Monk Chat: parlare con i monaci buddhisti in Thailandia

La Thailandia è un paese meraviglioso e affascinante anche perché si possono svolgere attività di tutti i tipi (se hai letto il mio libro lo saprai bene). Una delle più interessanti è sicuramente la Monk Chat, letteralmente la “chiacchierata con il monaco“. Si tratta di un’esperienza possibile solo in pochi paesi (tra i quali anche la Birmania), che mette a contatto due culture e due modi di intendere la vita completamente opposti: quello occidentale e quello di un monaco buddhista.

Contrariamente ad altre religioni, il buddhismo è molto aperto e accessibile a chiunque. In Thailandia i monaci sono tantissimi e si possono incontrare dappertutto: sul treno, sugli autobus, nei ristoranti, al mercato, persino al cinema. La loro non è assolutamente una vita di clausura ma anzi, la loro esistenza comprende proprio l’immersione nella società moderna e infatti durante i miei viaggi mi è capitato di vederli utilizzare lo smartphone o ascoltare la musica con le cuffie mentre si recano al tempio.

Monk Chat, una visione aperta della spiritualità

La Monk Chat rientra perfettamente in questa visione “aperta” della spiritualità: si tratta di una chiacchierata con un monaco buddhista nella quale si può parlare di tutto ciò che si vuole. Attenzione, però: in tutto il Sud-Est Asiatico vigono delle regole ferree sul modo di approcciarsi ai monaci. Una donna non può parlare con il primo monaco che incontra, non per una questione di maschilismo ma per rispettare i suoi voti di castità (ma può benissimo intraprendere una Monk Chat). Indipendentemente dal sesso, chiunque deve portare il massimo rispetto ai monaci, lasciandogli il posto sull’autobus, evitando il contatto fisico e non disturbandoli quando meditano.

Nonostante l’atteggiamento iper-protettivo della popolazione locale nei confronti dei monaci, se sono loro a mettersi a disposizione di una Monk Chat si può conversare tranquillamente di qualsiasi argomento. Le Monk Chat sono nate qualche decennio fa quando i primi turisti occidentali giungevano in Thailandia e rimanevano affascinati dallo stile di vita dei monaci. Il dialogo ha un duplice scopo: permette allo straniero di scoprire qualcosa di più sulla religione buddhista e sullo stile di vita dei monaci, mentre il su interlocutore può migliorare il proprio inglese.

Cos’è la Monk Chat

La Monk Chat è popolare soprattutto nel Nord della Thailandia, nella zona di Chiang Mai, dove vengono organizzati incontri regolari tra i monaci e i turisti (è richiesta un’offerta). Solitamente la Monk Chat dura 15 minuti e prevede che lo straniero ponga le domande al monaco, che a suo volta accetterà di rispondere di buon grado.

Se una persona vuole intrattenere un dialogo particolarmente spirituale può chiedere di parlare con un monaco anziano e a suo agio con l’inglese, come fanno moltissimi stranieri che si recano in Thailandia perché buddhisti. La maggior parte delle Monk Chat, comunque, ha come oggetto lo stile di vita del monaco buddhista.

Una delle domande più comuni che vengono rivolte è come si faccia a diventare monaci. La risposta è molto semplice: chiunque può diventarlo a qualsiasi età, semplicemente attraverso la vocazione. L’investitura ufficiale avviene non prima del 21° anno di età e ciò che stupisce costantemente i turisti di mezzo mondo è che si può smettere di essere monaco con la stessa facilità con cui la quale lo si diventa.

Buona parte dei monaci sceglie questa strada per un periodo determinato della propria vita, nel quale magari sente la necessità di dedicarsi alla parte più spirituale della sua esistenza. In Thailandia c’è addirittura una credenza secondo la quale un ex monaco buddhista è automaticamente un ottimo marito.

IG @kolberyan

Monk Chat: parlare con un monaco buddhista delle cose della vita

Come detto, si può chiedere ciò che si vuole: quali sono i voti, cosa fa un monaco durante la giornata, perché è obbligato a radersi la testa e via discorrendo. Al di là degli aspetti pratici una Monk Chat risulta molto utile anche a chi è tormentato da problemi esistenziali come il senso della vita, il raggiungimento della felicità e cosa c’è dopo la morte. In questo caso la Monk Chat si trasforma da semplice attività destinata ai turisti curiosi in un dialogo intimo e profondo con un monaco che ha fatto questa scelta di vita proprio per avere la risposta ad alcune di queste domande.

Spesso, quando lo straniero è interessato ad argomenti spirituali, può capitare che il monaco lo inviti a seguirlo in un parco dove poter parlare tranquillamente immersi nella natura, senza limitazioni di tempo. Non è facile ottenere un privilegio del genere, ma quando il monaco vede autentico interesse è possibile che decida di omaggiare lo straniero in questo modo. I pochi fortunati che sono riusciti a vivere questa esperienza hanno parlato di un momento di introspezione unico, in grado di risolvere problemi personali ed esistenziali.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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