Lavora, risparmia, viaggia: così ho vissuto gli ultimi 6 anni tra Australia, Asia e Messico

Per la maggior parte delle persone, viaggiare è un ottimo modo di investire il proprio tempo libero.

Qualcuno lo chiama vacanza, qualcuno fuga e altri addirittura terapia. La verità è che il viaggio può essere tante cose, talvolta persino il momento di svolta della propria esistenza.

Capita di partire con delle convinzioni e tornare a casa con una mente fresca, aperta e piena di idee.

A volte capita anche di non tornare proprio, perché il viaggio può portarci sulla strada che desideriamo davvero prendere nella nostra vita. Ci mostra che tutto è possibile e che le barriere non esistono per chi ha il coraggio di provarci.

È quello che è successo a me quando ho lasciato l’Australia come un ventenne impaurito e sfiduciato e non sono mai più tornato sui miei passi  ma è ciò che succede a tante persone da ogni parte del mondo. Alcuni utilizzano piattaforme di scambio lavoro-viaggio (come questa) ma c’è anche chi fa del Working Holiday Visa uno stile di vita.

Laura Bronner appartiene a questa categoria: una ragazza che sei anni fa è partita per quello che doveva essere un semplice viaggio e da allora non è più tornata alla sua normalità.

Hai presente l’espressione “mollare tutto?” È proprio ciò che ha fatto Laura, ricevendo in cambio la vita dei suoi sogni.

Un biglietto di sola andata per cambiare vita

Tutta la sua storia, persino l’idea del viaggio, nacque dalla volontà di passare più tempo con il suo fidanzato Luke, che all’epoca viveva in un’altra nazione. D’altronde, come scrivo anche nel mio libro “Le coordinate della felicità“, il tempo è quanto di più prezioso abbiamo e il nostro compito è di valorizzarlo ogni giorno. Non c’è somma di denaro in grado di giustificare la quasi totale assenza nella vita delle persone che amiamo.

“Avevo 22 anni e mi ero appena laureata. Da due anni avevo una relazione a distanza con il mio fidanzato. Eravamo stufi di spendere tutti i nostri soldi in voli e tutto il nostro tempo su Skype. Così abbiamo deciso di comprare un biglietto di sola andata per la Nuova Zelanda”.

“Doveva essere un viaggio di un solo anno“, scrive sul suo blog. “Credevo che avremmo passato solo qualche mese in Nuova Zelanda per lavorare, con l’obiettivo di risparmiare abbastanza per viaggiare in Australia e nel Sud-Est Asiatico per il resto dell’anno”.

L’obiettivo era piuttosto semplice: scoprire la Nuova Zelanda lavorando, accumulare abbastanza denaro per visitare l’Australia e parte dell’Asia, e infine tornare a casa. Invece, quel viaggio stravolse completamente la sua vita.

“Invece di stare pochi mesi, siamo rimasti un anno in Nuova Zelanda

“Il fatto è che ho amato davvero tanto la Nuova Zelanda. La adoravo, letteralmente. Amavo il modo in cui ragionavo quando ero lì. Qualcosa si accese nella mia testa, forse il fatto di essere in un luogo completamente nuovo, sta di fatto che iniziai a desiderare profondamente di visitare nuovi posti ogni weekend, di essere una vera viaggiatrice, anche se ero nel paese per vivere e lavorare. Così, invece di stare per pochi mesi, abbiamo deciso di restare per un intero anno in Nuova Zelanda“.

Con il Wanderlust che cresceva in loro, Laura e il suo fidanzato hanno trascorso l’anno in Nuova Zelanda facendo due cose: risparmiando e visitando il paese in lungo e in largo.

“Ogni weekend andavamo da qualche parte, guidavamo lungo la costa, scalavamo le montagne, giravamo in barca nei fiordi e ci gustavamo il vino locale. In quell’anno in Nuova Zelanda sono riuscita a risparmiare 10.000 dollari neozelandesi lavorando per otto mesi e viaggiando per i restanti quattro. E guadagnavo poco più del minimo salariale”.

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Lavora, risparmia, viaggia… in Australia

Dopo il primo anno in Nuova Zelanda, la coppia si è trasferita in Australia. Lì ha ripetuto la formula magica: lavora, risparmia, viaggia.

Siamo stati due anni in Australia, vivendo, lavorando e viaggiando. Proprio come in Nuova Zelanda avevamo questo desiderio di esplorare il paese al massimo delle nostre capacità. Luke e io abbiamo impiegato il nostro tempo libero viaggiando e visitando, da Melbourne a Sydney a tutti i luoghi che riuscivamo a scoprire. Siamo stati anche a Bali, ad esempio”.

Sette mesi di viaggio senza interruzioni

Nei due anni trascorsi in Australia, Laura ha messo da parte 15.000 dollari australiani. Una cifra che molti ritengono impossibile da accumulare in Italia ma se anche fosse, come spiego anche nel mio libro, non siamo alberi: possiamo muoverci, se siamo infelici dove ci troviamo. Dovremmo, muoverci.

Andare a vivere per un periodo all’estero non richiede molti soldi, ma solo la giusta dose di coraggio. Anche così si finanziano i sogni.

Ma dopo aver messo da parte una certa cifra cosa si fa? Laura e il suo compagno hanno continuato a fare ciò che desideravano: viaggiare. Perché a cosa serve lavorare e risparmiare se poi non ti godi la vita?

“Dopo aver lasciato l’Australia, per sette mesi non abbiamo più lavorato. Abbiamo viaggiato per gli Stati Uniti e il Regno Unito prima di trasferirci in Corea del Sud“.

Lavorare e risparmiare in Corea del Sud…

Il motivo di questa destinazione non propriamente popolare è molto semplice: dovevano ripetere l’iter che gli aveva permesso di viaggiare nei precedenti quattro anni. Lavorare, risparmiare e viaggiare.

“In Corea abbiamo lavorato come insegnanti di inglese in un piccolo paese. Avevamo l’affitto pagato e guadagnavamo circa $2.000 al mese. Faticavamo anche solo a spendere uno dei due assegni ogni mese visto il costo della vita. Mangiavamo fuori casa quattro o cinque volte a settimana, uscivamo a bere con gli amici ogni weekend e ogni volta che ne avevamo voglia potevamo girare per il paese, riempiendo le nostre pance di cibo delizioso”.

Una vita da sogno, eppure alla portata di tutti: per diventare insegnati di inglese in Corea del Sud è richiesto esclusivamente il certificato TEFL. Hanno vissuto nel paese orientale per un anno, risparmiando più di $30.000 in due. A quel punto hanno deciso nuovamente di smettere di lavorare per viaggiare.

… viaggiare per tutta l’Asia

“Con quei $30.000 abbiamo visitato l’Asia per cinque mesi: prima in Giappone, poi a mangiare di tutto a Taiwan. E ancora: abbiamo imparato a fare diving nelle Filippine, ci siamo fatti strada in bus in Vietnam, ci siamo innamorati della Cambogia, abbiamo fatto immersioni e gustato delizioso cibo in Thailandia e ci siamo chiesti se possa esistere un luogo più straordinario del Laos“.

Laura definisce quei cinque mesi “il periodo più illuminante della sua vita”. Viaggiare per l’Asia con i soldi che si era guadagnata in Corea del Sud insegnando inglese le ha permesso di aprire ulteriormente la sua mente.

A quel punto si è resa conto di aver realizzato qualcosa che la maggior parte delle persone ritiene impossibile: viaggiare e lavorare per più di cinque anni. Così si è chiesta: perché fermarsi?

Lavorare in remoto ma soprattutto essere felici

“Ed eccomi qui, oggi, sei anni dopo essere partita per la Nuova Zelanda”, scrive oggi sul suo blog. “In questo momento sono nel mio appartamento di Mexico City. Il sole splende in cielo, siamo ad ottobre e ci sono 24 gradi. Probabilmente tra poco farò una passeggiata per salutare i miei vicini”.

“Luke ha trovato un lavoro qui, e lo adora“, prosegue. “Io mi guadagno da vivere lavorando in remoto al pc. Sul conto in banca ho ben più dei $2.500 con cui partii sei anni fa. Ma soprattutto, non mi sono mai sentita così bilanciata e felice“.

“Non posso credere di avere una vita del genere. Ho la possibilità di vivere come voglio, e tutto grazie a quel biglietto aereo di sola andata per la Nuova Zelanda“.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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