Quando prendiamo una decisione importante o semplicemente vogliamo festeggiare un traguardo inseguito a lungo, dovremmo sempre fare un viaggio.
Partire, allontanandosi da tutto e tutti, è il modo migliore per assumere un punto di vista distaccato su noi stessi e la nostra vita.
Quando viaggiamo la nostra mente è libera di vagare e fluttuare da un pensiero a un altro, di prospettiva in prospettiva. Niente più di un viaggio è in grado di chiarirci le idee e dare ufficialmente il via a una nuova fase della nostra esistenza.
Che sia una laurea, un matrimonio o un nuovo lavoro, viaggiare ci porta via e ci rigenera nel corpo, nella mente e nell’anima.
Quando un viaggio è un nuovo inizio
Milioni di persone in tutto il mondo hanno scelto di celebrare un nuovo inizio con un viaggio.
A volte scegliendo mete rilassanti, altre volte cercando l’avventura. E poi c’è chi parte senza sapere la destinazione finale. Chi vuole viaggiare per il semplice gusto di farlo: mettersi on the road e provare quel brivido tipico di coloro che inseguono terre sconosciute, lontane e affascinanti.
È questo il caso di Foster Huntington, un ragazzo che ha deciso di cambiare completamente la sua vita, partire per un lungo viaggio senza una meta precisa e infine trasferirsi a vivere in una meravigliosa casa sull’albero.
Licenziarsi e cambiare vita
Nel 2011 Foster lavorava a New York per Ralph Lauren.
Era un designer di successo, ma passava tutte le sue giornate chiuso in un ufficio. Sentiva che la vita gli stava scivolando via velocemente in quelle quattro pareti.
Ogni giorno si alzava con sempre meno voglia di andare a lavorare, e in ufficio si costringeva a trovare nuovi metodi per accendere la sua fantasia, ormai spenta da una vita tutta uguale.
Un giorno Foster si è reso conto che non poteva più proseguire in quel modo. L’insofferenza era troppa. Doveva fare qualcosa, e doveva farlo subito.
PERCHÉ LICENZIARMI E VIAGGIARE È STATA LA MIGLIOR SCELTA DELLA MIA VITA
Così, senza pensarci due volte, si è presentato in ufficio e si è licenziato.
Una scelta di vita rischiosa, che molti giudicherebbero insensata. Eppure, chi non ha mai pensato almeno una volta di licenziarsi e mollare tutto?
Foster voleva tornare ad avere tempo libero per sé e per le sue passioni.
Aveva bisogno di schiarirsi le idee per capire se quella era la vita che lo soddisfaceva. Con l’ombra dei rimpianti che lo avvolgeva sempre di più nella sua routine di città, fatta di casa-uffici/ufficio-casa, sentiva il desiderio di scoprire mondo, incontrare persone, fare esperienze indimenticabili.
In poche parole, aveva bisogno di un viaggio per ritrovarsi.
Vanlife
Nel 2011, pochi giorni dopo essersi licenziato, ha acquistato d’impulso un vecchio van della Volskwagen.
Dopo averlo visto in vendita, aveva deciso nel giro di cinque minuti che quella sarebbe diventata la sua nuova casa: aveva tante cose che non funzionavano, ma in realtà aveva tutto ciò che cercava.
Perché in fin dei conti non gli interessava il lusso del suo appartamento di New York: in quel momento della sua vita voleva solo essere libero.
Per più di due anni, l’ex designer ha vagato per gli Stati Uniti d’America con il suo furgoncino. Una vita nomade, come non avrebbe mai immaginato di fare: si svegliava con il sole che sorgeva, esplorava la zona in cui si trovava e poi ripartiva alla ricerca del prossimo orizzonte.
Con il suo van ha percorso più di 150.000 km negli Stati Uniti, facendo tutto ciò che aveva sempre desiderato. Tutto ciò che la sua vecchia vita gli aveva impedito di provare, costretto com’era a dover rispondere costantemente a decine di responsabilità.
Quando una passione diventa un lavoro
Il suo viaggio è durato due anni, nei quali il campeggio, il surf, l’hiking e la Vanlife sono diventati i pilastri della sua esistenza.
Nel 2013 ha lanciato una campagna di crowdfunding (che ha raccolto $65.000) per finanziare un book fotografico del suo viaggio, all’interno del quale ha raccolto le storie di chi, come lui, vagava per l’America a bordo di camper e van.
Il successo di questo progetto lo ha spinto a non tornare a New York.
Foster voleva essere un vero creativo, non definirsi designer per poi passare gran parte delle sue giornate (e della sua vita) chiuso in un ufficio.
Così ha deciso di provarci: al termine del viaggio avrebbe provato a diventare un fotografo professionista.
Prima, però, doveva trovare il luogo giusto dove fermarsi.
Alla ricerca di un posto da chiamare casa
Non voleva tornare a vivere nella giungla cittadina, perché la Vanlife gli aveva fatto (ri)scoprire la bellezza della vita in mezzo alla natura e il valore della libertà dello spazio personale.
Continuando a seguire il suo istinto, fregandosene del giudizio altrui, nel 2014 Foster ha iniziato a costruire personalmente la sua casa.
Voleva che la sua abitazione fosse esattamente come l’aveva sempre desiderata e quando si rese conto che solo da bambini esprimiamo i nostri desideri senza filtri, in maniera diretta, si ricordò del suo sogno d’infanzia: vivere in una casa sull’albero. Dopo pochi secondi aveva deciso che lo avrebbe realizzato da adulto.
Una casa sull’albero da favola
Con l’aiuto di un amico architetto e di sua madre, esperta carpentiera, Foster ha iniziato a costruire una casa su un terreno appena acquistato. Si tratta di una zona immersa nei boschi dell’Oregon, a due passi dal fiume Columbia River George e a 20 minuti di automobile da Portland.
In realtà le case che ha costruito sono due, entrambe completamente in legno: una più grande, posta più in alto, l’altra più piccola e situata su un albero più basso. Le due casette hanno un design semplice ma raffinato, e sono collegate tra loro da un ponte in legno.
Dal momento che questo luogo avrebbe rappresentato la realizzazione di tutti i suoi desideri, Foster non avrebbe permesso ai pregiudizi di fermarlo. Per questo motivo ha fatto costruire una pista da skateboard (che funge anche da piscina) e una jacuzzi con una vista mozzafiato sui boschi dell’Oregon.
La sua casa è venuta alla perfezione ed è un luogo semplicemente meraviglioso.
Dopo essersi licenziato e aver viaggiato per tre anni a bordo di un van, Foster ha deciso di fermarsi. Ma alle sue condizioni: viaggiare gli ha insegnato l’importanza di sentirsi liberi e in questo luogo immerso nella natura ha capito che la casa non è un edificio, ma una sensazione.
Photo credit: Foster Huntington