Vivere on the road ci ha dato la felicità che ci mancava in una vita frenetica e “giusta”

Cosa spinge una giovane coppia a mollare una vita agiata, un lavoro fisso, una casa e tutte le comodità dal caso per partire senza pianificare il ritorno? È una domanda che si pongono molte persone quando leggono storie di grandi viaggi e cambiamenti.

La risposta varia da caso a caso. Per qualcuno è una questione di fuggire da una vita mortalmente noiosa e convenzionale, per altri si tratta di cercare il proprio posto nel mondo, per altri è semplice avventura e per altri ancora è il miglior modo per crescere come esseri umani ed educare i propri figli.

Come racconto nel mio libro “Le coordinate della felicità“, nel mio caso fu il desiderio di confrontarmi con altri modi di vivere e cercare di capire cosa mi rendesse felice. Volevo esplorare le alternative prima di arrendermi alla strada giusta ma infelice che mi avevano sempre invitato a seguire.

Ribellarsi a una vita “normale” ma infelice

Rachel e James sono una coppia americana che un giorno ha deciso che ne aveva abbastanza della “rat race”, la ruota del criceto in cui vivono milioni di persone. Non ne potevano più di correre e correre senza andare da nessuna parte, così hanno mollato tutto e sono partiti.

La loro motivazione era anche lo scopo della loro avventura: volevano ritrovare il contatto con la natura e trovare il senso della vita. Perché il viaggio serve anche a imparare determinate lezioni che non si possono comprendere restando sempre nello stesso luogo. A volte c’è bisogno di muoversi per ricevere risposte importanti.

Nel novembre del 2012 i due si sono licenziati dai rispettivi lavori, hanno venduto tutto ciò che possedevano e si sono trasferiti a vivere in un furgoncino della Volkswagen del 1976.

“La società occidentale ci offriva una buona qualità di vita, ma volevamo creare un’esistenza tutta nostra”, spiega Rachel sul suo blog. “Così abbiamo detto addio alle comodità della vita moderna e ci siamo messi alla ricerca della vera vita. Cosa abbiamo ricevuto in cambio? Il mondo intero“.

“La Vanlife ci ha dato tutta la felicità che non riuscivamo a trovare”

Quando sono partiti non avevano idea di cosa stessero cercando, ma vivendo on the road lo hanno capito in fretta: ciò che li rendeva irrequieti era il desiderio di vivere a contatto con la natura, senza grandi responsabilità se non quella di essere felici.

“Niente affitto, niente spese, niente preoccupazioni. Niente se non noi due. Questo è ciò che ci ha regalato la Vanlife. Tutto ciò che ci serve è nel nostro van, il resto è superfluo. Ogni giorno viviamo in un luogo diverso e dormiamo in posti dove i coyote ululano ancora in piena notte. Ci bagniamo nell’acqua gelida dei torrenti, che risveglia i nostri sensi. Abbiamo visitato tutti gli Stati Uniti in van, dai deserti dello Utah alle verdi praterie del North West”.

“Siamo sempre alla ricerca di luoghi dove lo sviluppo umano non sia ancora arrivato. Abbiamo rallentato e seguendo i ritmi della natura abbiamo capito tante cose che la società non può insegnarti. La Vanlife ci ha dato tutta la felicità che in una vita normale non riuscivamo a trovare”.

Lavorare viaggiando alla vecchia maniera

Quando sono partiti, Rachel e James erano preoccupati per i soldi: come si sarebbero guadagnati da vivere? Ma strada facendo hanno capito che c’è sempre un modo per tirare avanti se si sceglie di vivere un’esistenza semplice:

“Quando i soldi finiscono, cerchiamo un lavoro occasionale. Abbiamo lavorato in frutteti e fattorie, e abbiamo svolto ogni sorta di lavoro manuale che al giorno d’oggi nessun americano farebbe. Quando abbiamo soldi a sufficienza, ripartiamo. Non abbiamo tanto denaro, ma in realtà meno ne abbiamo e più siamo felici. Abbiamo scelto di vivere di esperienze, non di cose“.

Trovare il giusto equilibrio tra lavoro, ozio e piacere

Il minimalismo è alla base della loro filosofia (parlo di questo stile di vita anche nel mio libro, nel capitolo “Minimalista“), perché dal loro punto di vita questo è l’unico modo per trovare un equilibrio nella vita.

“Ci sono tre divisioni nel tempo: l’ozio, ovvero il tempo speso a non fare nulla; il lavoro, ovvero il tempo speso a guadagnarsi da vivere; il piacere, ovvero il tempo speso a inseguire le proprie passioni. La società moderna dà troppa importanza al lavoro. Le persone ormai si definiscono solo in base ai successi lavorativi. Dedicano la maggior parte del tempo al lavoro trascurando l’ozio e il piacere. Questa è una vita sbilanciata e insoddisfacente”.

“Nel nostro piccolo abbiamo compreso che scrollarsi di dosso la dipendenza dal lavoro e dalle cose è il modo migliore per risolvere la maggior parte dei problemi della vita moderna. Il nostro tempo lo impieghiamo soprattutto viaggiando, amandoci, oziando e godendo a pieno della meraviglia che abbiamo intorno a noi”.

Rachel e James girano gli Stati Uniti tra deserti, neve, canyon, laghi, fiumi e foreste. Vivono giorno per giorno, lavorano quando hanno bisogno di soldi e assorbono a pieno tutta la bellezza della natura. La loro storia dimostra che a volte la felicità si trova all’interno di una vita semplice e spensierata. Non si deve per forza mollare tutto e partire per essere più sereni, il viaggio può esistere anche all’interno di una vita “normale”. Questo è il loro consiglio per trovare l’avventura:

“La vita è così breve: perché non essere felici? Tutto ciò che devi fare è uscire e iniziare a vivere“.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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