3 motivi per cui viaggiare è il miglior modo di spendere i tuoi soldi

 

Photo by Jose Ilamas

Qualsiasi viaggiatore, anche quello che ha studiato un programma nei minimi dettagli per ridurre al massimo le spese, sa bene che viaggiare ha un costo. Che sia un viaggio lungo o corto, con lo zaino in spalla o in hotel, dall’altra parte del mondo o a pochi chilometri di casa, viaggiare ha dei costi fissi che non possono essere annullati.

Tuttavia, i soldi spesi in viaggi sono i migliori che spenderai nella tua vita. L’ho capitando proprio viaggiando, perché, come spiego anche nel mio libro, in realtà quei soldi non sono spesi, ma investiti. Ciò che è in grado di darti un semplice viaggio è più grande della maggior parte delle cose che si possono acquistare con la stessa somma di denaro.

I motivi per cui non esiste modo migliore di spendere soldi sono tanti. Ce ne sono tre in particolare che non si limitano a questo concetto ma spiegano anche perché tutti dovrebbero viaggiare.

1. Viaggiare è una forma pura di  formazione

A scuola ti insegnano tante cose, che purtroppo nella maggior parte dei casi rimangono esclusivamente teoriche. Il viaggio ti insegna tantissimo e lo fa sempre in maniera completa: puoi studiare la storia di un paese quanto vuoi, ma alla fine dovrai anche scoprirlo in prima persona per conoscerlo fino a fondo.

L’ho scoperto visitando il Vietnam: ancora oggi ci sono persone convinte che si tratti di un luogo pericoloso, dove la popolazione locale odia gli occidentali. Eppure chi si prende la briga di visitarlo personalmente scopre un paese meraviglioso e un popolo sorridente, fiero e felice di aprire le sue porte ai visitatori stranieri.

Non è un caso che solo negli ultimi anni migliaia di americani abbiano cambiato radicalmente idea sulla guerra in Vietnam: solo dopo essere venuti a contatto con il popolo vietnamita si sono resi conto ulteriormente che le guerre le iniziano i governi e non le persone comuni.

Se visiti un luogo non puoi che sperimentare sulla tua pelle la sua storia e la sua cultura, e solo allora potrai dire di aver capito e aver acquisito una reale nuova conoscenza.

Se ti poni con l’approccio giusto (quello del viaggiatore, non quello del turista) puoi venire a conoscenza di nuovi stili di vita, tradizioni, culture, modi di pensare che poi ti torneranno più che utili nel corso della tua esistenza. Acquisire questo bagaglio di conoscenze ti permette di maturare esperienza e soprattutto di adottare una mentalità aperta; d’altronde, se ti limiti ad aprire te stesso esclusivamente alla realtà in cui sei nato e cresciuto, finirai inevitabilmente per avere una mentalità circoscritta.

Ma non finisce qui: viaggiare è il modo migliore per verificare personalmente ciò che ci insegnano a scuola e ci viene raccontato quotidianamente da televisioni e giornali. Pensiamo ad esempio al clima di intolleranza che si respira nel nostro paese nei confronti del mondo islamico.

Se vuoi davvero farti un’opinione nei confronti dei musulmani, dovresti visitare un paese con forte presenza islamica, per immergerti in quella cultura e uscirne più ricco. E se pensi che non esistano paesi tradizionalmente islamici sicuri, beh, allora hai un ottimo motivo per iniziare a viaggiare.

Se lo scopo dell’istruzione è di fornire conoscenze e attivare la mente, non esiste una scuola migliore di quella del viaggio.

2. Le cose ti possiedono, il viaggio non ti chiede niente

Le cose che possediamo molto spesso finiscono per possederci. Può sembrare un’assurdità a una prima superficiale lettura, ma pensiamoci: quando spendiamo €700 per acquistare l’ultimo iPhone in realtà siamo noi a diventare suoi schiavi. Dopo aver speso una cifra così elevata cercheremo in tutti i modi di proteggerlo, lo vorremo sempre vicino a noi, ci sentiremo quasi obbligati moralmente a utilizzarlo e a mostralo. Perché? Perché lo abbiamo pagato €700.

Questo discorso si applica a tante “cose”, non solo allo smartphone. Ci sono persone che risparmiamo per anni solo per potersi permettere un’automobile di lusso che alla fine non farà altro che possederli. La utilizzeranno con la costante paura di rovinarla e quindi non se la godranno mai realmente.

Ogni volta che la tireranno fuori dal garage avranno paura che qualcuno gliela possa rubare o rigare. Saranno schiavi dell’automobile anche a livello economico: non solo hanno sborsato una cifra importante per acquistarla, ma poi devono anche pagare bollo, assicurazione e benzina.

Gli esempi sarebbero infiniti ma sia chiaro che nessuno sta dicendo che si debba per forza vivere con il minimo indispensabile. La filosofia del Less is more sta prendendo sempre più piede nel mondo, ma non deve essere necessariamente giusta per chiunque.

È giusto che ognuno spenda i suoi soldi come preferisce, purché sia consapevole che spenderli in un certo modo rischia di portare negatività (ansia per la perdita dell’oggetto, paura che si rovini, stress per le spese aggiuntive etc), mentre spenderli per viaggiare può soltanto aggiungere qualcosa, senza chiedere nulla in cambio.

Spendere soldi in viaggi significa vivere esperienze intense, indimenticabili e formative. Nessuno potrà mai rubarti un ricordo, nessuno potrà mai portarti via l’amore per quel paese che ha cambiato la tua vita: viaggiare non è una cosa, è un’esperienza di vita. Pagare per viaggiare significa pagare per vivere.

3. Viaggiare è crescita personale

Una delle esperienze che secondo me ogni under 30 dovrebbe assolutamente fare è quella del Working Holiday (di cui ho parlato ampiamente proprio nel mio libro). Si tratta di un periodo di tempo dedicato a scoprire un nuovo paese (Australia, Canada, Nuova Zelanda) con un visto che permette di lavorare e visitare al tempo stesso.

Esistono poche esperienze più intense e formative di un Working Holiday. Avere la possibilità di immergersi in una realtà completamente nuova quando si è nel pieno delle forze è un’opportunità irripetibile, che chiunque dovrebbe cogliere al balzo. A proposito del primo punto di questo articolo, lavorare e vivere in un paese straniero è uno dei modi migliori per aprire la mente e scoprire come funziona veramente il mondo.

Il Working Holiday, comunque, non è al centro di questa motivazione. Certo, spendere i soldi per fare questo tipo di esperienza è un’ottima idea, ma parlando in termini più generali, tutti i soldi spesi in viaggio sono un ottimo investimento. Per conoscere, per ricevere qualcosa di eterno, ma anche per diventare persone migliori.

Viaggiare (soprattutto per lunghi periodi) significa andare incontro a una inevitabile crescita personale. Quando sei on the road non puoi affidarti alle sicurezze che hai a casa e non puoi continuare a pensare come fai quando sei nella tua comfort zone. Se ti ritrovi nel mondo là fuori sei obbligato a crescere, a evolverti, a diventare una versione migliore di te stesso/a.

Affrontando questo processo, molti aspetti negativi della tua emotività spariranno. Non c’è spazio per l’ansia, la depressione e le paure quando decidi di immergerti completamente in un viaggio. Soprattutto quando scegli di muoverti con uno zaino in spalla e ritmi molto serrati, dormendo in ostelli o in alberghi da quattro soldi, mangiando dove capita e senza pretese. Chi si muove in questo modo si ritrova in una condizione estrema, ma in senso positivo: è costretto a cambiare e a migliorarsi.

C’è un vecchio proverbio che dice: “Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita“. Come spesso accade, è assolutamente vero. E nella maggior parte dei casi, la persona che ritorna è migliore di quella che è partita.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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