“Tutto è uno”: Tiziano Terzani spiega l’armonia degli opposti

Nel mondo occidentale tendiamo a considerare ogni aspetto della vita come se fosse un bivio. Davanti a noi abbiamo due strade che ci porteranno inevitabilmente in due direzioni completamente opposte. È una dicotomia che affonda le sue radici in ogni aspetto delle nostre esistenze, che sia l’ambito lavorativo, quello amoroso o quello personale.

Vediamo il mondo in “bianco o nero“, come se tutto fosse dominato da opposti in totale contrapposizione tra di loro. E crediamo di poter sempre scegliere tra bianco o nero, anzi, crediamo di doverne scegliere perché una cosa esclude l’altra.

Ma è davvero così? La vita si snoda attraverso una serie infinita di “aut aut“?

Secondo molte culture asiatiche non è così. La realtà viene vista come un dualismo tra “bianco e nero” non come una contrapposizione tra “bianco o nero“. Gli opposti esistono, è impossibile negarlo, ma perché mai dovrebbero essere in contrapposizione tra di loro? Perché non può esistere una armonia tra gli opposti?

Tiziano Terzani, un uomo che fece dell’esplorazione, della scoperta e della conoscenza una missione di vita, spiegò nella sua ultima intervista che l’armonia degli opposti esiste ed è rappresentata perfettamente da un antico e affascinante simbolo cinese: Yin e Yang.

Utilizzò un’espressione precisa: “tutto è uno“. La realtà, per quanto composta da cose molto differenti tra di loro, si può comunque inquadrare in un tutto composto da elementi opposti ma in armonia tra di loro. Il sole e la notte, ad esempio, oppure il maschile e il femminile. Ma anche il piacere e il dolore. La felicità e l’infelicità.

L’idea è che ci siano due opposti, ma nel momento in cui si incontrano, si incastrano alla perfezione. Così generano una armonia, non una frizione.

Accettare la visione del “Tutto è uno” è molto utile per imparare ad affrontare le cose della vita, belle o brutte che siano. Accettare che non esiste bianco senza nero e non esiste nero senza bianco significa generare una profonda consapevolezza, proprio quella che caratterizzò il modo in cui Terzani affrontò il tumore.

Queste sono le sue splendide parole dello scrittore fiorentino sulla teoria del “Tutto è uno“.

Tiziano Terzani spiega l’armonia degli opposti

Questo è un grande concetto che la cultura occidentale ha dimenticato, ma che aveva in sé: tutto è uno. Questa idea della dicotomia è profondamente sbagliata, niente meglio di un grande simbolo asiatico, cinese, questa ruota dello Yin e lo Yang rappresenta come la vita, l’Universo, è l’armonia degli opposti.

 

Perché non c’è acqua senza fuoco, non c’è femminile senza maschile, non c’è notte senza giorno, non c’è bene senza male. Questo simbolo è perfetto, perché il bianco e il nero si abbracciano e all’interno del nero c’è un punto di bianco e all’interno del bianco c’è un punto di nero.

 

C’è una faccenda sulla quale non riflettiamo mai noi che inseguiamo il piacere in ogni modo: non c’è piacere senza sofferenza. E non c’è sofferenza senza piacere! Solo quando lo capisci, godi del piacere e accetti la sofferenza.

 

Noi non accettiamo che la nostra vita abbia in sé la sofferenza. Non lo accettiamo, non ci piace! E allora prendiamo una pasticca contro questo, iniezioni contro quell’altro, droghe, gioie effimere… per nascondere la realtà che accanto al piacere c’è la sofferenza.

Come applicò questa consapevolezza nell’affrontare il cancro

Quando mi sono reso conto di tutto questo, ho capito che era assolutamente inutile continuare. Perché c’è sempre qualcuno che ti dice: “Ma come, non sei stato in America Latina da quella vecchia con la barba in cima alla montagna? O in Siberia, dove c’è quello sciamano di trecento anni che ha guarito il cancro?” A un certo momento ho detto basta: non voglio più sapere niente di tutto questo. Perché ho capito che non è la cura che dovevo cercare, ma la guarigione. E la guarigione è la ricostituzione dell’equilibrio, che chiaramente si era rotto in me.

 

I medici ti raccontano dei geni, del sistema immunitario… ma è come aprire una porta ed entrare in una stanza dove c’è un’altra porta da aprire. C’è sempre un’altra spiegazione perché manca l’ultima spiegazione ed è questo il bello di noi esseri umani.

La bellezza di imparare ad accettare il mistero

Arrivi a un punto in cui devi riconoscere che c’è un mistero che non capiremo mai. Accettiamo il mistero, crediamo al mistero senza pretendere di svelarlo. Allo stesso modo, non cerchiamo una cura ma cerchiamo la guarigione.

 

Io ormai ho capito che il fine della mia vita è un’armonia. Mi circondo della gente a cui tengo e mi preparo a questo ultimo passo della vita senza angoscia, senza la pretesa che troverò una cura.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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