la sua casa”.
Avere poco ma avere tutto
Liz e Amelia gireranno il mondo in barca finché non si stuferanno. La stabilità finanziaria è garantita dalle lezioni di surf che Liz fornisce ai turisti che incontra sul suo percorso, ma comunque non ha bisogno di tanti soldi, perché mangia principalmente ciò che pesca.
La sua vita non è piena di cose, ma avventurosa ed emozionante. Se hai letto il mio libro (specialmente il capitolo “Avere poco ma avere tutto”), sai che questa è, per me, la ricetta per la felicità. E probabilmente lo è anche per Liz…
“Dormo ogni notte su un semplice tappetino, eppure mi sento ricchissima quando guardo il cielo pieno di stelle, respiro l’aria fresca dell’oceano e mi sveglio con una nuotata nell’acqua limpida ogni mattina. Il grande senso di soddisfazione che ho conquistato inseguendo i miei sogni e vivendo un’esistenza semplice, a contatto con la natura, mi motiva a condividere la mia esperienza, nella speranza che possa ispirare gli altri”.
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