Quando la terra restituisce le più antiche statue (dopo quelle egizie) del bacino del Mediterraneo
Fino alla metà degli anni Settanta del Novecento si pensava che le statue di grandi dimensioni più antiche (dopo ovviamente quelle prodotte nell’antico Egitto) fossero il gruppo dei kouroi (fanciulli) e korai (fanciulle) greci, risalenti al VI secolo a.C.. Poi ci fu Mont’e Prama.
Arrivare in Sardegna
La seconda isola per estensione del Mediterraneo, nonché tra le più antiche di tutta Europa, è tra le mete più ambite del turismo estivo, tra spiagge da sogno e natura incontaminata. La Sardegna però è anche altro: è un miscuglio indissolubile di storia e misteriose leggende che rivivono fuori dai circuiti tradizionali.
Allora, per il vostro viaggio in questa terra tenete in considerazione un aspetto: è vero che il trasporto aereo è molto più veloce (e spesso anche economico) rispetto a quello via nave, ma solo il mare potrebbe consentirvi di portare da casa la vostra automobile, così da essere totalmente liberi di esplorare la Sardegna fuori dai suoi itinerari tipicamente turistici. Esistono infatti dei siti, tipo Direct Ferries, che si occupano di riunire in un solo portale tutte le offerte del settore marittimo (come ad esempio costi e frequenze dei traghetti Napoli Cagliari).
Tornando a Mont’e Prama
Mont’e Prama è semplicemente una località del comune di Cabras (provincia di Oristano), nella penisola del Sinis. Il fatto strano è che ha restituito a partire dal 1974 in maniera del tutto casuale (mentre venivano arati i campi) oltre 5000 frammenti di statue a tutto tondo raffiguranti soggetti umani, soldati o guerrieri, e i modellini di alcuni nuraghi. Per quasi trent’anni non si è dato più di tanto peso alla scoperta, almeno fino al 2005, anno in cui è iniziato un vero e proprio studio di tutti i frammenti.
Il risultato di tale ricerca ha dell’incredibile: trentotto statue a tutto tondo, alte tra i due e i due metri e mezzo, che possono essere definite senza dubbio tra le più antiche di tutto il Mediterraneo (seguono la produzione egizia e precedono i soggetti della Grecia arcaica) e sembrerebbero risalire ad un periodo che abbraccia il XIII e il IX secolo a.C..
I soggetti identificati rappresentano cinque arcieri, sedici pugili, quattro figure umane indefinite e tredici modelli di nuraghe. Al termine dello studio una parte delle statue sono state esposte al museo archeologico nazionale di Cagliari e le altre nel museo civico Giovanni Marongiu di Cabras.
Ovviamente la storia non finisce qui: non sono state trovate solo le sculture, ma una intera necropoli di epoca nuragica (ancora in fase di studio) sormontata proprio dai resti di un nuraghe. Le tombe erano quasi tutte a pozzetto coperte da lastroni e al loro interno il defunto riposava seduto o inginocchiato. Quasi tutti gli individui sembrano essere di sesso maschile e con una muscolatura molto sviluppata. Guerrieri? Soldati? Forse sì e le statue erano pensate proprio per adornare la necropoli.
Mont’e Prama è solo uno dei misteriosi siti dell’oscura età nuragica, che lascia ancora tanti dubbi. Come erano fatte le popolazioni di quel periodo? Com’era la loro struttura sociale? In cosa credevano e quali erano i loro riti? Qual era lo scopo dietro la costruzione dei nuraghi e che cosa provocò la loro fine?
Forse non troveremo mai una risposta definitiva a queste domande, ma non bisogna mai disperare: storici e archeologi sono ancora al lavoro, su Mont’e Prama e su decine di altri siti ancora sconosciuti. Per quello che ci riguarda, tra un aperitivo e una serata in discoteca, rendiamo omaggio ai Kolossoi (come li aveva chiamati l’archeologo Giovanni Lilliu) e al loro sguardo enigmatico, rivolto verso un passato che forse non conosceremo mai del tutto.