“Da due anni vivo e viaggio da sola in un van. La libertà di fare ciò che vuoi è felicità”

IG @clarissakiing

Anche se siamo nel 2019, ci sono molte persone convinte che una ragazza da sola sia costantemente in pericolo, come se non si trattasse di un essere umano adulto e indipendente ma di una creatura debole e fragile che andrebbe protetta.

È una convinzione molto comune, specialmente nel nostro paese, che talvolta si trasforma in un odioso modo di ragionare, quello del “poi non ti lamentare se ti succede qualcosa” o ancora peggio “se l’è andata a cercare”.

La realtà, però, è ben diversa e come scrivo nel mio libro “Le coordinate della felicità“, il modo migliore per scoprire la realtà del mondo è viaggiare. Viaggiando, scoprirai che è pieno di donne di ogni età che, da sole, riescono a fare qualsiasi cosa senza alcun problema, anche ciò che molti ritengono rischioso e non per tutti.

Viaggiare in solitaria, ad esempio, ma anche vivere da sole in un vana. Più ancora del viaggiare, questo stile di vita è visto come un azzardo per una ragazza non accompagnata. Eppure il mondo è pieno di intraprendenti vanlifers che non hanno bisogno di niente e nessuno per poter vivere on the road.

È questo il caso di Clarissa, una ragazza canadese che un paio di anni fa ha preso una decisione molto alternativa: trasferirsi a vivere in un van. E oggi, dopo due anni di Vanlife, non tornerebbe mai indietro.

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Un van per viaggiare e vivere libera

Due anni fa Clarissa aveva 22 anni. Il suo desiderio più grande era di poter vivere liberamente, perché la prospettiva di vivere un’esistenza tradizionale non la rendeva particolarmente felice. Veniva da una piccola città dell’Ontario, dove c’era poca natura e tanto cemento. Clarissa voleva viaggiare, era questo il suo obiettivo, ma senza andare dall’altra parte del mondo e spendere tutti i suoi soldi in hotel e voli aerei.

Come realizzare questo sogno? Con un van.

“Avevo letto la storia di un tizio che aveva deciso di vivere dentro la sua automobile per poter viaggiare low cost. Mi era sembrata una cosa bellissima”, dice Clarissa. “Però non volevo vivere in auto. Ho quindi iniziato a cercare tra i camper e i van, finché ne ho trovato uno che mi ha colpito subito: un Dogde Ram Roadtrek II del 1983. L’ho acquistato per $5.000 da un signore anziano che lo aveva conservato benissimo. L’ho chiamato “Nancy Jean” e da due anni è la mia casa”.

Infatti, inizialmente Clarissa voleva solo viaggiare nel van. La prima estate ha viaggiato dal Canada al sud della California, vivendo on the road e godendo di tutta la bellezza della costa occidentale americana. Alla fine, però, ha deciso di trasformarlo ufficialmente nella sua casa.

È successo quando, dopo aver finito i soldi per viaggiare, si è resa conto che non c’era nessun motivo per tornare in Ontario. Poteva fermarsi dove voleva e lavorare, perché avrebbe vissuto a bordo del suo van.

“Venivo da una piccola cittadina dell’Ontario e quando sono arrivata a Victoria, nel British Columbia, mi sono letteralmente innamorata. È un posto che trovo meraviglioso: il mare, i boschi, le montagne, tanta natura ovunque. Così ho deciso di fermarmi qui“.

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Fermarsi e lavorare, pur vivendo in un van

Leggendo questo tipo di storie, molti si chiedono come facciano i vanlifers a mantenersi. La risposta è molto semplice: come tutti gli altri, ovvero lavorando. Clarissa si è fermata a Victoria e ha subito cercato lavoro. Oggi ne svolge addirittura due, per potersi mantenere e mettere soldi da parte in vista del prossimo grande viaggio.

Quando stacca dal lavoro, però, non torna in una vera e propria casa ma sale a bordo del suo van. Che è a conti fatti la sua casetta.

“L’ho camperizzato e oggi ho un frigorifero, una cucina, un impianto di riscaldamento e un bagno da campeggio, di quelli portatili. L’energia è in parte solare e in gran parte generata dalle bombole a gas, che alimentano, ad esempio, il frigo e il riscaldamento. Ho i miei vestiti, le mie cose e tutto quello che mi serve”.

Clarissa vive da sola a bordo di un van e non crede che questo stile di vita sia pericoloso. Anche se ovviamente ci sono degli aspetti da considerare.

“Vivo in Canada, quindi gli inverni possono essere particolarmente duri in van. Inoltre, quando qualcosa si rompe, non essendo una donna molto pratica, devo rivolgermi a qualcuno. Ci provo ad aggiustare le cose da sola ma non ci riesco spesso! Altri aspetti negativi? L’anno scorso ho subito un’operazione all’appendicite e sono stata a riposo per una settimana, quello è stato l’unico momento in cui il van mi è sembrato un po’ troppo stretto”.

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La Vanlife ti permette di vivere ovunque tu voglia

Ma a parte questo, la Vanlife ha solo aspetti positivi. Uno di questi è molto pratico: non potrebbe mai permettersi una casa a Victoria, né ha intenzione di rinunciare a gran parte dello stipendio per pagare l’affitto. Il van le permette di vivere in questa città considerata esclusiva e tagliare molte spese per avere più soldi per ciò che la rende felice.

“Di notte parcheggio vicino ai parchi e nelle zone tranquille e poco trafficate, ma possibilmente sicure. Poi al mattino mi alzo presto e vado a cercare un bagno pubblico, ce ne sono molti. Qui a Victoria non puoi sostare nelle zone residenziali ma c’è una strada dove si radunano molti vanlifers e quella è stata, negli ultimi due anni, la mia base. Ci sono molti vanlifers perché le case costano tantissimo. Vivere in un van ti aiuta a risparmiare soldi, se sai come farlo. Ma voglio essere onesta: ho 24 anni e mi piace uscire alla sera e andare a mangiare fuori, quindi non è che risparmio moltissimo”.

“Vivere in un van significa fare quello che ti piace”

La sua non è quindi solo una storia di viaggio, ma anche di vita. Una vita alternativa che, come è successo anche a me, le ha dato molta più felicità di quanto le avrebbe dato una vita tradizionale. Perché, come scrivo nel mio libro, quando scegli una vita diversa dalle altre ti stai costruendo una vita basata sulle tue passioni. La senti tua, in essa ti ritrovi come difficilmente riusciresti a ritrovarti in una vita stereotipata.

“Ciò che più amo del van è che lo sento mio. L’ho creato io, l’ho arredato io, ci sono le cose che ho scelto io. Ho tutto ciò che mi serve. E poi la libertà, che è fantastica anche se ora non me la sto godendo per viaggiare perché sto lavorando. Ma vivere in un van va oltre il viaggio, non devi fare migliaia di chilometri ed esperienze estreme. Vivere in un van significa semplicemente fare quello che ti piace. Vivere la tua vita nel modo in cui vuoi è felicità”.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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