Dal Portogallo al Vietnam, il viaggio in treno più lungo al mondo

Negli ultimi decenni, l’aereo è diventato il mezzo di trasporto più veloce e utilizzato al mondo. Questo perché, con l’avvento di Internet, i biglietti hanno subito un netto calo nel prezzo: se una volta viaggiare in aereo era un’attività esclusiva, oggi chiunque può farlo spendendo anche poche decine di euro.

Personalmente, non amo molto prendere l’aereo. È un mezzo freddo, per nulla romantico, quasi brutale: sali in un posto, ti ritrovi chiuso in una cabina pressurizzata per ore e ore, poi scendi e come per magia sei a migliaia di chilometri di distanza. Non hai visto il paesaggio mutare, né hai potuto osservare l’evoluzione dei tratti somatici o i diversi accenti dei nuovi passeggeri.

Ti sei teletrasportato senza aver assaporato il viaggio. Ecco perché molti viaggiatori preferiscono altri mezzi. Io amo la Vanlife, ad esempio, ma anche il treno mantiene sempre quel vecchio fascino che spinge milioni di persone a preferirlo ad altri mezzi di trasporto.

Perché in treno, c’è il tempo di assaporare lo scorrere del tempo e le distanze, e a ogni fermata si entra in contatto con mille culture diverse. Per questo motivo, negli ultimi anni il treno è tornato ad essere un mezzo molto popolare tra i viaggiatori, in particolare tra coloro che desiderano viaggiare lentamente.

In questo senso, uno dei giri in treno più incredibili è quello che collega il Portogallo al Vietnam. Non molti sanno, infatti, che partendo da Porto è possibile raggiungere Ho Chi Minh City prendendo solo treni.

Portogallo – Vietnam in treno: il percorso

Questo viaggio sensazionale inizia con una prima tratta piuttosto semplice: dal Portogallo alla Polonia. Si inizia da Porto e ci si sposta fino a Coimbra.

Da lì si raggiunge la Spagna attraverso Salamanca, per poi entrare in Francia via Hendaye. In Francia si cambia treno e si prende il TGV con destinazione Parigi; il viaggio dura sei ore.

La prima tratta si muove sempre verso nord, pertanto dalla Francia si passa per Bruxelles e Liegi in Belgio (senza scendere), si transita da Amsterdam e ci si ferma a Colonia, in Germania.

Da lì si prende il treno diretto per Varsavia, che passa da Dortmund, Hannover e Berlino, per poi entrare in Polonia e attraversare Rzepin e Pozan. Complessivamente, per raggiungere Varsavia partendo da Porto ci vogliono 44 ore.

Una volta in Polonia, ci sono due opzioni per raggiungere la Russia: una è attraversare la Bielorussia, l’altra è passare dai paesi balcanici. La seconda opzione, che è anche la più lunga, ci permette di arrivare a Mosca dopo 26 ore di viaggio.

Il viaggio in treno più lungo al mondo

Dalla capitale russa si può scegliere di prendere la leggendaria Transiberiana (la ferrovia che nello scorso secolo rappresentava un ponte storico tra Occidente e Oriente) per arrivare a Pechino, oppure la Transmongolica, che passa appunto per la Mongolia.

La rotta più lunga è la seconda: si passa per Perm, Yekaterinburg, Omsk, Novosibirsk e Ulan-Ude.

Da qua si entra in Mongolia, si percorre l’intero paese dell’Asia Centrale e si attraversa il confine con la Cina. In questo modo, ci si sposta da Mosca a Pechino, un lungo e affascinante tratto del viaggio che porta alla fase conclusiva.

Da Pechino si prende infatti il penultimo treno, che passa da Zhengzhou e arriva ad Hanoi.

L’ultimo treno è quello che collega la capitale del Vietnam, un paese che ho amato profondamente e di cui parlo a lungo nel mio libro “Le coordinate della felicità”.Ho Chi Minh City, per l’esattezza, dove questo epico viaggio in treno si completa: così si arriva nel Sud-Est Asiatico partendo dall’Europa.

Non è un’avventura per tutti: c’è bisogno di spirito di adattamento e di una cifra non indifferente per completare il giro. Ma al tempo stesso si tratta di un viaggio indimenticabile lungo 17.000 chilometri e almeno 33 giorni consecutivi on the road.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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