Ci sono tante persone che si pongono domande scomode sulla vita, in particolare se il modo tradizionale di intendere la vita sia effettivamente quello giusto.
Tutti, dai genitori agli insegnanti alle istituzioni, ti dicono che il percorso corretto è quello che prevede un titolo di studio, un buon lavoro, una famiglia da Mulino Bianco e una vita senza disagi ma nemmeno senza eccessi. Una vita normale, insomma, fatta di situazioni sicure e un po’ noiose e relazioni ripetitive e un po’ banali.
Ma è davvero questo il modo giusto di valorizzare il nostro tempo su questa terra? È seguendo le regole scritte da altri che possiamo realizzarci e dare un senso alla nostra vita?
Per molti, la risposta è no.
Ribellarsi e cercare la felicità: la storia di Andrea e Federica
Il numero di persone che si ribellano a questa concezione è in grande aumento e tra questi ci sono anche Andrea e Federica, una coppia di Milano.
La loro potrebbe sembrare l’ennesima storia del tipo “molliamo tutto e viaggiamo“, ma ciò che li differenzia dagli altri sono le motivazioni: per loro il viaggio non è un semplice svago, ma un gesto di ribellione.
“Perché abbiamo mollato tutto? Volevamo fare il giro del mondo alla ricerca della vera felicità“, mi rispondono dall’India. Una risposta semplice e diretta, eppure al tempo stesso molto riflessiva in un periodo storico nel quale abbiamo tutto ma viene naturale sentirci in colpa di voler essere felici.
“Abbiamo sempre seguito le “istruzioni” alla lettera, studia-lavora-trovati un casa, convinti che fosse l’unico stile di vita possibile, perché dopotutto è quello che la società ci insegna sin da piccoli. Poi ci siamo resi conto che così non avremmo mai trovato la vera felicità e abbiamo iniziato a cercarla altrove“.
“Non è questa la vita che sognavamo”
Per loro viaggiare è ricerca della felicità, una ricerca che hanno iniziato da qualche anno con una presa di coscienza.
“Di sicuro non è accaduto tutto in una notte, è stato un processo lento e faticoso. Tutto si svolgeva ormai in auto-pilota in attesa del weekend, delle agognate ferie d’agosto e quelle di Natale, delle brevissime boccate d’aria dopo un anno di lavoro come fosse un premio di consolazione per aver tenuto duro, e poi giù ancora, a trattenere il respiro fino al prossimo breve attimo di libertà”.
“Con il passare del tempo, la routine prende il sopravvento ed inizi a chiederti se questo è tutto ciò che vuoi dalla tua vita“.
Le domande scomode
Spesso il cambiamento nasce da domande scomode, le stesse che si sono fatti Andrea e Federica.
“Abbiamo iniziato a chiederci dov’erano finiti tutti i nostri sogni. Dovevamo accontentarci di vivere un’esistenza piatta aspettando la pensione? In questo modo solo a 70 anni saremmo tornati ad essere i padroni del nostro tempo, o almeno di quello che ci sarebbe restato. Abbiamo capito che non ne valeva la pena“.
Cosa sognavano questi due ragazzi di 32 e 27 anni? Una vita straordinaria. A differenza di tanti altri, hanno però scelto di provare a realizzarla e non limitarsi a sognarla.
“Non era così che avevamo immaginato il nostro futuro, noi sognavamo una vita straordinaria, degna di essere vissuta, ricca di avventure incredibili ed incontri pazzeschi, di quelle che si raccontano ai nipotini, di quelle che si leggono nei libri. In fin dei conti, che ci stiamo a fare al mondo se non facciamo di tutto per vivere e goderci la sua sconfinata bellezza?”
Quando inizi a ragionare in questo modo, tutto diventa una questione di priorità.
“Si trattava solo di scegliere cosa mettere al primo posto, a cosa dare più importanza: lo stipendio o le esperienze di vita? I soldi che vanno e vengono o il tempo, il bene più prezioso che abbiamo e purtroppo non possiamo recuperare? Abbiamo scelto di investire tutto ciò che avevamo per vivere davvero“.
Cercare la felicità, contro tutto e tutti
Così, Andrea ha deciso di licenziarsi dopo 12 anni trascorsi dietro una scrivania, 5 giorni su 7, dalle 09:00 alle 17:00. Federica, che aveva un lavoro più itinerante nel campo della moda, ha preso la stessa decisione. Poi, sono partiti.
“Viaggiare è sicuramente il modo più grande di abbracciare la vita, esattamente ciò di cui noi avevamo bisogno. Se dovevamo sognare e mollare tutto tanto valeva farlo in grande, ed il giro del mondo ci è sembrato l’unica vera possibilità in grado di spingerci a farlo”.
Licenziarsi e girare il mondo sembra fantastico in un primo momento, ma è anche terrificante: significa abbandonare tutte le certezze e affrontare l’ignoto. I tentacoli della comfort zone ti vogliono trattenere sul caldo divano di casa e sulla sedia incastrata dietro alla scrivania del tuo ufficio.
“Non è stato semplice decidersi, è necessario abbattere tutte le barriere mentali che ti impone la società, le paure dettate dalla sicurezza (che poi si sono rivelate vane) e incredibilmente anche quelle di chi ti sta intorno: stravolgere la vita in questa maniera destabilizza quella marea di persone che non avrebbero mai il coraggio di farlo nonostante la loro palese infelicità“.
“Le persone possono dare il peggio di sé quando si rendono conto che qualcun altro ha trovato il coraggio di cambiare. Eravamo molto spaventati, ammettiamolo, ma quando tocchi il fondo e arrivi al punto in cui restare fermi fa più paura del cambiamento, il gioco è fatto“.
Trip’N’Roll, il giro del mondo
Il loro giro del mondo è iniziato il 7 ottobre 2017 con un motto: It’s Never Too Late. Non è mai troppo tardi.
“Abbiamo pianificato tutto (o almeno quello che si può fare) in soli tre mesi ed il 7 ottobre 2017, il nostro progetto, Trip’N’Roll – It’s Never Too Late, ha preso vita. Abbiamo raggiunto la Cina via terra attraversando Ungheria, Polonia, Lettonia, Russia e Mongolia. Dopodiché Giappone, Nepal, dove abbiamo fatto volontariato in un orfanotrofio, ed attualmente siamo in India, la sfida più grande di ogni viaggiatore”.
“Ora vogliamo attraversare tutta l’Asia per poi spostarci nelle Americhe. Questo è il progetto a grandi linee, decideremo man mano perché concederci la libertà di modificare l’itinerario in qualsiasi momento è la parte più bella della nostra nuova vita”.
Il loro obiettivo è di fare il giro del mondo e dimostrare che viaggiare è tutta una questione di priorità.
“Il nostro obiettivo è completare il giro del mondo spendendo il meno possibile con qualsiasi mezzo, purché sia il meno costoso, e dimostrare che non occorre navigare nell’oro per viaggiare; si spende molto di più per due settimane in un resort ad agosto che in due mesi di viaggio zaino in spalla, come sempre è tutta questione di priorità!”
Girare il mondo in coppia
Andrea e Federica sono in viaggio da quasi sei mesi. Questo periodo di tempo è già stato sufficiente a insegnargli tante lezioni fondamentali, che non avrebbero mai appreso nella routine quotidiana.
“Prima di partire noi ci siamo detti “se non ci lasciamo a metà viaggio, dopo un’avventura del genere staremo insieme per sempre!” Dopo 5 mesi possiamo dire che non siamo mai stati così uniti, ma non è stato semplice all’inizio. Bisogna imparare a stare insieme 24 ore su 24, saper ascoltare l’altro, non far sempre prevalere la propria opinione e saper cedere quando serve”.
“Ora siamo completamente diversi rispetto ad un tempo, siamo diventati una persona sola, e grazie a questo viaggio abbiamo avuto la conferma di essere fatti l’uno per l’altra”.
Il viaggio come lezione di vita
La più grande lezione è però quella che hanno appreso sul senso della vita.
“Grazie a questa esperienza abbiamo imparato a rimetterci in gioco, ed è stato meraviglioso. Il viaggio è un maestro di vita che non smette mai di darti lezioni. Di errori ne abbiamo fatti tanti ma ogni volta ne usciamo cambiati, più forti, cresciuti”.
“Abbiamo imparato che si può vivere con molto meno di quello che crediamo, abbiamo imparato a lasciarci andare, a prendere la vita come viene, a non prendercela, a dare valore ad ogni istante, a rallentare. È stato come tornare sui banchi di scuola e abbiamo scoperto con immenso piacere quant’è bello studiare”.
Un gesto di ribellione, la decisione forte di mollare tutto e il giro del mondo. Andrea e Federica hanno sognato questo viaggio a lungo e oggi che lo vivono è tutto troppo bello per essere vero.
“Il momento migliore è ogni volta che entriamo in uno nuovo paese. Siamo fieri di noi per la strada percorsa ed eccitati al pensiero di ciò che ci aspetta. Quando ci guardiamo indietro, non ci sembra vero che proprio noi stiamo vivendo questo sogno“.
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