L’anno sabbatico alla soglia dei 30 anni è stata la miglior decisione della mia vita

IG @mylifesatravelmovie

Spesso si sente parlare del Gap Year, ma che cosa significa questo termine? Altro non è che il classico anno sabbatico, un periodo della propria vita di pausa, dedicato esclusivamente a se stessi.

Si tratta di un anno in cui si stacca la spina, si viaggia in giro per il mondo cercando di conoscere sé stessi e la meraviglia che ci circonda. È un modo alternativo per schiarirsi le idee e capire cosa fare del proprio futuro.

Proprio a causa della sua natura rivelatrice, nella maggior parte dei casi il Gap Year trova spazio tra la fine delle scuole superiori e l’inizio del percorso universitario, oppure dopo la laurea, prima di iniziare a lavorare.

Ma chi ha detto che l’anno sabbatico sia una possibilità destinata solo ai giovani? Per quale motivo una persona sulla soglia dei 30 anni dovrebbe essere troppo in là con gli anni per lanciarsi in un’avventura del genere?

Alyssa Ramos è una ragazza statunitense che a 28 anni ha deciso di prendersi un anno sabbatico.

Una circostanza inusuale (soprattutto negli Stati Uniti), eppure ciò che ha capito girando per il mondo e dedicando tempo a se stessa dimostra che non esiste un’età giusta per mollare tutto e partire.

Anzi, Alyssa dice che è stata la miglior decisione della sua vita.

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Il Gap Year a 28 anni

Che cosa l’ha spinta a compire questa scelta così radicale? Come spesso accade in questi casi, tutto è partito da un momento di stallo nella sua vita.

Per molti c’è questo momento in cui ci si ferma a riflettere, a tirare le fila della propria vita, e ci si rende conto di non essere soddisfatti di quello che si ha ottenuto fino a quel punto.

Manca quel qualcosa, quella scintilla che rende tutto più bello ed avvincente, un’avventura continua.

Alyssa lo ha capito grazie a un viaggio.

Dopo 28 anni senza mai viaggiare veramente, è partita per una breve avventura che le ha aperto gli occhi. Al ritorno a casa ha capito che in realtà amava profondamente viaggiare, conoscere il mondo e la sua bellezza.

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Si è quindi trovata di fronte a un bivio: continuare a pagare l’affitto dell’appartamento di Los Angeles o girare il mondo?

Dopo essere stata contagiata dal Wanderlust, la risposta era ovvia: viaggiare.

La decisione non è stata così semplice, naturalmente. Per realizzare il suo sogno ha risparmiato a lungo e solo dopo aver sistemato tutto è partita all’avventura.

Inizialmente il suo viaggio doveva durare un mese: un buon modo per staccare da tutto e godersi un po’ la vita.

Poi, però, si è resa conto di volere di più. Così ha deciso di stravolgere i suoi piani e prendersi un vero e proprio Gap Year per girare il mondo.

Aveva ancora qualche risparmio da parte e aveva iniziato a scrivere per alcuni siti di viaggi, guadagnando abbastanza da poter continuare la sua avventura.

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Il Gap Year perfetto: apertura mentale, minimalismo e adattamento

Dire di sì è la chiave

Qual’è la caratteristica che ha reso incredibile e anche possibile quest’esperienza?

L’essere aperta alle opportunità della vita. Una filosofia tipica di molti viaggiatori a lungo termine.

Alyssa ha imparato a dire no quando necessario, ma anche a dire sì: sì alla vita e a tutte le possibilità che le venivano offerte ogni giorno, in tutte le parti del mondo.

Grazie a questa sua filosofia di vita ha potuto incontrare moltissime persone dei luoghi in cui si trovava, conoscere le loro culture e tradizioni. Così ha imparato moltissimo, ha stretto accordi e conoscenze utili per la sua carriera di scrittrice freelance e ha vissuto un’importante crescita personale.

In altre parole, è tornata felice.

Less is more

Un’altra regola di vita assolutamente fondamentale per un’esperienza di questo tipo è stati il minimalismo.

Alyssa ha viaggiato per tutto il suo Gap Year solo con un bagaglio a mano e una borsa, perché in fondo a cosa ci servono 10 diverse paia di scarpe quando abbiamo tutto un mondo da scoprire là fuori?

Viaggiare ci arricchisce molto più di qualsiasi abito costoso.

Affrontare questa tipologie di viaggi vuol dire anche ottimizzare i costi, per questo, come consiglia Alyssa, è meglio fare la spesa nei mercati locali cucinando autonomamente i propri pasti evitando così di spendere tutto il budget in costosi ristoranti.

Come si intuisce dalle sue foto, però, Alyssa non è la tipica backpacker.

Sulla tipologia degli alloggi è sempre stata un po’ esigente, ma volendo mantenere comunque un budget basso ha imparato tutti i trucchetti per alloggiare in hotel di lusso pagando un prezzo irrisorio: sfruttare le occasioni online, girare vari hotel a caccia di stanze rimaste vuote, spostarsi con grande frequenza, chiedere di essere ospitata in cambio di visibilità sui suoi profili social.

In questo modo non ha mai dovuto rinunciare al comfort anche durante il suo anno da nomade.

Adattarsi vuol dire viaggiare davvero (e più a lungo)

E naturalmente l’ultima regola (ma non la meno importante) che l’ha accompagnata in questo viaggio è stata la capacità di adattarsi. È fondamentale sapersi adattare alle culture e alle usanze del luogo, per non essere irrispettosi e integrarsi al meglio. Così si riesce anche a viaggiare low cost: lo spirito di adattamento è tutto.

Il Gap Year ti cambia la vita

Grazie a questa esperienza, Alyssa è riuscita a raggiungere risultati che nemmeno lei avrebbe immaginato prima della partenza, ma la sua bucket list non è ancora terminata, anzi, si arricchisce sempre di più man mano che il viaggio prosegue.

Da questo Gap Year tutti noi possiamo imparare qualcosa. Forse la lezione più importante è il coraggio di mollare tutto alla soglia dei 30 anni e inseguire una passione appena nata. Il coraggio di dire sì alle avventure e amare la vita. Il coraggio di comprendere che la vita è breve e il mondo è un posto meraviglioso.

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Alice Giardini
Alice Giardini
Sono Alice, una studentessa e un'incurabile sognatrice. Amo viaggiare, sperimentare nuove cucine, conoscere stili di vita alternativi e nuove culture. Adoro le cose semplici, che con naturalezza riempiono la nostra vita.

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