Certe storie non si raccontano soltanto con le parole, perché riguardano la storia, la cultura e la vita di un’intera parte di mondo. Si raccontano con il vento che soffia tra le montagne, con le mani rugose che stringono un piccolo seme come fosse un tesoro, con i canti che per millenni sono stati rivolti al cielo per ringraziare i doni della terra.
Uno di questi, è la quinoa. Spesso la confondiamo per un cereale, ma in realtà appartiene alla famiglia delle chenopodiaceae, come gli spinaci o la barbabietola. Viene considerato uno pseudocereale per le sue proprietà nutrizionali incredibili ed è un alimento figlio delle Ande, dal momento che viene coltivato e cresciuto a oltre 3.500 metri tra Perù, Bolivia ed Ecuador.
Gli Inca, popolo di guerrieri e di poeti, la chiamavano “chisiya mama”, la madre di tutti i semi. Non era solo nutrimento: era vita, dono sacro della Pachamama, la Madre Terra. Durante i riti di semina, sacerdoti e contadini si inginocchiavano sul suolo duro, offrendo libagioni di chicha – un antica bevanda alcolica – chiedendo al cielo di continuare a benedirli con un’abbondanza di quella che oggi chiamiamo quinoa.
Perché la quinoa è considerata un alimento speciale?
Per più di 5.000 anni, la quinoa ha sfamato interi popoli dell’America Latina, protetta dall’inaccessibilità delle Ande. Ma la storia, si sa, è piena di momenti di rottura, e quando i conquistadores spagnoli giunsero sulle Andmontagne, accecati dalla brama d’oro e potere, non compresero il valore di quei piccoli semi.
Vietarono la quinoa, considerandolo cibo per poveri, e relegandola all’oblio.
Eppure, come spesso accade con ciò che è autentico (e vietato), la quinoa non scomparve: i contadini, nella loro silenziosa saggezza, continuarono testardamente a coltivarla, convinti delle sue straordinarie caratteristiche nutrizionali.
Per secoli, dunque, la quinoa è stata coltivata quasi segretamente, senza suscitare l’interesse del mondo occidentale. Solo negli ultimi decenni il mondo moderno, smarrito nella sua corsa verso l’eccesso, è tornato a guardare indietro, cercando perle nascoste nella storia dei popoli non ancora travolti dal progresso estremo.
È stato così riscoperto quel seme dimenticato, insieme alle sue incredibili proprietà: proteine complete, tutti gli aminoacidi essenziali, assenza di glutine, una resilienza capace di sfidare la siccità e il gelo.
Nel 2013, persino l’ONU ha riconosciuto la sua importanza, proclamando l’anno internazionale della quinoa. Non solo per le sue qualità alimentari, ma per onorare la cultura dei popoli indigeni che, contro tutti, avevano custodito quel sapere antico.
Oggi, la quinoa ha attraversato oceani e continenti. È diventata globale, certo. Ma se chiudi gli occhi mentre la assapori, puoi ancora sentire l’eco delle montagne, il soffio del vento andino, e il battito discreto di mani che la raccolgono sotto un cielo sterminato.
I diversi volti della quinoa
Esistono due macrocategorie di quinoa: quella bianca e quella rossa. Vediamo in cosa differiscono e quali sono le loro proprietà.
Quinoa bianca
Tra tutte, è la più conosciuta e utilizzata. I suoi piccoli semi chiari, tendenti all’avorio, si aprono come minuscole spirali durante la cottura, sprigionando un profumo lieve, quasi di nocciola. Il sapore è delicato, gentile come una brezza d’estate, e la consistenza rimane leggera, quasi ariosa. È perfetta per chi cerca freschezza: insalate estive, piatti leggeri, combinazioni con verdure crude o saltate. Dal punto di vista nutrizionale, la quinoa bianca è una fonte straordinaria di:
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proteine di alta qualità, contenendo tutti e nove gli aminoacidi essenziali,
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fibre che favoriscono la digestione e il senso di sazietà,
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minerali come magnesio, ferro, zinco e potassio, fondamentali per il benessere muscolare e nervoso,
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vitamine del gruppo B, preziose per l’energia e il metabolismo.
Inoltre, la quinoa bianca ha un indice glicemico più basso rispetto a molti cereali raffinati, ed è completamente priva di glutine, rendendola ideale anche per chi soffre di celiachia o sensibilità al glutine.
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Quinoa rossa
Dal colore più intenso, che richiama le sfumature della terra andina al tramonto, la quinoa rossa possiede una struttura più compatta e una buccia leggermente più resistente. Durante la cottura, mantiene una consistenza soda e un cuore deciso, perfetto per piatti che richiedono corpo e masticabilità: zuppe rustiche, bowl nutrienti, ripieni vegetali, oppure come base per burger vegani.
Il suo gusto è più profondo, terroso, con leggere note di nocciola tostata, quasi come un racconto antico che si svela lentamente sul palato.
Dal punto di vista nutrizionale, la quinoa rossa offre:
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un contenuto proteico paragonabile alla bianca
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una concentrazione leggermente maggiore di antiossidanti naturali, come la betanina e altri flavonoidi
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un apporto più elevato di fibre insolubili, che aiutano la salute intestinale
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una carica minerale robusta, in particolare ferro e magnesio, indispensabili per la vitalità quotidiana
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come la sua sorella chiara, anche la quinoa rossa è naturalmente senza glutine e contribuisce a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue, favorendo un rilascio di energia graduale e costante.
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Ricetta: bowl salata vegana alla quinoa
La quinoa può essere utilizzata in mille modi in cucina, ma cosa c’è di meglio, specialmente con l’estate che avanza, di una fresca bowl vegana? Vediamo gli ingredienti e la ricetta.
Ingredienti per 2 persone:
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1 avocado maturo
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100 g di ceci già cotti
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1 carota
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1 cetriolo
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1 manciata di spinacini freschi
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2 cucchiai di semi di zucca
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Succo di 1 limone
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2 cucchiai di olio extravergine di oliva
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Sale marino e pepe nero q.b.
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Erbe fresche (menta o prezzemolo) a piacere
Procedimento:
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Sciacqua bene la quinoa sotto acqua corrente per eliminare la saponina, una sostanza naturale amarognola.
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Cuoci la quinoa in acqua leggermente salata (circa 2 parti d’acqua per 1 parte di quinoa) per 12-15 minuti, finché i chicchi si aprono formando una piccola spirale.
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Scola e lascia raffreddare.
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Intanto taglia a fettine sottili la carota e il cetriolo. Taglia l’avocado a cubetti.
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In una grande ciotola, unisci la quinoa fredda, i ceci, le verdure e gli spinacini.
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Condisci con succo di limone, olio extravergine, sale, pepe e una manciata di semi di zucca.
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Completa con erbe fresche tritate.
Il modo migliore per mangiare la quinoa
In realtà non c’è un modo migliore, ma ti invito a consumarla sotto al sole, magari a piedi nudi sull’erba o in spiaggia, facendo di ogni boccone un atto di consapevolezza: ciò di cui ti stai nutrendo è più di un alimento, è un pezzo di storia dell’umanità che milioni di persone hanno custodito con coraggio e cura per millenni.
Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con KoRo