Nyepi, la giornata di Bali completamente dedicata al silenzio e alla spiritualità

A Bali il capodanno non si festeggia il 31 gennaio ma a marzo, in una data che varia di anno in anno. Questo perché sull’isola indonesiana si osserva il calendario induista, che oltretutto è “indietro” di 78 anni rispetto al nostro.

Anche a Bali il Capodanno è molto sentito, non tanto per celebrare il nuovo anno quanto perché anticipa il Nyepi Day, una festività che tutti i balinesi rispettano e celebrano con convinzione, a cui ho avuto l’onore di assistere alcuni anni fa (come racconto nel mio libro).

La vigilia del Nyepi

Il Nyepi Day è una giornata dedicata completamente alla riflessione e all’introspezione. Ciò che avviene prima del Nyepi Day è comunque altrettanto importante: per interi giorni i balinesi si organizzano per preparare un vero e proprio spettacolo che si potrebbe considerare al pari del nostro ultimo dell’anno.

Tutti, dai bambini agli anziani passando per padri e madri di famiglia e figli adolescenti, partecipano ai preparativi preparando offerte per le divinità e costruendo imponenti statue in bambù (dipinte con una cura e una passione tale da renderle spaventosamente reali) che rappresentano i demoni.

Queste, nel giorno precedente il Nyepi, devono essere cacciate dalla città con lo scopo di liberarla dagli spiriti cattivi e dalla negatività. Per questo motivo quello che potremmo definire il Capodanno balinese segue rituali molto antichi, che prevedono danze, musica e urla ad accompagnare i demoni lontano dalla città.

L’atmosfera in quei momenti è magica: qualsiasi balinese è vestito per l’occasione, chiunque ha un compito ben preciso e l’aria che si respira, seppur da esterni, è di totale unione.

Giovani ragazze ballano dopo essersi esercitate per settimane, gli uomini sollevano le statue con una sincronia frutto di giornate intere passate a provare i movimenti, i bambini li imitano con statue più piccole, gli anziani preparano e porgono le offerte e i genitori si preoccupano di coordinare il tutto, con l’esperienza di ciò che sono stati e la consapevolezza di ciò che saranno.

La sera precedente il Nyepi Day è caratterizzata dal rumore, dal calore, dal folklore. Apparentemente il caos regna sovrano, anche se tutti hanno un ruolo ben preciso. Chiunque si sente libero di esprimersi come meglio crede per festeggiare la cacciata dei demoni.

C’è chi urla, chi ride, chi discute animatamente, chi insegna ai bambini l’importanza di ciò che sta succedendo. Quasi nessuno se ne sta in silenzio per gli affari suoi, perché la solitudine e l’introspezione saranno protagonisti del giorno successivo.

Nyepi Day, la giornata dedicata alla spiritualità

Il Nyepi Day, infatti, è una giornata nella quale qualsiasi credente deve riflettere. Sulla propria vita, sul rapporto con gli altri e con la natura, sul proprio ruolo nel mondo e sul nuovo anno.

Per mantenere questa esperienza viva nei secoli, sono state imposte delle restrizioni molto forti: durante il Nyepi Day nessuno può parlare, mangiare, lavorare, viaggiare, utilizzare elettricità e illuminare la propria casa. Si deve approfittare della luce del sole finché c’è e poi godersi l’oscurità per meditare. Nel 2018, il governo ha persino “spento” le connessioni a Internet.

Sono regole molto restrittive, eppure a Bali tutti le rispettano, dalle zone più rurali a quelle più turistiche. Durante il Nyepi Day nessuno può uscire di casa, nemmeno i visitatori. Essere induista non è una discriminante perché chiunque si trovi sull’isola deve rispettare queste regole. Per questo motivo, alcune zone affollatissime durante il resto dell’anno sono completamente deserte.

L’aeroporto e gli ospedali sono chiusi e i medici possono muoversi solo per aiutare persone in pericolo di vita o donne in procinto di partorire. A controllare che le regole vengano rispettate ci pensano dei vigilanti vestiti di nero che vagano per l’isola e si assicurano che nessun altro sia fuori di casa.

Una giornata di introspezione

Il Nyepi Day, detto anche Silence Day per il divieto di parlare, dura dalle 6:00 di mattina alle 06:00 di mattina del giorno successivo. Ventiquattro ore per stare da soli, meditare e ragionare sui fatti della vita, senza elettricità, senza internet, senza cibo, senza distrazioni di alcun tipo.

Tu e i tuoi pensieri, liberi di fluttuare e sfogarsi come non succede mai durante il resto dell’anno. Solo così, secondo i balinesi, si può veramente dare un senso alla fine di un anno e all’inizio di uno nuovo.

Vivemmo il Nyepi come un’occasione per staccare dalla tecnologia e da Internet. Eravamo sconnessi, ma per nulla isolati: tra le vibrazioni di Ubud e il clima di fortissima spiritualità, ci sentivamo in perfetta sintonia con noi stessi. Fu una giornata di disintossicazione che avremmo ripetuto, di nostra spontanea volontà, più volte negli anni a venire. Perché a volte la soluzione ai tuoi problemi è davvero semplice: stacca da tutto e tutti e concentrati solo su di te. Una cura per la tua anima.

Da “Le coordinate della felicità

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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