Te Araroa, il sentiero per attraversare tutta la Nuova Zelanda a piedi

Pochi paesi al mondo possono vantare terre incontaminate e sconfinate come quelle della Nuova Zelanda. Il motivo principale è che questa nazione è davvero una delle ultime nelle quali la natura è ancora dominante. Lo dimostra la densità di popolazione di appena 17 abitanti per km².

Questo mostra quanto l’uomo abbia un ruolo marginale nell’occupazione del suolo neozelandese; per intenderci, in Italia la densità di popolazione è pari a 201 abitanti per km², più di venti volte superiore. Anche per questo motivi, tanti sognano di visitare questa lontana e affascinante nazione, nel modo più avventuroso possibile.

La bellezza della Nuova Zelanda

Con una popolazione complessiva di 4.5 milioni di abitanti e una grandezza di poco inferiore a quella dell’Italia, la Nuova Zelanda è a tutti gli effetti il paese ideale per coloro che adorano vivere immersi nella natura, lontano dai posti affollati e dalle grandi città.

Nel mio libro “Le coordinate della felicità” parlo della meraviglia dell’Australia, dei suoi spazi infiniti e dei cieli immensi. Ma la Nuova Zelanda dev’essere ancora più wild visto che fuori dai centri abitati non ci sono altro che terre che si estendono per migliaia di chilometri e danno vita a scenari mozzafiato tanto sull’oceano quanto nell’entroterra.

Questa condizione di dominio della natura sull’uomo ha reso la Nuova Zelanda la meta prediletta di tutti gli appassionati di escursioni e trekking.

Proprio per questo motivo, negli anni ’70 emerse la volontà da parte di alcuni escursionisti di creare un sentiero che permettesse a chiunque – non solo esperti o professionisti – di percorrere a piedi l’intera Nuova Zelanda.

Un sentiero per esplorare la Nuova Zelanda

L’idea, almeno inizialmente, fu reputata assolutamente folle e priva di senso, soprattutto perché si tratta di una nazione molto stretta e lunga, con tante zone prive di ogni tipo di civiltà e per di più divisa in due parti dal mare.

Ciononostante, nel 1975 un gruppo di appassionati di escursioni e trekking istituì il New Zealand Walkaways Commission, una associazione che si poneva l’obiettivo di costruire o istituire ufficialmente i sentieri della nazione.

Il grande obiettivo era di costruire un sentiero che collegasse Cape Reinga, punta settentrionale della Nuova Zelanda a Bluff, città nell’estremo sud del paese.

Un’idea già di difficile realizzazione, che fu ostacolata e rallentata dalla grande mole di lavoro che l’associazione aveva per mantenere utilizzabili i sentieri già esistenti.

Per quasi vent’anni non si fece nulla, finché nel 1994 un giornalista rilanciò l’idea documentando in prima persona il suo trekking da nord a sud.

Questa volta la proposta fu appoggiata anche dalle autorità neozelandesi. I lavori per la costruzione del sentiero finirono solo nel 2011 grazie anche all’impegno di centinaia di volontari che volevano realizzare il sogno di un trail che tagliasse a metà la Nuova Zelanda.

Oggi il sentiero esiste ed è finalmente percorribile. Si chiama Te Araroa Trail e non rappresenta semplicemente un itinerario ma una vera e propria esperienza di vita.

IG @markjgoodchild

Il Te Araroa

Il Te Araroa è infatti lungo 3.000 chilometri e per portarlo a compimento sono necessari dai tre ai sei mesi.

Se si è in ottima forma e si ha la fortuna di incontrare buone condizioni meteorologiche si può anche stare sotto ai tre mesi, ma pensare di farcela in meno tempo è utopia: attualmente il record assoluto è di 54 giorni e appartiene al maratoneta professionista Jez Bragg, che nella sua impresa fu seguito da un team di supporto.

Si tratta quindi di uno dei sentieri più lunghi e impegnativi al mondo, in grado di mettere a durissima prova chiunque lo voglia intraprendere.

Tuttavia questo aspetto non ferma i tanti viaggiatori che ogni anno si recano in Nuova Zelanda per provare a completare il percorso. Chi ci è riuscito parla di una soddisfazione enorme che va oltre al semplice risultato ottenuto.

D’altronde, anche solo passare tre mesi in Nuova Zelanda è già un’esperienza intensa per il semplice fatto che ci si trova in un altro paese, con un’altra cultura e un altro clima.

Farlo nelle terre più selvagge, lontani dalla civiltà, immersi nella natura è qualcosa di semplicemente indimenticabile.

Nei sei mesi di camminata ci si trova sotto immensi cieli stellati, si patisce il caldo e poi, scendendo verso sud, il freddo.

Si sperimentano tutte le situazioni meteorologiche possibili e immaginabili e si passa dalle grosse città come Auckland alla natura più selvaggia, dove ci sono ottime possibilità di essere gli unici essere umani nel giro di decine di chilometri.

IG @markjgoodchild

L’itinerario

I 3.000 km possono essere percorsi in entrambi i sensi, anche se il sentiero più comune è quello che inizia al faro di Cape Reinga (in foto) e si conclude a Bluff, la città più meridionale della Nuova Zelanda.

Seguendo questo itinerario si parte dall’oceano indiano, si passa per la metropoli Auckland, si incontra la neve sul monte Ruapehu (2.700 metri di altezza) e si scende fino a Wellington, dove ci si deve necessariamente imbarcare su una nave per raggiungere l’Isola del Sud.

La seconda parte è quella più difficile perché l’Isola del Sud è più selvaggia e lunga.

Anche se il sentiero è in ottime condizioni, si deve camminare per lunghi tratti in salita, spesso sotto la pioggia, passando dagli infiniti campi di grano alle foreste dei parchi nazionali, senza mai vedere il mare fino all’arrivo.

Molti intervallano la camminata con l’utilizzo del kayak, che si può utilizzare nei tanti fiumi e laghi dell’isola per riposare un po’ le gambe.

Non esiste un momento giusto per intraprendere il Te Araroa. Solitamente il periodo più gettonato per iniziare è tra settembre e dicembre, quando nell’emisfero sud inizia l’estate e si evitano temperature eccessivamente basse.

Il sentiero è completamente gratuito ma è buona norma effettuare una donazione visto che la manutenzione è ad opera dei volontari. Allo stesso modo è fortemente consigliato registrarsi sul sito per rimanere monitorati durante il percorso.

IG @sf.hike

Più di un viaggio, un’esperienza di vita

Com’è facile immaginare, il sentiero di Te Araroa non mette solo a dura prova il fisico, ma anche la mente.

Restare per così tanto tempo lontani dalle comodità di tutti i giorni, da gran parte della tecnologia e dai social network, costringe chi si mette in marcia a stare solo con sé stesso e con i propri pensieri.

Se si vuole percorrere il Te Araroa non si può che dormire in una tenda, cucinare da soli il proprio cibo e, in generale, vivere una vita molto semplice.

In questo modo il sentiero si trasforma in un’esperienza intima e rivelatrice, che va ben oltre il semplice camminare per 3.000 km. Come scrivo nel mio libro “Le coordinate della felicità“, certi viaggi sono un vero e proprio processo di crescita personale. Percorrere il Te Araroa è sicuramente uno di questi.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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