Il cammino degli 88 templi sull’isola di Shikoku in Giappone

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In questi tempi così tecnologicamente evoluti e veloci, sempre più persone vedono nel viaggio la possibilità di staccare da tutto e ritrovarsi. Chi ha questo desiderio impellente di allontanarsi dal caos per starsene un po’ da solo con i propri pensieri, magari mentre esplora luoghi nuovi e meravigliosi, spesso trova una via di fuga nei cammini.

Questo tipo di viaggio sta tornando ad essere molto popolare, nonostante si sia ormai slegato dall’essenza puramente religiosa che lo contraddistingueva fino a pochi anni fa. Prendiamo il Cammino di Santiago, ad esempio, percorso oggi da milioni di pellegrini attirati su quelle strade polverose dai motivi più disparati.

D’altronde, anche lasciando fuori i dogmi di una religione, i cammini sono percorsi spirituali che toccano l’anima di chi li intraprende. Si parte in un certo modo e si arriva diversi, perché camminare ogni giorno per ore e ore è una delle migliori terapie del mondo.

Ci sono centinaia di cammini in tutto il mondo, ma uno dei più affascinanti (e meno conosciuti) è quello degli 88 templi, che si può svolgere in uno dei paesi più affascinanti del mondo: il Giappone.

Il cammino degli 88 templi in Giappone

Per molti giapponesi, il Cammino degli 88 templi è un viaggio esclusivamente religioso. Si tratta di un pellegrinaggio che prevede di visitare tutti gli 88 templi che il monaco asceta Kobo Daishi avrebbe visitato più di 1200 anni sull’isola di Shikoku (per questo ci si riferisce anche al “Cammino di Shikoku“).

Kobo Daishi è una figura centrale nel buddhismo, ed è apprezzato soprattutto per aver portato questa religione in Giappone. I buddhisti presenti nel paese del sol levante gli rendono quindi omaggio ripercorrendo il suo percorso, che si snoda attraverso 88 luoghi sacri.

Al giorno d’oggi molti credenti completano il percorso in bus, ma il fascino del cammino a piedi resta fortissimo. Anche solo per ammirare le meraviglie della natura e della cultura giapponese.

Il cammino degli 88 templi, 1.200 km in 60 giorni

Contrariamente ad altri cammini, non c’è una direzione o un itinerario preciso da rispettare: per completarlo, basta visitare gli 88 templi, anche in modo non lineare.

Ciononostante, la variante considerata più importante – e più difficile – è quella che inizia da Ōkuboji (il tempio numero 88) e si conclude a Ryōzenji (tempio numero 1).

La lunghezza totale è di 1.200 km e ci vogliono almeno 60 giorni per completare il cammino degli 88 templi.

Nonostante il sentiero sia completamente asfaltato, il contatto con la natura è costante grazie alla meraviglia del paesaggio giapponese in continuo divenire.

Ogni giorno in cammino è un viaggio nel viaggio

Ci si può immergere nei fitti boschi dell’isola, assistere alla fioritura dei fiori di ciliegio, scalare montagne, ammirare l’architettura dei templi, osservare l’oceano dalle scogliere e perdersi tra le vie di Kōchi, la città più grande di Shikoku.

Il percorso è segnalato dal simbolo del pellegrino rosso ed è bene prepararsi fisicamente per questo cammino, che comporta notevoli dislivelli e situazioni meteorologiche non sempre facili.

Lungo il cammino si può dormire in strutture alberghiere o addirittura nei templi.

Come ogni vero cammino, si vive e si viaggia in modo semplice, perché al centro di tutto c’è la contemplazione e la riflessione.

Come scrivo nel mio libro “Le coordinate della felicità“, certi viaggi non sono semplici avventure lontano da casa, ma vere e proprie esperienze di vita fortemente spirituali, anche per chi non crede in una particolare religione. E il cammino degli 88 templi è sicuramente uno di questi.

Perché quando sei da solo, sulla strada e immerso nella natura, hai l’opportunità irripetibile di stare solo con i tuoi pensieri e crescere come persona. Ogni cammino è in grado di darti tutto questo, ma quello sulle orme di Kobo Daishi è uno dei modi più affascinanti per trovare nel viaggio quel qualcosa in più che molti inseguono da una vita.

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Gianluca Gotto
Gianluca Gotto
Sognavo di lavorare viaggiando, oggi scrivo mentre giro il mondo. Ho aperto Mangia Vivi Viaggia per condividere la bellezza che abbiamo intorno e mostrare che spesso la felicità si trova nelle scelte di vita alternative

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