Quando un van è felicità: la storia di Gabrielle, dall’università alla vita on the road

IG @gabriellenelson_

A tutti è capitato almeno una volta i ritrovarsi di fronte a un bivio tra le proprie passioni e ciò che teoricamente sarebbe giusto.

Una situazione che, ad esempio, vivono tanti studenti universitari, indecisi se proseguire gli studi e ottenere una laurea oppure mollare tutto e godersi al massimo quegli anni che passano veloci e inesorabili.

Gabrielle è una ragazza statunitense che si è trovata costretta a fare questa scelta, proprio quando era al college.

Dopo averci ragionato a lungo, ha preso la decisione più rischiosa, ovvero lasciare l’università e dedicare i suoi vent’anni alla sua passione più grande: il viaggio.

Gabrielle, dall’università alla Vanlife

“Non sono qua a dire che lasciare l’università sia la decisione giusta per chiunque voglia inseguire le proprie passioni, ma sono convinta che sia stata quella giusta per me“, dice Gabrielle.

Da quando ha deciso di vivere al massimo, Gabrielle ha cercato di viaggiare il più possibile.

Inizialmente lavorava e dedicava i weekend all’esplorazione; poi si è resa conto che in questo modo stava nuovamente rinunciando alle sue passioni.

Così ha preso un’altra decisione drastica: vivere in un van.

“Sono sempre stata interessata ai viaggi e al minimalismo, ma solo dopo aver lasciato il college è iniziata la mia Vanlife“, racconta. “Volevo avere la possibilità di vivere in una casa su ruote e quando ho scoperto che c’era un vero e proprio movimento di persone che vivono in van, ho capito subito che quello era lo stile di vita che stavo inseguendo“.

Gabrielle ha acquistato un Volkswagen Westy del 1982 e lo ha chiamato “Peanut“, perché oltre ai viaggi è anche “ossessionata” dal burro di arachidi.

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Cosa significa davvero vivere e viaggiare in van

Trasferirsi a vivere in un van è stato un cambiamento importante, che l’ha messa di fronte a innumerevoli sfide.

La ragazza non nasconde le difficoltà della Vanlife: ammette di avere avuto tanti problemi nell’abituarsi a una vita “nomade”, nella quale non hai un bagno sempre a disposizione e non ti puoi fare una doccia ogni volta che vuoi.

Tuttavia, con il passare del tempo si è abituata ai nuovi ritmi e alle nuove abitudini e ha imparato a organizzarsi per godersi appieno l’aspetto più importante di questo stile di vita alternativo: la libertà e la possibilità di viaggiare il più a lungo possibile.

“Ho avuto diverse difficoltà, ma ho anche imparato a lasciar andare le cose della vita e godermi l’avventura. Da quando vivo in un van, viaggio più a lungo e ho potuto sviluppare alcune mie passioni come la fotografia e la scrittura”.

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Lavori alternativi per una vita alternativa

Sulle ali dell’entusiasmo, Gabrielle si è anche licenziata dal suo lavoro e ha iniziato a proporsi come designer di interni freelance.

Parallelamente ha avviato un piccolo negozio online che si chiama “Slow Road Supply” sul quale vende calamite, bottoni e adesivi ispirati ai suoi viaggi, tutti prodotti a mano da lei all’interno del suo van.

Con questo doppio lavoro riesce a mantenersi, pur non guadagnando cifre astronomiche. D’altronde quando scegli di vivere in un van hai poche spese, e quando sposi la filosofia minimalista le riduci ulteriormente.

Gabrielle, oggi, è un’anima nomade che vaga per gli Stati Uniti cercando di restare il più vicino possibile alla natura e alla sua natura: quella di una ragazza che ama vivere con poco ma godersi al massimo tutta la bellezza che il mondo ha da offrirle.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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